In viaggio con il Portinaio,  L'altro Mondo

DESIGN FESTA! UN CAFFÈ CON ALICE AD HARAJUKU

1170Devo ricredermi sulla mia coinquilina, è qui da 2 anni e mezzo e si fa un mazzo tanto!
Si alza alle 6 del mattino per andare ad insegnare ai bambini delle elementari della scuola internazionale a Roppongi, poi dopo pranzo corre a fare la tutor a qualcun altro e poi va ad insegnare ad una scuola pomeridiana! In più fa la direttrice artistica di uno spettacolo inglese sul “Riccardo III” di Shakespeare.
Non credo andremo a vederlo. Io preferisco “Romeo e Giulietta”, perché è più trash e finisce che si ammazzano a Vicenza… ops a vicenda!
Resta il fatto che, anche oggi, ci è passata accanto e cara grazia che ci ha detto “Hi”! In più butta nel buco del lavandino i resti della frittata del mattino e lascia pezzi di dentifricio rosa sul lavabo.
Resta sempre una vunciona!
Patrick stamattina era un po’ giù di tono. Faceva la ginnastica in camera e appena gli abbiamo detto che pioveva ci ha spiegato la relazione fra l’atmosfera e l’animo umano: ovvero cosa vuol dire essere meteoropatici!
Ho capito anche io, nonostante sembrava che parlasse con un Chiken Mc Nuggets in bocca!
Continua a menarla di uscire insieme, ma ogni volta trova una scusa sulla sua ragazza: un giorno è stanca, l’altro malata, oggi pare sia depressa perché fra loro non funziona o perché si devono separare tra pochi giorni.
Secondo me lei ha 16 anni!
P: “Cosa me ne frega della sua fidanzata…”
G: “What’s the matter with you?”
P: “?????”
G: “Ripeto le lezioni di inglese!”
Io ormai mi sono specializzato nel japanenglish. Quando la Piera chiede informazioni ai giapponesi e non comprende, intervengo subito io!
“Leftu” è left, “rait” è right, “pointo-carudo” è point-card e così via.
Semplice no? Basta mettere qualche vocale qua è là.
“Amburugo” cosa sarà?
Hamburger. Bravi!!!
Finalmente oggi ci rivediamo con la mia amica Alice.
Erano anni che volevo vederla e, a parte il caffè volante dell’altra volta, non abbiamo più avuto modo di incontrarci.
Sentir parlare Alice in giapponese è bellissimo e sentirla parlare del Giappone è ancora più bello.
E siccome le voglio bene, pubblicizzo il suo sito qui: www.giapponegiappone.it
Siamo andati tutti insieme al Design Festa: un centro culturale/museo dove i vari artisti possono esporre i loro vestiti, quadri, statue oppure dipingere direttamente i muri dell’edificio.1171
Ci ha accolti Maiko, una ragazza così gentile che appena ha saputo che eravamo italiani è impazzita! Ci ha tirato fuori il suo libro di giapponese/italiano, e ci ha raccontato che è stata a Reggio Emilia, Roma e Milano e che ha due amici carissimi di nome “chi se lo ricorda”, che tiene come desktop sul cellulare. Peccato che confonda il maschile con il femminile!
“Lei Flavio molto carino”.
E noi subito a correggerla!
Di fianco al Design Festa c’è un parrucchiere che si chiama “i tre piccoli uccelli” e la Piera ovviamente vorrebbe farsi i capelli rosa. Ma non ha ancora capito che lì tingono altri tipi di pelo…
C’è anche un bellissimo ristorante di okonomiyaki, quello di Marrabbio di Kiss me Licia!
Al piano superiore c’era un designer di abiti magrissimo e, siccome noi eravamo privilegiati, ci ha fatto provare le sue creazioni. Piera avrebbe preso tutto! Peccato fossero solo dei prototipi.
Comunque i giubbotti erano veramente stile giappo del futuro, peccato che la loro M mi stava come una XXS!
Ho risparmiato 30.000 yen.
Maiko, non so perché, ha iniziato a chiederci dei cartoni animati e quando si è messa a cantare la sigla di “Kiss me Licia” che ha imparato in Italia, ho tentato subito di spostare il discorso su Pikachu per alzare il livello della conversazione. Cristina d’Avena a Tokyo proprio no!1212
