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RICORDAMI

Il mio amico Nantonaku mi ha invitato a casa sua per una session di foto sul suo viaggio di nozze in Giappone. Un viaggio bellissimo. Le immagini a volte ricordavano pseudo annunci di scambisti in visita nel Sollevante. Mentre facevo finta di commuovermi pensavo:

“Giovane italiano ancora aitante, sulla quarantina, con mogliettina sottomessa occhi a mandorla e passerina a prugna cerca generose nipponiche per un’orgia al tofu! Ti cerco “soia” per non dirti….”

Il primo ricordo che ho del Giappone è una lacrima.
Mentre con Lady Disturbia eravamo sul pullman dei poveri che ci portava dall’aeroporto a Tokyo, di fianco a me un ragazzo chiacchierava al telefono.
Dietro di me c’era una signora di una certa età, bella gonfia di riso al curry, fresca di piega e truccata peggio delle “clienti” di Cli(t)o Make up.
Mi faceva ridere, perchè teneva la bocca aperta e continuava a sbattere sul finestrino.
Mia san faticava a tenere gli occhi aperti, Lady Disturbia era pallida come zio Tibia (credo avesse schiumato sull’aereo durante l’atterraggio) e io continuavo a guardare quel ragazzo al telefono.
Non che fossi interessato alla sua conversazione, ma era il suo viso che mi incuriosiva.
A stento cercava di trattenere le sue emozioni, le labbra gli tremavano e le mani stringevano il suo cellulare con due ciondolini appesi.
Poi ad un certo punto smise di parlare e una lacrima, veloce e furtiva, fu asciugata svelta dal suo dito.
Non voleva farsi vedere da nessuno, ma non riusciva a trattenersi.
Piangeva come un cartone animato, i suoi occhi stillavano acqua, nessun mugugno, nessun lamento e nessuno che aveva una parola per lui.
Poi si accorse di me e con un inchino ritornò con la faccia da tonto che aveva.
Dicono che il Giappone insegni a non esperimere emozioni, a lavorare a testa bassa e a dire sempre di sì.
Quel giorno, sul pullman, mi era stato dimostrato il contrario.

Ma per esprimere trepidazioni e turbamenti, senza muovere un muscolo della faccia, ci ha pensato la Neurowear, con la sua coda applicabile al culo, che scodinzola quando siete felici, eccitati o tristi.
Guardate attentamente il video…sembra uno swiffer lucida chiappe!

E se alla signorina scappa la cacca? La coda riconosce lo stimolo dello sfintere e si alza? O finisce come il barboncino bianco di mia nonna che tornava sempre con gli stronzini attaccati al pelo?
Forse per essere più passionali i giapponesi avranno bisogno ancora di un po’ di tempo, ma diciamo che con l’aiuto di qualche artefizio raggiungeranno presto il loro scopo.
Magari aiutandosi con questa canzone…il primo che la riconosce vince un taralluccio secco e un bicchiere di vino.

Il Portinaio

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