Luca titolo
Il cinema costa troppo,  Lavoro sporco,  Portineria

SPOILER (#vogliodormireconte)

“Caro attore che tieni sempre dentro la pancia,  scusa la mia latitanza, ma la post produzione è un lavoraccio infinito”
“Caro regista dalle forme generose è tre mesi che metti sottotitoli a questo film. Lo vuoi portare in Cina?”
“Io non sono cicciottello, mi spacco la schiena in palestra”
“Con scarsi risultati”
“Guarda che ti lascio i difetti della pelle sullo schermo!!!”
“Vuoi che ti rovini la prima?”

E’ un po’ che non ci sentiamo io e te.
L’hai fatto tu l’ultima volta, quasi a toglierti un sassolino dalla scarpa.
Un messaggio di auguri con una frase ad effetto. Quasi a ricordarmi però che il passo avanti l’ho fatto io.
“Auguri ovunque tu sia e chiunque tu sia”
Come se fossi diventato chissà quale creatura mitologica.
Come m’ immagini adesso?
Credi abbia ancora i baffi?
In effeti è vero, sono più preciso. Pulisco le fughe delle piastrelle senza rendermi contro che il pavimento è tutto sporco. Tento di cucinare qualcosa di buono nonostante la mia avversione per i fornelli.
Oggi ho aggiunto due patate al minestrone surgelato, sembrava più buono.
Come vedi uso dei trucchetti.
Potevi essere più banale e scrivere:  “Come stai?”
O magari spararmi alle ginocchia con un bel “Torna da me”.
Ma il prezzo che io pago è il tuo silenzio.
Nonostante cerco di migliorarmi la tua attesa fa cadere le mie impalcature.
Posso fantasticare sulla tua vita, crederti contenta e risolta. Se accendessi il cellulare saprei trovarti in 8,5 secondi, guardarti sorridere sul tuo profilo Whatsapp e stanarti subito. Perchè ti sei messa in posa?
Io non l’ho fatto. Neanche per questo film.
Il regista mi ha rimproverato così tante volte che alla fine sono stato costretto a dirgli la verità.
Hanno fatto le proiezioni ignoranti. Sai cosa sono?
Prendono persone a caso o del settore e vedono le reazioni al film. Nessuno si è accorto che non viene mai pronunciata la parola “Ti amo”.
Pare abbiano preferito lasciarla ai cantanti.
Eppure si vedono tante storie d’amore.
C’è quella coppia all’inizio, che mi commuove talmente tanto, che non riesco più a rivederla. Il giorno della prima arriverò in ritardo perchè non ce la faccio a reggerli. Lui sta in silenzio e lei piange.
C’è una scena che mi ricorda il Giappone. La neve bianca come il trucco di un geisha e un rossetto rosso come il sangue di un samurai.
E’ così bella che meriterebbe un premio per l’estetica.
Fra tutti i frame bellissimi che potevano prendere hanno scelto me.
Mi hanno sbattutto sul giornale senza neanche chiedermi “Sei contento?”.
Perchè non me lo chiedi tu?
Volevi questo?

voglio dormire con te il manifesto
Come puoi notare ho ancora i baffi. Ormai sono un logo.
C’è un matrimonio nel film. Uno di quelli che si fanno all’estero. Il prete sembra un personaggio gotico, uscito da una storia di vampiri. Cammina sulla sabbia nera islandese e il colletto bianco stride con tutto il panorama. Non so cosa dica, non ho letto i sottotitoli.
Sono tutti così impazienti. E io faccio fatica a credere che sia vero.
Il 21 marzo “Voglio dormire con te” sarà proiettato a Parigi, in concorso al Festival del Cinéma du Reel.
Segnati questa data.
Riuscirò a vederti in fondo alla sala?.
Sarai mai capace di un gesto così grande? Di comprare un biglietto low cost e di farmi una sorpresa?
Sono proprio uno stupidino.
Non faccio altro che pensare a quale camicia indossare. Meglio bianca o a scacchi?
L’accappatoio me lo daranno quelli dell’hotel o dovrò portarmelo da casa?
Non ho aspettative, il mio ego non è poi così riferito. Ho solo partecipato a questo progetto perchè volevo farti un regalo, che poi è servito solo a me.
E allora spero di diventare un super eroe, di quelli con la calzamaglia stretta che si vede tutto il pacco. Almeno farei ridere.
Il regista ha cercato delle risposte e invece ha trovato soluzioni.
Credo sia questo il riassunto del film.
Nonostante tutti provino a cantare e a legiferare sulle storie d’amore nessuno trova una spiegazione. Basta chiedere. Tutto qui.

SAMSUNG

“Voglio dormire con te” assomiglia a una persona. A una persona che soffre, che ricorda, che si lascia andare, che si accomoda e che alla fine sogna.

Le finestre e le scatole sono un filo conduttore.
Nessuno è dato per scontato. Perchè dev’essere così.

Quale sarà il mio prossimo passo non lo so. Però stai tranquilla che non ti ho dimenticato.
Ho cercato di rivelarmi, perchè per cambiare ormai è tardi.
A volte sento ancora i tuoi sussurri nel letto, i tuoi dubbi dentro l’orecchio. Ho così tanta memoria di noi due, che un po’ mi piace la mia inutile sofferenza.
E’ passato così tanto tempo, che ora non c’è più niente da perdonare.
Aveva ragione il regista. Il film curerà tutto e rimetterà ordine alle cose. Qualcun’altra verrà a bussare alla mia porta e tutto ricomincerà da capo.
Ma lui, ti ripeto, ha trovato delle soluzioni, non ha scoperto i segreti.
Per ora è tutto, non posso dirti di più.
Ricordami solo di tenerti un biglietto in prima fila. Chiunque tu sia.

Il Portinaio

“Baffone hai visto che hanno parlato di noi sul Manifesto?”
“Ma è  un giornale comunista!”
“Mica mangi i bambini”
“Adesso Alfonso Signorini mi odierà a morte e farà un servizio su Chi mentre mangio il gelato alludendo al sesso orale”

Non sei più tornata
Sei stata di parola (I.G.)

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