lettera kanji
L'altro Mondo,  Portineria

NON HO FATTO IN TEMPO (#tiportoingiapponeconme)

L’ultimo giorno a Tokyo sono passato da Aoyama. Sapevo che c’era il negozio che avevi aperto. Non ci ho messo molto a trovarlo. E’ bastato seguire il flusso di gente.
Ma tu lo sapevi già dove tirava il vento.
Era vuoto.
La commessa si stava annoiando a morte, ma stava comunque in piedi ad aspettare. Nessun cedimento, nemmeno una rotula fuori posto. Una mia amica mi ha detto che per sopravvivere alla noia s’inventa delle sue verità. Il suo mondo è diverso da quello che vive, poi si scontra con la realtà e va in tilt. Forse per questo ogni tanto si perde agli incroci.
Dice che sono più bravo di lei. Cioè che starei bene in questo posto, ma solo perché una volta ho trovato da solo la strada del suo ufficio.
Per te invece no.
Cosa avrei potuto fare in una città simile? Il cameriere? L’insegnante? Il pupazzo di neve?
Sapevi che mi sarei sentito solo in una casa di mezzo metro quadrato, che il disordine mi avrebbe sommerso. Dovevo rimanere dall’altra parte.
Peccato che te ne sia andato da qui. Mi avresti ospitato comunque? Io ti avrei letto le mie fregnacce, magari chiesto qualche consiglio e sicuramente convinto tua moglie a ritornare a scrivere.
L’ultima volta che ci siamo visti giravi con una custodia, avevi scoperto che eri allergico alle punture di qualche insetto. Minacciato dalle vespe, ti sentivi così. Abbiamo riso. Davanti a un pizza bassa, come piaceva a te.
Poi siamo andati a mangiare il gelato da quegli stronzi di Grom, che credono ancora di essere i re dei coni. Non hanno assaggiato il pistacchio salato che fanno sotto casa mia.
Mi hai sempre chiamato Fava, perché sai benissimo che mi spavento facilmente.
Un po’ avevi ragione.
Così ho deciso di rimanere di fianco alle persone che mi amano, perché se non possiamo portarcele dietro, che cazzo andiamo via a fare? Per dimostrare che siamo indipendenti? Da chi?
Io sto in piedi ovunque mi metti. Ma ti giuro ho deciso di rimanere. Magari ogni tanto prenderò un aereo, sconfiggerò la paura di volare, ma consapevole che tornerò sempre a casa.
Ho accettato il tuo consiglio. Mi sono iscritto a un corso, per raffinare la mia penna, per avere un altro confronto, per realizzare un desiderio.
Devi vedermi. Non incespico neanche quando mi chiedono di leggere.
Potevi vendermi al miglior offerente, non ti avrei fatto fare brutte figure.
Ieri ho trovato il bracciale con su scritto il tuo nome. Lo conservo ancora. Un pass che mi ha fatto divertire. Grazie ancora per quella giornata.
Tengo tutto, solo così posso ricostruire il mio passato. Quando verrò sommerso dagli oggetti mi mancherà talmente il fiato che dovrò sacrificarne qualcuno.
Ti ho scritto poco più di un mese fa, facendo finta di non sapere. Perché sono una fava. Ma sai ho una visione talmente rosea e romantica che per me persino la morte è un evento ridicolo.
Da piccolo mi arrampicavo sulla finestra della mia prozia perché ci dava sempre le caramelle. Si affacciava direttamente sulla sua cucina. Mi dava le Rossana, te le ricordi? A me facevano cagare. Le ciucciavo un pochino e poi andavo a sputarle in giardino. Le formiche ringraziavano.
Una volta io e i miei cugini ci abbiamo pure trovato i vermi. Giuro! A Carnevale per vendicarci le abbiamo scambiato quelle che teneva nascoste, quelle buone, con delle caramelle all’aglio.
Mortacci sua! Tirchia di merda!
Quando è morta, di nascosto, le ho messo nella bara un paio di Morositas. Volevo anche buttarci le sue caramelle schifose. Poi i suoi figli hanno iniziato a metterci dentro foto, sciarpe e collane. Sembrava un cestino dell’indifferenziata! 😛
Non ho fatto in tempo a dirti le cose che ho fatto qui in Giappone, ma credo che tu le abbia vissute prima di me.
Sto ancora aspettando che tu mi faccia lo studio del segno zodiacale. Mi dicevi pazienta e vedrai.
E va bene! Tanto ci vorrà ancora un po’ prima che mi appasioni alla Kabbalah. 🙂
Però potevi dirmelo che Sagittario in ebraico si dice Keshet, arcobaleno. E’ bellissimo.
Ho scoperto che sono incline all’eccessivo ottimismo, all’esagerazione, bravissimo amante, comunicatore e amico. Tendo alla derisione e alla superficialità. Meno male che mi hai avvertito in tempo.
Dicono che ci piaccia viaggiare e sfidare il destino, che con l’aiuto di Giove facciamo tutto su vasta scala. Che il pianeta alimenta il nostro sforzo nel campo degli affari, del sociale e ahimè nel sentimentale. Ne sei sicuro? Nel caso ho scelto l’ultimo.
Il cameriere che ti ha rovesciato il caffè sulla maglietta lavora ancora sotto casa mia, la pizzeria è ancora aperta, sul tuo blog il mio link non è stato cambiato.
Tranquillo cercherò di cambiare io.
Intanto ti ricorderò così…Fava! 😛
Ciao Marco!

Il Portinaio

Un commento

  • Bea

    si puo’ lasciare un commento dopo un anno? ma, a volte, quando il vuoto e’ più grande di tutto quell’amore che hai provato, rileggere certe parole riempie il cuore. Di nuovo grazie.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.