zombie shopping center
E' successo ora,  Italians do it better,  Portineria,  Psicosi Collettiva,  Raccolta differenziata,  Shopping Compulsivo,  Volantinaggio web,  We are Family

GITARELLA AL CENTRO COMMERCIALE “IL CENTRO” DI ARESE (con mia madre)

I miei genitori hanno fatto l’esame dell’udito.
Mio padre nonostante le sue alterazioni fisiche ci sente bene. Mia madre invece pare stia diventando un po’ sorda.

“Mamma hai visto Rita Dalla Chiesa che faceva un comizio a favore della Meloni?”
“Vende i meloni?”
“Ma cosa dici!!! Ha fatto una pantomima sui matrimoni gay durante un raduno di fascisti pro-Salvini”
“Cosa? Vuole far sposare dei gay con Salvini?”
“Senti ti va di andare al centro commerciale di Arese?”
“Non mi piace il pavese. E’ pieno di zanzare”

L’ho caricata con la forza mentendole spudoratamente.
Il Centro (questo il nome del centro commerciale…mamma mia che fantasia) sorge sulla ex Alfa Romeo di Arese. Per arrivarci ci sono due strade. Quella normale, ricca di semafori e rotonde, oppure l’autostrada. Per chi viene da Varese è consigliata l’uscita di Lainate, che ha un casello con solo tre porte.
Ovvivamente quando hanno costruito il centro commerciale non hanno pensato all’affluenza che avrebbe generato.
Nel parcheggio abbiamo girato come dei randagi. A un certo punto ci siamo fermati di fianco a una signora che stava caricando la spesa sull’auto.
Lei ha fatto finta di niente. Ha rimesso il carrello al suo posto, controllato il trucco allo specchio, aggiornato i suoi social, fumato una sigaretta. Poi mia mamma spazientita…

“Scusa, ma abiti qui o lo stai facendo apposta?”
“Sto aspettando mio marito che si è dimenticato di comprare le mutande”
“E non vedi che siamo qui ad aspettare come degli scemi”
“Il parcheggio è grande, potete andare da un’altra parte”

I centri commerciali rendono le persone brutte. Nel verso senso della parola. E’ come se ci fosse un virus.
Orde di persone vestite male arrivano come zombie pensando di trovare chissà quale cura alla loro frustrazione estetica.
Le gang di ragazzini hanno fatto loro questi luoghi. Abitano davanti alle porte scorrevoli, con i loro boxer a vista e i cuccioli di pittbull.
Mi avranno scroccato 3 sigarette in cinque minuti.
Io li odio. Con le loro tute del cazzo e quei ciuffi alla El Shaarawy.

Ad accoglierti all’ingresso del Centro ci sono un Birrificio, una Piadineria, il ristorante emiliano e un’enoteca.
Il colosso KFC è al primo piano, quasi fosse una specie di oracolo da venerare.
C’era la coda alle 4 del pomeriggio. Secondo me vendono miracoli fritti e le commesse fanno vedere i capezzoli. Perchè non si può spiegare questa cosa, ma soprattutto non puoi fare merenda con del pollo fritto.
Mia mamma ha già male ai piedi ed è allucinata dalla quantità di persone che camminano e urlano.
Per rendere appettiso questo post l’ho lasciato in mano a lei.

“Allora adesso devi prendere appunti e scrivere tutti i nomi dei negozi”
“Ma tu sei scemo!”
“Allora tu leggi le insegne e io scrivo”

Sembravamo due addetti alla sicurezza.

“Allora figliolo prendi nota. Qui c’è Benettò, sAslei, Calvinclei e Ifgier”

Che tradotto è: Benetton, Sisley, Calvin Klein e Tommy Hilfiger.

L’unica cosa che mi ha attirato in questo posto è il negozio della Lego. Oppure dovrei dire l’unica cosa che mi attirava di questo posto era il negozio della Lego. Praticamente non esiste.
E’ un locale grosso come il mio salotto con due scaffali e quattro scatoline di mattoninci colorati. Nulla di più.
Anche Primark, il marchio londinese dei vestiti economici è qualcosa di indescrivibile. Sembra di entrare in un negozio dell’ex unione sovietica. Regna il poliestere, l’uranio impoverito e i prezzi sono veramente bassi. Però muori dopo sette giorni.

“Figliolo, ma che schifo qui dentro! I vestiti non hanno forma e la gente parla ad alta voce”
“Mamma purtroppo i poveri vengono qui”
“Ma sono anche scemi!”

Come biasimarla.
Il Centro potrebbe diventare un bellissimo set per la nuova stagione di Walking Dead. Vengono studiati percorsi, stimolati i sensi e distrutti i pochi neuroni dei clienti.

“Scrivi che qui c’è Napapui (Napapijri), Armoni e black (Harmont & Blaine) e Orgasmi”
“Cosa hai detto?”
“Aspetta che metto gli occhiali…Origani”

Mia mamma nonostante l’età e il suo abbondante seno continua a provarsi magliette di pizzo per ragazzine di 16 anni. Poi si lamenta ad alta voce che non fanno le taglie forti.
Il Centro è un riassunto di qualsiasi corso cittadino ormai globalizzato. E’ comodo perchè trovi tutto e non puoi inciampare in qualche museo o mostra. Non sia mai che ti venisse voglia di cultura.

