In viaggio con il Portinaio,  L'altro Mondo

OKONOMIYAKI VS TONKATSU

1407P: “Guarda che è di qui.”
G: “No, devi andare di qui!”
P: “No, di qui!!”
G: “Ma dobbiamo uscire dalla metro.”
Ieri è stata una giornata densa come la salsa del teriyaki, così densa che non so da dove iniziare!
Ci siamo alzati mediamente tardi, verso le 10e30, tanto l’appuntamento con Mia-san era all’una.
Ho beccato, oltre Dina “la coinquilina”, pure Patrick, che si fa le uova le mattina, beve il succo di pomodoro e ci manca che si faccia la peperonata e ci stende tutti!
Non chiedetemi cosa mi ha detto, perché io ormai sono come quelle bamboline a forma di cane che stanno sulle macchine e muovo la testa annuendo. Mentre la Piera sembra divertirsi a fare l’interprete anche quando lui dice “ok”, io le ho solo detto che mettersi le cuffie per entrare nel personaggio è un po’ troppo!
Siamo partiti con la strada che ci aveva spiegato Mia-san l’altra volta, ovvero: prendi la metro sotto casa, fai due fermate, esci dalla metro e ne prendi un’altra lì vicino e poi altre due fermate.
Non so se siamo fuori noi o è pazza lei, ma dopo che la Piera stava mandando a cagare un controllore, ci siamo ritrovati al punto di partenza!
Ora mi chiedo: era necessario farci cambiare metro quando potevamo usare i sottopassaggi?
P: “Io non capisco niente di quello che dice questo qui.”
G: “Sì lo so, ma accenna un sorriso. Magari ci regala un portachiavi.”1433
Siamo arrivati con 10 minuti di ritardo. Niente di drammatico visto che l’insegnante d’italiano di Mia san era in ritardo come noi.
Mia: “Voi trovato strada?”
P: “(Maledetta giapponese ci hai fatto fare il giro di tutti i sotterranei di Tokyo) Sì sì, scusa ci siamo fermati a prendere i dolci e abbiamo tardato un po’!”
G: “(Vorrei capire quale problema avete nella vostra mente perché, ok sbagliare strada, ma tu non sai cosa vuol dire quando appare “La Fottuta Gaijin”) Gomen nasai sumimasen arigatou gozaimasu itadakimasu oyasuminasai…”
Poi non ricordavo altre parole in giapponese!
Mia: “Vicky arriva fra 5 minuti.”
G: “Trovami un’area fumatori o la creo io in 3 minuti!”
Mia: “Ano…loro fuori fumano. Non si potrebbe ma noi fumare lo stesso…”
E alla domanda “perché siete venuti in Giappone…?”, io speravo che la Piera non dicesse a Vicky questo:
P: “Perchè ci piacciono i cartoni animati, perché volevamo vedere i ricordi che avevamo legati a Creamy…”
G: “No, per la cultura…”
P: “Ma no, taci stupido! Veramente volevamo incontrare Ken Shiro e poi volevamo fare un giro su Goldrake. Guarda, è due giorni che cerchiamo sulla cartina la “Fortezza delle Scienze” ma di trovare Mazinga qui non se ne parla!”
G: “Anche per la cucina…”
P: “Ma taci, demente! Veramente sai noi ci cibiamo solo di gadget e vestiti, allora stiamo spendendo capitali per essere alla moda, sai siamo ragazzi così profondi!”
Ho visto in Vicky un accenno fra lo schifo e la tenerezza.
Siamo andati a mangiare il famoso tonkatsu: maiale fritto in letto di riso, con uovo semicrudo.
Deliziati, palato mio!
Si vede che eravamo gli unici Italiani in circolazione (che potevano ascoltarla). Così Vicky ha iniziato a parlare a manetta di vizi e virtù dei giapponesi.
È fantastica! Tutti vorrebbero avere un’amica come lei, uno scricciolo tutto nervi con l’ossessione del mangiare sano e di qualcuno che l’ascolti!
Mia-san ci guarda e mangia al rallentatore, io cerco di preoccuparmi di stare a sentire tutte, di badare alla Piera che non rubi qualcosa dagli altri tavoli come souvenir e di sorridere a Mia-san, che a quanto pare non capisce niente di quello che diciamo!
In effetti gli argomenti sono: I maschi giapponesi, il rapporto coi maschi giapponesi, la stranezza dei maschi giapponesi!
Sembra di essere al circolo delle donne in menopausa!
Che palle! Parliamo di sesso!
Invece ci siamo fatti elencare tutti i suoi lavori: interprete di qui, traduttrice di là, è un vero uragano! Io inizio ad adorarla!
Ora sappiamo tutto di lei ma per motivi di privacy non vi dico niente a meno che ricaricate la mia poste pay ( che non ho) o che mi difendiate in caso di querela!
Intanto il tonkatsu andava giù, però non mi convinceva… Un po’ troppo pesante con quell’uovo crudo!
Usciti dal ristorante siamo andati a casa sua. Che bello togliersi le scarpe, camminare sul tatami!
P: “Fa tanto Kiss Me Licia.”
G: “Piantala!!”
La cosa che mi fa più strano qui a Tokyo è che non ci sono cestini della spazzatura. Quindi io viaggio sempre con stuzzicadenti-con-prezzemolo-attaccato in tasca, fazzoletti sporchi nel giubbino, muccini di sigaretta infilati dentro le calze. La Piera invece non ha ancora capito che può tirare su col naso, ma che la deve piantare di soffiarselo in pubblico!
G: “Che indecenza, che volgarità!”
P: “Ma come faccio, mi cola…”
G: “Ucciditi come farebbe un vero samurai.”
A Mia-san ho chiesto come mai non ci sono cestini e questa è stata la risposta!
