Il cinema costa troppo,  Lavoro sporco,  Portineria

AMANTE (#Vogliodormireconte)

“Attore mio preferito di tutte le galassie finalmente sei tornato! Ti sono mancato?”
“Certo caro regista, come il parmigiano sulla pasta alle vongole”
“0_o”
“Era una battuta! Devi ridere!”
“Il film non è  finito…ho bisogno ancora di te. Abbiamo avuto altri finanziamenti”
“Veramente? Allora mi compri un giochino?”
“Certo! Un bel giubbino per l’inverno!”
“Sordo! Ho detto giochino!

L’ho sempre vista come mi vedevo.
Finalmente l’avevo trovata, una pronta a salvarmi. A non giudicare il mio passato, tanto meno io il suo.
Forse all’inizio stavamo un po’ così, ma ricordo benissimo il giorno che mi ha fatto tremare.
E’ bastato un gesto. E’ così che ci s’innamora. Con un gesto.
Non era molto sicura di sé.
Una sera ci siamo dati appuntamento in un locale all’aperto. Io manco sapevo dov’era. Ho dovuto sperare che il navigatore funzionasse. Mi aveva detto a mezzanotte e io sono arrivato alle undici.
Mi sono fatto mangiare dalle zanzare, ho bevuto due mezze sgasate e ho pure assistito ad una rissa tra fricchettoni e rocchettari. Dio come se le davano!
E’ arrivata all’una. Ormai avevo tutti i bozzi in faccia ed ero irriconoscibile. Mi grattavo come un ossesso.
La guardavo camminare con i suoi amici sul viale del parco, in lontananza si sentiva la musica. Detesto i locali all’aperto. Sono solo Autan e vodka lemon.
Poi l’ho vista prendere il cellulare.
Sms.

dove sei sms

Bugiardo!
Sai bisogna andarci piano all’inizio.
Io ho un amico che ha conquistato la sua ragazza portandola a colazione. A Parigi!
L’ha caricata alle sette del mattino sull’aereo e alle undici erano a Montmartre a mangiare croque monsieur e bere cappuccini. Ha giocato subito il jolly. E ha vinto.
Ho aspettato il tempo che, se fossi stato realmente nel traffico, avrei impiegato per arrivare, cercare parcheggio, trovarlo e raggiungerla. Quando mi ha visto mi è venuta incontro e lontano dai suoi amici mi ha confidato di volermi abbracciare, come per proteggermi.
Mi aveva rubato le parole di bocca. Cazzo dovevo dirlo io!
Perché sono  il cavaliere che ucciderà il drago nel fosso, che conquisterà il castello e ti sposerà. Poi avremo cento figli, tu diventerai grassa e io partirò per la guerra santa e non tornerò mai più! Dai scherzo!
E invece sono stato zitto, ho controllato l’orologio e mi sono ricordato che la mia auto sarebbe diventata zucca.
L’ho salutata.
Mentre camminavo per il parco pensavo alla legge dell’attrazione. Volevo a tutti i costi che m’inseguisse. Come in un film.
Il tempo di cacciare l’ennesima zanzara ho sentito gridare il mio nome. Stava correndo da me. Correva forte.
Mi ha dato un bacio che faccio fatica a dimenticare.
Quella sera il pavimento delle mie sicurezze è crollato.
Uscivamo spesso a pranzo. Durante la sua pausa. Quel bacio era stato così forte che a fatica riuscivamo a trattenere le parole.

“E’ che mi manchi”.

