In viaggio con il Portinaio,  L'altro Mondo

MENÙ DEL GIORNO: LA MAIALA DI KABUKI-CHO!

2309Oggi vogliamo fare i colti, quindi andiamo in giro per mostre sennò al ritorno mica possiamo far vedere solo foto di vetrine, cibi e gadget!
La nostra meta è Roppongi, una zona centrale di Tokyo piena di gaijin, dove c’è il famoso locale Gaspanic, ovvero “vieni a rimorchiare l’orientale che ci sta”

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C’è un grattacielo altissimo chiamato Roppongi Hills, dove fanno mostre al 52 piano.
Che vista!
Il costo per l’osservatorio e per la mostra è di 1500 yen. Oggi pare ci sia una mostra dedicata, come si dice? Vabbeh, ho preso il catalogo perché era molto bella! 🙂
Sulla metro abbiamo visto una squinternata che usava il piegaciglia, ma siccome le metro di Tokyo ci vanno giù pesante con le frenate, ad un certo punto abbiamo visto rotolare il bulbo vicino ai nostri piedi. Lei con non-chalance si è alzata e l’ha messo nella borsetta di Chanel!
Ma truccati a casa, meretrice!
L’ascensore di Roppongi Hills ha mille custodi che ti fanno gli inchini, ti indicano la strada, ti fanno il bidet fra il quarantasettesimo e il quarantottesimo piano, hanno i guanti bianchi e si romperanno anche loro i coglioni ma non lo danno a vedere perché sono giapponesi!2227
Una delle cose che mi è piaciuta di più della mostra era questa palla a specchio che si muoveva con la sola imposizione delle mani. Non è una fesseria, se tu facevi un movimento, tipo dare una sberla alla Piera quando si avvicina ai portachiavi di Hallo Kitty, la sfera si muoveva in quella direzione.
Poi c’era una sala buia con un tavolo, appena toccavi il tavolo una voce sospirava qualcosa, sempre alle tue spalle! Solo che non si capiva niente perché tutti toccavano e si toccavano, visto che era buio!
C’era un video proiettato su un cellulare piccolissimo, tutto bianco, su un muro bianco che riproduceva il movimento di un insetto visto dall’alto, dal titolo “live devil”. Poi piano piano, se ti avvicinavi, ti accorgevi che era Michele Jackson! Non chiedetemi come hanno fatto a farlo, se volete vi faccio il Moonwalker ma la guida del museo no.

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Come sapete, in Giappone non puoi fumare. Quindi appena vedi una smoking area, corri come un pazzo in preda a crisi glicemiche e urli come se regalassero le Luois Vuitton!
I giapponesi ne approfittano per fumarsene 2 o 3, una dietro l’altra. Ecco perché hanno i denti come i muli! Già, porelli, nascono con la masticazione come i boxer. Poi l’infermiera glieli lancia a caso, e sono fortunati se hanno i canini dritti, sennò sembrano degli squali, ovvero due file di denti e un paio come piercing!
Mi ha detto il mio amico Michele di Napoli che qui il dentista costa come una casa in Brera, per questo non fanno certe cure. L’ortodonzia estetica è come Bulgari, la guardi ma non la comperi!
Poi essendo sempre sedute per terra, alle ragazze si stortano le ginocchia, poi la schiena, gli alluci valghi, i tacchi altissimi che peggiorano il tutto… Potremmo fare il nuovo “allegro chirurgo” dove la scapola ce l’hai al culo e i denti al posto delle costole!
Usciti dal grattacielo, abbiamo usato la tecnica “fatti accompagnare” e così è stato!
La Piera ha messo il profumo “Femme de Vagine Oriental” e si è fatta accompagnare sulla via per andare alla sede di Murakami, uno dei 100 artisti più influenti secondo il Times.
Quest’uomo è un genio!
La mostra che ha allestito è la celebrazione di una delle sue creature: Inochi.

