In viaggio con il Portinaio,  L'altro Mondo

BAMBINARA!

1893Ecco un’altra di quelle giornate che in Giappone durano 29 ore. Perché ogni tanto, se siete osservatori come me, noterete che fuori dai locali ci sono gli orari fino alle 29:00!
Ci siamo svegliati con la gioia nel cuore: non rivedremo più questa latrina di hotel.
Ma io decido comunque di fare la doccia!
Ieri sera ho lasciato la sveglia alla Piera così almeno lei può scendere a chiamarmi, sempre che non incontri la saponificatrice di Correggio!
La doccia, stranamente, alle 8 del mattino è libera.
Ovviamente sembra uno stagno e c’è sempre una saponetta ovunque, fatta coi cadaveri di qualcuno!
Mi lavo, mi stralavo e mi dimentico che lo yukata non è un accappatoio ma una vestaglia.
Esco come un ladro e mi dirigo verso l’ascensore per non fare la figura del gaijin con la giacchetta della notte che sembra tutta pisciata!
La Piera ormai puzza “come dopo l’ora di ginnastica”, ma è felice di andarsene via da Osaka.
Foto ricordo davanti all’hotel e partenza per Nara, il paese dei cerbiatti!
Ci mettiamo all’incirca 50 minuti, visto che il nostro è un “local semi express limited edition train service wagon low cost”.
Al banco informazioni un tawainese metteva a dura prova la pazienza della signora allo sportello, che gli avrà spiegato 100 volte di prendere il treno al binario 3 per Osaka.
Ho capito pure io!
La signora in questione era fantastica.
Inglese perfetto, mappe già pronte con itinerari, ci ha spiegato tutto per filo e per segno e ci ha anche detto dove depositare i bagagli!
Poi visto, che le eravamo simpatici, se n’è fottuta della fila, ci ha chiesto da dove venivamo e si è messa a fare una breve conversazione.
Nara è il paese dove vorrei vivere, non c’è nulla di eclatante, però la gente ti sorride per strada, s’inchina e dopo aver fatto la via dei negozi, dove si sentono musiche per bambini uscire dagli altoparlanti, ad un certo punto appare lui: la sensazione che hai è un misto fra stupore, perplessità e tenerezza!
Poi inizi a vedere tutti questi turisti che comprano biscotto a 150 yen per farsi rincorrere dai cerbiatti e allora vorresti portarli via con te. Per sempre! I cerbiatti, intendo…
Al primo tempio rimaniamo estasiati, ce ne saranno una ventina. La Piera li acceca a suon di flashate, io cerco di offrire loro dell’erba gatta ma non mi cagano più di tanto.1881
Poi inizio a notare qualcosa di strano nel loro comportamento ma, siccome si sta mettendo a piovere, ci ripariamo sotto la hall del museo di Nara, insieme agli operai che fumano e sputano e che, da veri macho, si mettono il burrocacao.
Dopo dieci minuti si alza un vento gelido che porta via le nuvole della pioggia, corriamo verso il grande tempio Todai Ji, dove c’è un immenso buddha gigante.
Di cerbiatti ce ne saranno 300!
E lì capisco tutto.
Questi animali non hanno sensibilità per nessuno. I bambini vengono assaliti e calpestati; ho visto un disabile tetraplegico (che mi faceva tenerezza) comprare i biscotti, cos’hanno fatto ‘sti bambi di
merda? Gli si aizzavano addosso e lo mordicchiavano ovunque, facendolo quasi cadere!
Ecco perché in “Bambi” ammazzavano sua madre: non sono degli animali, sono dei rompicoglioni.
Ma vatteli a comprare i biscotti brutto erbivoro puzzolente!
Entrano nei ristoranti, attraversano la strada rischiando di causare incidenti, vogliono pure salire sul pulman!
Ci manca solo che te li trovi a fare le meches dalla parrucchiera.
“Dora, una permanente per me e per la mia amica con le corna!”1929
Di fianco al Todai Ji c’è un bosco che ti porta ad un altro tempio che si chiama più o meno “Sunshine Qualcosa” (sembra il nome di uno shampo!).
E chi c’è lì, nel punto più alto di Nara? Il baracchino con Hallo Kitty vestita da cerbiatto.
Ma la cosa più trash sono le teste mozzate dei cervi.
C’era una signora alla cassa che parlava da sola con un cerbiattino, come una pazza! Mi sa che la cassiera non lo sapeva che era lì in cerca di vendetta, visto che le teste mozzate erano quelle dei
suoi parenti!
Dopo aver guardato le monache shintoiste e aver fotografato anche la loro sottana, siamo tornati verso il paese. Altra invasione di cerbiatti.2040
Più ti avvicini al centro più diventano invadenti, attaccabrighe e scassaminchia!
Ma i Giapponesi, per tenerli lontano e spaventarli, hanno chiamato le sorelle Fendi, che con un fucile sterminano i poveri animaletti per fare delle costose borsette coi loro culi.
Con gli avanzi il Mcdonald ci fa McBambi.
L’unica a cui non si avvicinavano era la Piera, perché puzzava ormai come la iena ridens della
savana della Valsabbia. Quindi appena alzava l’ascella era un ruggito di minaccia (per me e per
l’ambiente).
Dopo un pranzo a base di tempura con riso, siamo tornati verso la stazione.
Con Yasu abbiamo appuntamento a Takatsuki alle 9, che ho scoperto non essere una zona di Osaka
ma un’altra città.
Resta un problema: dove mettiamo la testa di cerbiatto che ho appena tagliato?
Mata ne!

Il Portinaio

Un commento

  • Bea

    Per i giapponesi Takatsuki è Osaka per lo stesso illogico motivo per cui, se dico “Uffa, voglio andare al mare, ma a Kyoto non c’è”, mi rispondono tutti in coro “Ma come!? Sì che c’è. Se vai a nord ci sono le spiagge!”. Certo, a più di 3 ore di treno.

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