M: “Per via di terrorismo, anni fa attentato alla metro con gas, e ora si pensa che li avevano messi nei cestini quindi governo togliere.”
G: “Certo certo”
Se sono un terrorista e non trovo il cestino, dove mettere la bomba?
Finalmente è arrivata l’ora della merenda.
V: “Volete un caffè?”
G: “Sì, grazie.”
V: “Zucchero?”
G: “No, grazie. Ho una famiglia di diabetici, anche mio papà…”
V: “Mi spiace, digli di stare attento che poi perde la gamba.”
G: “Tranquilla, gliel’hanno già tagliata!”
Ecco, i discorsi si facevano sempre più splatter e di cattivo gusto.
Comunque pare che esista lo zucchero di barbabietola che non ti fa salire la glicemia. Veronica ci ha spiegato un sacco di cose sulla dieta giapponese, ma siccome non so ripetere nemmeno un nome delle verdure che mi  ha detto, voi continuate pure a mangiare tranquilli!
Alla fine, per fare i gentili, abbiamo regalato due collane fatte dalla Piera alle nostre amichette coccodè!
M: “Che belle, non so scegliere.”
G: “Dai prova, non è difficile.”
V: “Se fossi in negozio cosa faresti?’”
M: “Chiederei a negoziante.”
G: “A bella del Sol Levante! Siccome se stiamo ad aspettare te facciamo sera, te lo dico io: tu Vicky prendi quella verde che vuol dire “speranza di trovare un uomo” e tu Mia-san prendi quella rosa che vuol dire “andiamo a casa che mi fumo una sigaretta.”
Ma la giornata non è ancora finita.
Alle 18e30 appuntamento davanti alla stazione di Harajuku con Alice.
Noi siamo arrivati alle 17!
Perché non approfittarne per andare a fare shopping da Oriental Bazar?
Che posto di merda!
Pieno di stranieri che credono di fare affari a comprare, tazze, kimono sintetici, piatti con su gatti morti e portafogli in tessuto kimono!
La Piera era la regina qui dentro, ha comprato il set per trenta persone di bacchette di sushi, 10 portafogli, … Hanno aperto una cassa speciale per lei, e solo per impacchettarle i 30 appoggini per le bacchette del sushi ci hanno messo mezz’ora.
Di fianco c’è Kiddy Land, il regno di Lady Disturbia! Praticamente hanno finito le calze perché le ha comprate tutte la Piera.
Harajuku ti sorprende sempre, anzi il Giappone. C’è sempre qualcosa che ti stupisce.1391
Fuori dal ristorante di okonomiyaki, la cameriera ti porta il tè caldo, hai la coperta se fa freddo, ci manca un gatto che ti fa le fusa e la massaggiatrice tailandese. Quante attenzioni!
L’okonomiyaki è una specie di frittata con dentro di tutto, era quello che faceva Marrabbio in Kiss Me Licia!
Alice la sa lunga sul Giappone e io ho una lista interminabile di cose da fare e da chiedere, ma sembra sempre che non ci sia mai tempo e domani siamo quasi al giro di boa.
Non potete capire come passa in fretta il tempo qui e… quanto è buono l’okonomiyaki!
Nella lista dei cibi giapponesi passa subito al secondo posto, ovviamente dopo il sushi.
Il bagno del ristorante è quello più complicato che abbia mai trovato, perché lo sciacquone è scritto direttamente sul computerino e non è dietro al gabinetto!
Quindi io inizio a provarli tutti, dal tasto “ti faccio un bidet al gusto di tè”, al tasto “musiche e melodie per le tue arie intestinali”. Alla fine, dopo aver disattivato “stronzi e buoi dei paesi tuoi”, riesco a trovare il tasto “tutti giù per il tubo”.
E la giornata non è finita!
Alice viene a casa nostra a bere un caffè e chi poteva esserci lì, come un condor che guarda una carcassa?
Patrick, l’uomo che non tace mai!
Era ubriaco come Suellen in Dallas, l’alito che sapeva di circolo e una vena di simpatia verso le italiane con l’intercalare “fucking”.
Punto primo: si è lasciato con la fidanzata giapponese, si vede che il padre ha scoperto che avevano 48 anni da differenza!
Punto secondo: non sopporta più la gentilezza giapponese e vuole tornare a New York.
Punto terzo: non ce ne stracciafrega niente delle tue ex fidanzate italiane!
Eppure questa sua ex ex ex italiana pare l’amasse molto, lui ha fatto un viaggio interminabile per stare con lei due giorni!
G: “How does she lives your ex girl friend… Senti Piera, chiediglielo tu a Mister Martini.”
E invece lui inizia a raccontarci la storia della sua vita (mi viene male solo a scriverlo): la sua ragazza l’ha chiamato e gli ha detto che aveva voglia di lui, quindi Patrick si è alzato dal divano ha chiamato l’agenzia, ha preso il taxy, è andato all’aeroporto (vi giuro ci parla così), è partito, poi è andato da New York a Ginevra, poi ha preso la coincidenza per Roma, poi ha preso il treno per Napoli e poi…
G: “But where does she lives?”
Patrick: “Avellino”
G: “AVELLINOOOOOOOO?!”
Hahahahahhaahhaahhaahha
Non vi dico quanto l’ho preso in giro e quanto risate ci siamo fatti.
Resta il fatto che questa qui l’ha lasciato e sapete perché?
Perché lui una volta che è andato in Sud Africa, dopo aver fatto 60 ore di aereo, l’ha chiamata con due ore di ritardo rispetto al solito!
G: “Next time call her terrona!”
Pt: “Waht’s terrona?”
G: “Don’t worry, tu chiamala così che lei capisce.”
Oyasuminasai!

Il Portinaio

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