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REDISTRIBUZIONE DEL DOLORE

giappone hotDurante il suo abitudinale giro al cimitero mia zia è caduta e si è affettata via mezzo dito. Ora non ha più l’impronta digitale dell’indice e non potrà accedere al suo caveau pieno di miliardi e gioielli.
L’altra mia zia ha subìto il trapianto della rotula, che le ha fatto infezione e ora è gonfia come Fiona di Shrek. In più soffre di cuore, di manie di persecuzione e dice di essere allergica al fumo. Per questo quando vado a trovarla mi caccia sempre sul balcone.
Mio cugino ha una malattia rara che gli provoca febbri altissime. Da piccolo prendeva 15 aspirine al giorno, tanto da diventarne allergico. Ora ha trovato la cura ma pare che la mutua non gliela passi tutta.
Mio zio ha tre palle!
Ieri abbiamo chiamato l’ambulanza perché mio padre ci stava lasciando le penne.
Ma torniamo indietro di 24 ore.
L’altra sera sono andato ad una grigliata in uno di quei luoghi che piace tanto ai milanesi: un complesso di loft!
I moderni abitanti degli ex spazi industriali si erano riuniti per cucinare salamelle, bistecche e bere a volontà.
Mi sono presentato a mani vuote ma accompagnato da due amici e al nostro arrivo la concentrazione di giapponesi era 1 su 4.
Ero stato invitato da Pasquale che appena mi ha visto ha incominciato a prendermi in giro e a raccontare a tutti i nipponici che vado in onda sulla tv giapponese.
Io l’ho implorato di smetterla, che mi metteva a disagio. Ma come far stare zitto un alcolizzato in preda ai fumi tossici della carbonella?
Gli orientali mi guardavano come fossi stato un cane a tre teste. Un misto fra pena e curiosità.
Dopo avermi tirato le noccioline e appurato che non avessi la rabbia hanno iniziato a rivolgermi la parola.
“Vero?”
“Cosa?”
“Che sei in tv giapponese?”
“Sì…”
“Dove?”
“Nhk”
“Come Girolamo Panzetta?”
“Sì”
“Conosci?”
“Sì”
“Lui famoso”
La cosa che mi metteva ansia era il fatto che mi scrutavano sospettosi, confabulavano fra loro nella lingua antica dei samurai e poi mi facevano delle domande.
“Io abito Itami conosci?”
“No”
“Come non fare conoscere?”
“Se non la conosco non ci posso fare niente”
“Famosa…vicino ad Osaka”
“Tu conosci Robecchetto con Induno?”
“No…”
“E allora! Come pretendi che io conosca Itami?”
Meno male che il cellulare ha squillato e mi sono messo a chiacchierare per ore con uno dei miei piccoli fan, che mi ha promesso di portarmi nella chiesa protestante dove vanno i giapponesi e i koreani.
Intanto il party stava prendendo una brutta piega. La piccola grigliatina per soli amici intimi si era trasformata in una specie di Heineken Jammin’ Festival: musica a palla, voci sovraeccitate, risate sguaiate…
Tempo zero e sono arrivati i carabinieri.
Sembrava di stare a una festa in maschera! Se l’avessi saputo avrei portato il mio costume da vigile urbano.
Pare che a chiamarli sia stato un vicino antipatico e un po’ scassa coglioni.
Ma ecco avvicinarsi la signora che ho incoronato “Regina del party”.
La sosia di Emma Bonino ha fatto sedere me e i miei due amici e per mezz’ora ha ci ha inchiodati con il racconto della storia della sua vita.
“Sai perché li ha chiamati?”
“No!”
“Perché dice che disturbiamo la madre malata terminale… Sono 6 mesi che quella deve morire! Io lo so cosa vuol dire avere dei genitori terminali…”
E via tutto il racconto delle metastasi, delle chemio e delle terapie.
“Sai una volta cosa mi ha detto?”
“No, signora”
“Che sapeva che ero innamorata di un ragazzo più giovane di me di trent’anni e che quel weekend mi aveva visto limonarlo”
“Era vero?”
“Ma no! Io nel weekend vado in campeggio, anche d’inverno, qui vicino!”
“Ma che campeggio c’è vicino a Milano?”
“Sai una volta cosa mi ha fatto?”
“No, signora!”
(Perché non arriva un Terminator dal futuro ad ucciderla?)
“Avevamo litigato per futili motivi e, al ritorno dal mio solito campeggio qui vicino, ho trovato sul terrazzino trote morte…uova piene di vernice indelebile…peni di plastica grossi così…e…”
“Peni?”
“Sì, sì, peni!”
“Quindi, signora, mi sta dicendo che qui invece di piovere rane dal cielo, vengono giù trote e peni!”
“Sì, sono dei maiali!”
“Beh fanno bene sia le trote che i peni…uno per la mente e l’altro per…”
“Sai cosa mi ha detto un’altra volta?”
“Guardi, ora devo proprio andare perché ho paura di ricevere un pene in testa. Me lo racconterà la prossima volta!”

