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24 ORE (per uccidere un gatto)

“Ciao non è che hai tempo in questi giorni di dare un occhio al mio gatto?”
“No! Ho il corso accellerato di involtini primavera”
“Ricorda che sono il tuo Webmaster! Con un tasto posso farti saltare tutto”
“Ok! Se vuoi ti pulisco anche i serramenti!”

Ed è così che oltre ai cani mi è toccato pure il gatto!
Si chiama Kiki ed è di casa in Portineria. (QUI, QUO e QUA le sue avventure)
A differenza di quei fetentoni dei carlini, lei si fa i fatti suoi, non rompe i coglioni, ha un istinto selvaggio e vorrebbe distruggere l’intero quartiere.
Il mio compito è semplice: entro in casa, apro l’antina, prendo il cibo (di sottomarca), lo metto nella ciotolina, cambio l’acqua, pulisco la lettiera, controllo se le piante sono morte e poi faccio pipì. Kiki mi guarda e ride.
Poi in teoria dovrei metterle la crema medicamentosa sugli occhi lacrimosi, ma lei non si fa prendere e cerca spesso di graffiarmi.
Crepa cieca!
E vabbè fin qua tutto ok.
Poi torno a casa e mi tocca pulire le finestre perchè Bandito ci ha pisciato sopra. Come sono permalosi i cani.

Drin drin

“Ciao sono il capitano della tua squadra non è che hai voglia di giocare la 24 ore di pallavolo di C.M.?”
“No!”
“Allora cercati un’altra squadra il prossimo anno!”
“Ma ho tutti gli animali dello zoo da curare…ti prego…”
“Non m’interessa! E’ un dovere. Devi farlo per lo sport, l’amicizia che c’è fra noi e l’amore per la pallavolo”
“Ma se a scuola manco mi salutavi!”
“Ero timida!”
“0_o”

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Nel weekend mi è toccato trasferire i carlini a casa di mia madre per una notte, recuperare un sacco a pelo e sperare che a mia zia non venisse in mente di chiedermi di curare le sue bestie (ha 2 tartarughe, 30 gamberetti giapponesi, una voliera piena di uccelli, un gatto peloso, 3 cani e 400 pesci rossi).
La 24 ore di pallavolo si svolge più o meno così: Arrivi, firmi che se ti parte un embolo sono cazzi tuoi, ritiri la canottiera in omaggio e cerchi un posto dove dormire nella sala mensa delle scuole elementari.
Poi ogni due o tre ore giochi una partita. Dura veramente un giorno! E non dormi per un cazzo.
Io e i miei compagni avevamo allestito una specie di tendopoli con tanto di stendini costruiti con le sedie.
Al mio materassino mancava il tappo, quindi ho dormito su quelli che usano per fare la ginnastica, puzzavano come la tomba di Tutankhamon.
Il mio capitano, noto nella mia città come la signora Black Mamba ha imprecato contro suo marito che non riusciva a gonfiare il super letto matrimoniale fai da te “Amiche per l’Abruzzo” edition.
Ha dormito anche lei sui materassini che puzzavano come la tomba di Tutankhamon.
Ci siamo portati dietro anche l’insalata di riso, i gatorade, bottiglie d’acqua, panini prosciutto e formaggio, caramelle Haribo, cookies al cioccolato e persino i Brutti ma buoni, specialità dolciaria della città di Gavirate in provincia di Varese.
Le partite non sono andate un granchè bene. Ma forse perchè gli avversari non si lavavano mai.
Noi abbiamo fatto 4 docce in meno di 12 ore. Non avevamo più la flora a proteggerci le parti genitali e nemmeno le impronte digitali.
C’era una odore di ascella fetecchia in campo che è un ottima arma per sconfiggere gli avversari.
Non vi dico com’è andata quella delle 3 di notte. Se non mi è partita l’ischemia a sto’ giro posso benissimo scalare l’Everest senza preparazione atletica.
Nessuno ha vomitato in campo nonostante li vedessi tazzare lambrusco alle 4 del mattino, nessuno si è accoppiato durante la notte e non c’è stata nemmeno una rissa.
Che palle!
La cosa più trash era la presenza di queste ginnaste che facevano degli esercizi lesbo sperando di essere notate da qualcuno. Dopo mezz’ora le ho trovate che russavano di fianco all’ingresso della mensa.
Poverette.
Non sono tornei questi, ma torture fisiche organizzate da nazisti.
C’è la privazione del sonno, il martirio del gabinetto intasato, il supplizio della salamella, l’angoscia della cervicale, la paura che negli spogliatoi ti cada per terra l’asciugamano, lo strazio delle zanzare e il tormento dell’odore di piedi. (QUI le foto con le cornicette anni 90)
Ma perchè non sono rimasto a casa a curare i miei animali domestici? Potevo passare un pomeriggio gradevole a guardare lo strabismo di Petunia.

Drin drin

“Mamma sono le due di notte! Sei pazza a chiamarmi a quest’ora? Qui c’è gente che gioca! :-P”
“Dio delle città!!!! Quel maiale di Bandito continua a ciularsi quella poverella che sta impazzendo. Poi quando li porto giù non fanno niente. Prima tuo padre mi guardava dalla finestra perchè aveva paura che qualcuno mi molestasse mentre facevo la passeggiata con loro. Poi vogliono dormire in camera con me e il loro alito mi ha impestato tutta la casa e mi hanno cagato sul terrazzo e russano come vecchi con la pleurite”
“Devo andare in campo”
“Vieniteli a prendere o li chiudo in cantina!”

Click!

Bene mia madre e i carlini hanno fatto amicizia. Tranquilli fa sempre così. E’ un po’ teatrale, ma poi alla fine ci tiene agli animali. I suoi preferiti sono: il visone, la volpe argentata e l’Astracan. 😛
Adesso posso riposarmi, mancano giusto altre 4 ore alla prossima partita.

Drin drin

“Ciao sono il tuo webmaster”
“Amico mio che tieni in mano questo blog posso fare qualcosa per te?”
“La mia casa sta andando a fuoco!”

 


“Puoi andare a controllare cosa è successo?”

“….”
“Ci sei???”

I principali sospettati sono il vicino di casa che è un noto cantate che ha scritto “Bruci la città” e che ha fatto questa foto.

casa in fiamme
I Kebabbari di fronte che potrebbero aver lanciato felafel infiammabili.
La tavola calda sotto casa, che già dal nome non può avere alibi.
Kiki, per vendicarsi dell’abbandono.

kiki

E poi ci sono io…

Il Portinaio

petunia strabica

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