Dopo lo scambio del nostro primo biglietto da visita, siamo andati a bere un caffè dove si potesse fumare anche la tenda del bar! Ci siamo persi fra mille discorsi sulla vita dei giapponesi, sui loro comportamenti, sulla yakuza, sui suicidi e ovviamente su Hallo Kitty.
Salutata Alice, con la promessa di portarmi al karaoke, dove potevo finire con Lady Disturbia?
Al grande magazzino “La Foret”.
In questi giorni abbiamo girato tutti i magazzini di Tokyo, quelli coi nomi più strani: OIOI, Parco 1, Parco 2 e Parco 3, 109,  Tokyu-Hands, cippa lippa e magazzini ‘sta minchiazza, per votare “La Foret” il meglio del meglio!
I vestiti qui dentro cambiano ogni giorno.
Cercavamo quello ma non l’abbiamo trovato, cercavamo l’altro ma nada, nix, nothing!
Alla fine io mi sono preso un’inculata per non aver letto bene il prezzo di una giacca kimono e la Piera piangeva sulle scale mobili perché non c’era la taglia del suo k-way verde smeraldo con l’interno in felpa!
Ovviamente però ha recuperato comprandosi un cappello da Candy-Candy e un libro sui gatti che leccano le vagine delle giapponesi! (Vi giuro che c’è questa foto).
Ad Harajuku ci siamo fatti le nostre prime foto “purikura” con il nostro nuovo amico “Lakkuma” e il suo compagno paperino!
Cosa sono i purikura?
Dei baracchini dove entri e ti fai le fotine piccole con i disegnini simpatici e super kawaiii (carini).
Ci sono i camerini dove le ragazze entrano coi trolley per cambiarsi e prepararsi agli scatti fotografici. Oggi ne ho viste tre uscire, vestite in ordine da: sposa tipo Madonna in Like a Virgin; sposa tipo Madonna in Like a Virgin rossa; Raffaella Carrà con tanto di carrè biondo, zeppa anni 70 e ombelico di fuori con 9 gradi di temperatura!
La nostra regressione all’infanzia è già in atto, anche se oggi abbiamo capito che ad Harajuku si risparmia e che ne abbiamo pieni i coglioni dei grandi magazzini e delle commesse che starnazzano!
Domani, se non piove, andiamo al parco a far correre i portachiavi, il Pisello e gli Orsetti del Cuore!
Dopo queste spese semi-folli, siamo andati al “Mc Donarudo” e abbiamo preso un Mc Teriyaki, un Mc Flurry al tè verde con biscotti Oreo, Coca-cola e tè-piscio.
Si è manifestata, dopo giorni d’assenza, “La Fottuta Gaijin” che parlava con la cassiera indiana che mischiava l’indù, il giapponese e l’inglese insieme!
P: “We want Teriyaki menù for two persons with coke and tea”.
Questa ci guardava come se chiedessimo caviale e polpette di carlino con uova di ornitorinco!
Cassiera: “dkalfaljfsjfsdlkfsldklldlskf arekrisna ajajjajajaa menù!”
G: “Io un Happy Meal con Doraemon!”
La Piera ha richiamato la Dea Khalì, ha fatto uscire le 8 braccia (su una delle quali erano appesi i suoi 900 portachiavi) e ha minacciato la cassiera dicendole: “I don’t understand. But I want this menù, ok? Che cazzo stai dicendo fottuta di Bombay!?”
Al tavolo di fianco a noi c’era una lesbica, con gli occhiali grossi come fanali e pettinata con le bombe a mano. Stava muta a guardare il cellulare, fumava da maschio, si grattava le palle e continuava a mangiare un panino dietro l’altro.
Alla nostra destra uno tirava su il catarro di Natale mentre, ovviamente, guardava il cellulare.
Dei taiwanesi, invece, urlavano come i pazzi e un giapponese che sembrava una donna col pizzetto li guardava schifati, come faccio io quando vado al Lidl!

Stasera sono riuscito a chiamare casa e mia mamma si è messa a piangere! Pensa che sono in Iraq a cercare Bin Laden, il che la farebbe più contenta vista la taglia che ha sulla testa. Ma mi ha fatto venire un po’ di malinconia dell’Italia.

Sinceramente vorrei che voi foste tutti qui perché… non so decidere se prendermi queste scarpe o no!Ditemelo voi.

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Per la serie “i doppi sensi non finiscono mai”:
P: “Gabry, ho preso un gatto da dietro!”
…Ma era solo un portachiavi di un micetto visto dal lato B.
Oyasuminasai!

Il Portinaio

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