“Qui abbiamo Terronanova, Giecgi0′ e Pull bir”

Traduzione: Terranova, Jack Jones e Pull & Bear.

Il negozio preferito di mia madre è Zara Home, perchè dice che è pulito, profumato e ordinato. Si stupisce sempre come io possa frequentare H&M e l’Oviesse.
In effetti i miei jeans durano giusto due lavaggi. Proprio l’altro ieri mentre l’aiutavo a spostare i vasi mi si è aperto in due il pantalone. E sono rimasto con fuori i testicoli tutto il pomeriggio. Visto che anche il mio intimo non è di grande qualità. (Tezenis ti fischiano le orecchie???)
Una bambina sulle scale mobile domanda al papà cosa voglia dire H&M.
Lui tutto orgoglioso risponde:

“E’ una sigla. M sta per Madonna. Perchè è suo questo negozio”
“E H?”
“Di Hotel!”

Al Centro trovi anche il negozio Desigual, il brand spagnolo tutto colorato che manda in tilt le diottrie.
Per le scarpe da ginnastica c’è un sacco di scelta: da Footlocker (QUI quando ho fatto il colloquio da loro) a quegli stronzi di Aw lab, che non mi hanno assunto con questa scusa:

“Perchè sei venuto qui per cercare un lavoro con il bel curriculum che hai?”
“Mi avete chiamato voi”
“Ma è come tornare indietro”

oppure ci sono quegli scellerati di TreEsse che mi hanno rimbalzato per l’età.

“Scusa avevamo letto 1986 sul tuo curriculum. Invece hai dieci anni in più”
“Quindi?”
“Noi assumiamo solo gente giovane”
“Va bene. Andrò a guardare i cantieri”

Mia mamma si è provata un paio di scarpe. Per l’esattezza queste.

scarpe da ginnastica strass
Appena vede tre strass esce pazza.
Questo il dialogo semiserio fra lei e il commesso pirla.

“Sono molto belle, ma mi sento andare indietro”
“Ma ha il tacco dietro”
“Io ho bisogno di un po’ di zeppa”
“Ma ha il tacco dietro”
“Non è un tacco. Io ho bisogno di un po’ di zeppa”
“Ma ha il tacco dietro”
“Senti ragazzino io ho venduto scarpe per 30 anni. Se per te questo è un tacco ti consiglio di cambiare lavoro, non mi prendere in giro che io ho 40 anni più di te e una certa esperienza. Mi chiamavano Miss sorriso, ero la più bella di tutte le commesse del corso, ero stata anche eletta impiegata dell’anno e ho perso per un soffio la fascia di Miss Muretto ad Alassio solo perchè mio padre ha sbagliato uscita dell’Autostrada e ci siamo persi ad Arma di Taggia. Alla fine con i risparmi di una vita ho aperto un esercizio tutto mio, ho cresciuto un figlio e ho un marito disabile a cui hanno amputato una gamba, oggi c’è freschino, avrei dovuto portarmi delle ciabatte e in questo centro commerciale c’è puzza di fritto. Quindi questo non è un tacco. Io ho bisogno di una zeppa! Ok?”

Mia mamma crede che il negozio Mango sia stato aperto dai parenti del noto cantante scomparso due anni fa.
Di Pittarosso non ha stima, ma solo perchè non si capisce un cazzo quando entri e tutte le scarpe sono di pessima fattura.
All’ingresso del negozio fashion Motivi un cartellone strilla “Una ragazza dovrebbe essere di classe e favolosa”.
Certo finchè non si accorge che indossa abiti cuciti da poveri sfruttati e sottopagati.
C’è ogni genere umano al Centro di Arese.
Ci sono signore che parcheggiano poveri anziani sulle panchine con un gelato in mano, bambini impazziti che piangono per ogni cosa, milf in assetto da guerra pronte a sedurre giovani con l’ormone impazzito, bambine che si travestono da veline con dieci Euro, mamme masochiste con passeggini gemellari, cretini che lasciano pisciare i cani sugli orli dei jeans di Bershka (giuro l’ho visto) e matte che camminano con tacchi alti 14 centimetri.
Possiamo decidere di non frequentare questi posti, ma non possiamo fare finta che non esistano. Difficile sperare il loro fallimento, ma se la storia è fatta di corsi e ricorsi, magari fra qualche anno ritorneremo a una società medievale e potremo finalmente coltivare e produrre solo quello che ci serve.
Ma soprattutto potremo bruciare le commesse di Tezenis come streghe eretiche! 😛

Il Portinaio

“Figliolo c’è Talli uelli, Ascolt e Calzemonia”
“Si dice Tally Weijl, Alcott e Calzedonia”
“Ho capito, mica sono sorda!”

Poi c’è questa qui!!!

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.