inochi
Un bambino antropomorfo, che ricorda un po’ gli alieni, E.T. e il mio vicino di casa.
Fa un po’ senso perché gli si vede tutto, anche quello!
Ci sono gli studi del corpo, i disegni preparatori, i gadget, le sue versioni in tutti i colori, vestito da scolaretto, i poster e anche un trailer di un film ipotetico ambientato a scuola, dove lui si eccita alla mattina, fa pensieri erotici sulla sua compagna di scuola e la spia nello spogliatoio!
Ma il film non esiste… Peccato!
Siccome non è in vendita, la Piera infierisce sulla statua e indovinate cosa si è portata a casa?
Il suo pezzo preferito!
Ha anche quello del David di Donatello sulla mensola!
La zona di Roppongi ci stupisce perché non è poi così male, molto internazionale, con tante scuole, giardini e stranieri in giro che fanno i fighi e non si sa perché.
In effetti, qui ci sono bar dai nomi francesi, il Segafredo con le scritte in italiano e il cameriere che ti dice “buongiorno konnichiwa” e io rispondo “arigatou e salutame a soreta”.
Ma il top sta nelle gelaterie, che gusto volete fra:
1) love struck cheesecake
2) apple a la mode
3) temptation island
4) pupping shower
5) musk melon
6) cotton candy
7) love potion
La Piera ha scelto “cataclism water” e io “ anal dream”.
Quindi ora il nostro sogno del giorno è aprire una gelateria con i gusti strampalati a Roppongi.
Ci siamo già fatti il menù:
1) Night Pollution
2) shit of monday
3) poor uranio
4) feta greek
5) puffo (che è internazionale)
Stanchi come due cammelli nel deserto, ci siamo diretti a Shibuya alla statua di Hachiko per una uscita serale.
Pare sia la festa di un amico di Alice, uno di cui seguivo il blog.
Cavoli, li trovi tutti a Tokyo alla fine i blogghisti!
Credevo fosse una cosa intima, invece eravamo 32.
C’era, come in tutte le feste all’estero, la rappresentanza “Bella Napoli”, che quando s’incontrano mi fanno sempre sorridere.
“Teresaaaaaaa mamma mia quanDo temBo”
“Rossella ti si fatta chiatta”
Poi c’erano la coppie miste: Italiani fidanzati con Persiane, Giapponesi con Iraniane.
Poi giapponesi infiltrati per controllare che ci comportassimo bene, francesi ambigui con amichetta coccodè, amici di amici, io e la Piera!
Direzione: ristorante “Pink Big Pig” a Kabuki-cho, il quartiere hard di Tokyo.
Sesto piano di un palazzo alquanto mal messo, questo ristorante è tutto un velluto rosso, tipo “Eyes Wide Shut”, con statue di scrofe giganti tipo Miss Piggy, tavolini con gambe di donne con calze a rete, lacche nere e quadri di maiale antropomorfe vestite da regina e da puttana.
La sala da pranzo ha il simbolo del ristorante: la porcellona gigantesca di 2 metri con la corona che gira al centro sopra ad una enorme palla da discoteca, intorno tutto il buffet, pavimento a scacchi, un palco e tavolate di giapponesi mezzi eccitati!
Siccome abbiamo pagato 2300 Yen, il che mi sembra anche eccessivo visto il menù, e siccome possiamo mangiare “all you can eat”, io e la Piera inziamo a fare il giro dei tavoli del buffet come leoni affamati spingendo la gente per l’ultima polpetta!
P: “È mia, puttanella, lasciala!”
G: “Vattene cinesino, il “risuttin” è solo mio!”
Questo è il menù con tanto di bandierine che indicavano la nazionalità:
insalata di gamberetto (Italia)
tartina molle con muccio di mucca e salmone (Inghilterra)
kimchi (Korea)
riso bianco (Ospedale Fatebenefratelli)
zuppa di cadaveri (Korea del Nord)
polpettine (la bandierina era caduta dentro quindi dovete chiedere a quello che si è strozzato)
marshmallow affogati al cioccolato (invenzione della Piera)
gelato (non mangiato)
frutta marcia (non mangiata)
bagno (in fondo a destra!)
Ad un certo punto, mentre quella pisciona della Piera si andava a togliere il cioccolato dal reggiseno, visto che ha fatto il bagno nella fontana di cioccolata e la gente le pizzicava i capezzoli con le bacchette pensando fossero ciliegie, è arrivato il momento dello spettacolo “finto hard di basso livello”.
Una vacca orientale è uscita vestita da “Lady Marmelade” con la rosa in bocca e soldi nelle mutande e ha iniziato a fare la lap-dance sul palco e a cantare dal vivo, come una gallina strozzata!2326
Poi è scesa fra il pubblico, ci ha fatto vedere che sapeva fare la spaccata e, con cento persone presenti, da chi è andata a strusciarsi e a offrire la sua rosa in bocca?
Da me!
Io ovviamente, visto che mi metteva la vagina in faccia, non riuscivo a guardarla negli occhi, ma vi posso dire i risultati delle analisi del ginecologo.
Poi ha legato un uomo al palo e gli metteva il culo in faccia.
Poi ha chiamato le coriste, vestite come le “Barbie Calabriselle” a farle da spalla!
Ballavano ognuna per i fattacci loro, la sincronia l’avevano persa nelle mutande e fingevano di parlare inglese, “nai tu miti u”… “I uon bek om”…
Ma vai a casa e vergognati, che c’è lì tua figlia in prima fila che ti riprende (giuro, c’era una bambina che la telecamera!). Tieni 100 yen e prenditi il gelato, mignotta!
Il suo gruppo non era da meno: il finto bassista coi guanti neri da sciatore che fa finta di suonare e, pregio, il sassofonista che fa alternative ricercato, peccato che muovesse le dita a caso e neanche sui tasti.
Almeno facci vedere una tetta!
Dopo il caffè al profumo di abete, siamo usciti per tornare a casa.
Sembravamo il gruppo famiglia di Finale Ligure: “Mi prendi il peluche del gatto?”, “Mi prendi quello?”, “Guarda il costume di yattaman.”
Bottino della serata alle macchinette dei peluches:  lo Stregatto di Alice, Stich del duo “Lilo e Stich” e io? Un tampax gigante!
Alice: “Ma no, è un frutto di mare.”
G: “No no guarda bene, è un tampax. Ha anche le alucce e il cordoncino.”
P: “Ma il tampax non ha le alucce”
G: “E perché voi quando lo togliete sparisce sempre?”
Per finire la serata abbiamo avuto il primo approccio con delle giapponesi.
Peccato fossero ubriache marce, brutte come la lebbra, coi denti della mummia ritrovata in Trentino e lesbiche!
Volevamo fare “nampa” con l’Alice e la Piera!
Fare “nampa” significa rimorchiare.
P: “Gabry, mi hanno toccato!?”
Continuavano a dire “good, itaria, good!”
Michele ha scambiato quattro parole con loro e pare che volessero però solo le donne!
Che dire, amici miei, una troia mi ha regalato una rosa, ho un tampax gigante come amico e ora seduto sul divano mi godo uno spettacolo lesbico!
Volete fare “nampa” anche voi?
Buonanotte

Il Portinaio

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