Me lo diceva ogni volta.
Allora ci siamo visti anche a casa sua. Dio che ansia. E’ inevitabile che succederà. E poi?
Sono andato subito dal parrucchiere per rendermi presentabile, ho comprato una maglietta nuova.
Cristo e se mi puzzano i piedi? Ho sempre le stesse scarpe da ginnastica.
Ha spento l’aria condizionata e abbiamo iniziato a sudare così tanto che i nostri corpi scivolavano fra le lenzuola.
Siamo rimasti nudi sul letto per un po’ a guardare la luna dall’abbaino. Che culo avere la finestra sul soffitto.
Lei vede stelle e nuvole, io invece ho la mia vicina che pulisce le spazzole per i capelli e sbatte sempre gli straccetti. Poi lo fa in reggiseno. E mi guarda ammiccando.
Abbiamo fumato e mentre mi rivestivo ha iniziato a parlare.
Meno male perché odio stare in silenzio.
Però dovevo farlo io.
Mi ha detto che voleva vedermi seriamente.
Quasi fosse stanca della sua vita passata. Voleva trattarmi come un vero fidanzato.
Ci siamo abbracciati. Forte. Poi mi ha accompagnato alla porta, ma non voleva farmi uscire. Le ho detto se potevo stare una sera a dormire da lei. Solo una notte. Per provare.
A me piace svegliarmi prima e non m’interessa se avrà gli occhi gonfi e l’alito pestilenziale. Ti ho trovata. E adesso vedrai di che sforzo sarò capace.
Abbiamo passato tutta l’estate a mangiare gelato. Ogni tanto andavo a trovarla sul lavoro. Lei non era affatto a disagio. Anzi. Andava bene così.
Cercava un tavolino per il balcone, voleva provare a mangiare fuori. Magari apparecchiarlo con un fiore. Non l’abbiamo mai trovato.
Di notte stavamo su fino a tardi per colpa mia, perché io volevo parlare, baciarla, parlare e guardare i film alle due di notte. Poi le prendeva quella paura di non svegliarsi e far tardi al lavoro.
Mi diceva:

“Tu dormi sul divano io rimango alzata tutta la notte”.

E lo facevo. Con la coda dell’occhio la guardavo mentre sbrigava del lavoro al computer, poi cedevo e di colpo erano già le sei del mattino. Lei era di fianco a me e io contento. Non aveva retto, ma forse perché sapeva di non essere sola.
Non avrai più bisogno di fare levatacce, prometto. Dormi quanto vuoi, farò guardia alla porta e bloccherò le imposte delle finestre.
Per ringraziarmi mi comprava sempre le Gocciole, perché a colazione sono un po’ come i bambini: latte e biscotti.
Torno normale quando mi accendo la sigaretta. Poi ahimè devo correre in bagno. 😛
Abbiamo organizzato un weekend. Quasi fosse la prova del nove.
Io non l’ ho mai capita ‘sta cosa della prova del nove, però da piccolo me la faceva vedere il mio vicino di casa e mi fidavo.
Come mi sono fidato di lei. Sempre.
Ci siamo fatti una foto. La prima. Perché non ne avevamo.
Poi lei l’ha guardata:

“Però stiamo bene insieme”.

Certo stupida, avevi bisogno di conferme?
Siamo andati in un negozio di scarpe, ma non abbiamo trovato nulla del nostro numero. Allora si è comprata una camicia a scacchi rossa e la sera siamo andati a cena fuori in un ristorante bellissimo. Ho ancora il biglietto da visita.
Ricordo ogni dannato dettaglio dei nostri giorni.
Quando siamo finiti per sbaglio in un centro commerciale della peggio specie e abbiamo riso come i pazzi a guardare le bambine di cinque anni correre su ciabattine di plastica con i tacchetti.
Quando ci siamo baciati per strada ignari di quello che avrebbe pensato la gente.
Quando le sono venuti i crampi perché non era andata in bagno per giorni e non riusciva a stare in piedi.
Solo cose belle. Dovrebbe essere così. A parte la stitichezza ovviamente. 🙂

Poi sono tornato a casa mia. E non ero solo.
Ero l’amante. Non volevo più esserlo.

Il Portinaio

“Se vuoi fare carriera ti consiglio di presentarti ai provini per il nuovo film di Valerio Mastandrea”
“Ma cercano ragazzini dai 14 ai 17 anni?”
“Appunto!”
“=_=”

 

amante voglio dormire con te2

 

L’amore più profondo è l’amore nascosto.
(Y. T.)

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