…24 ore dopogeisha

“Gabry puoi venire a casa? Tuo padre sta vomitando…”
“Cosa?”
“Fammi guardare…pastina, pane e del sangue!”
“Sangue? E non hai chiamato l’ambulanza?”
“Lo sai che lui non vuole andare all’ospedale!”
Mentre correvo a manetta a casa, perdendo i miei soliti 48394 punti patente, pensavo a come sarebbe stato il mio futuro. Già mi vedevo ultra quarantenne al parco di mattina a dare da mangiare alle anatre con due genitori disabili: mio padre in carrozzina e mia madre cieca!
Sì perché anche quella santa donna di mia mamma dovrà essere operata di non so quale morbo alle pupille: Cheratocono? Cataratta? Retinopatia?
Quando sono entrato in casa mio padre stava ancora vomitando.
“Ma che odore c’è?”
“E’ vomito cretino!”
“Spruzza un po’ di profumo…”
“Scemo, costano! Spruzza il deodorante!”
“Chiamo l’ambulanza? Tuo marito è verde!”
“Prima vestilo”
“Chi? Io?”
“No! Vai giù a chiamare il salumiere!”
Vestire un disabile è come avere a che fare con un grosso Big Jim: gli stacchi la gamba, puoi alternargli vari tipi di calzatura e prenderlo anche un po’ in giro a debita distanza, visto che le braccia gli funzionano ancora.
Appena arrivati i soccorsi, i volontari gli hanno subito chiesto il nome.
“Si chiama Alessandro!”
“Mamma guarda che deve rispondere lui!”
“Perché?”
“Perché se sbaglia il proprio nome vuol dire che ha l’Alzheimer!”
Io e mia mamma abbiamo passato tre ore al pronto soccorso dell’ospedale nuovo di Legnano.
Più che un ospedale sembra il terminal 2 dell’aeroporto di Malpensa.
Tetro e già pieno di problemi di ordine funzionale!
Mentre a papà veniva diagnosticato il solito attacco glicemico, uno stato di iper tensione con pressione a 230 ed “enzimi mossi” nel cuore, sfilavano davanti a noi bizzarri pazienti:
1) Vecchia pazza che urlava “voglio mangiare prima di morire!!!”
2) Ragazzino affetto da gravi dolori cranici
3) Una svenuta
4) Ragazzina che si era slogata il piede facendo i gavettoni, quindi ancora bagnata
5) Un uomo preso a grattugiate in faccia
6) Bambino affetto da allergia post morso di zanzara
7) Muratore senza un dente

“Hai visto quanta gente?”
“Beh, siamo al pronto soccorso”
“Ti piace questo ospedale?”
“No!”
“Dobbiamo aspettare due ore prima che papà finisca la flebo…”
“Lo so”
“Ma non parli?”
“Mamma, cosa ti devo dire? Siamo all’ospedale, qui fanno la gara a chi sta più male, ho sonno e mi si è chiuso lo stomaco!”
“Non parli mai con me!”
“Non iniziare ad ingoiarti gli Harmony e a fare la povera pia”
Mentre litigavamo come due casalinghe al banco dei formaggi dell’Esselunga, un’altra signora sveniva davanti ai nostri occhi!
E così dopo aver ascoltato tutte le lamentele dei pazienti sulla sanità italiana, sul nuovo ospedale e sugli infermieri, ci hanno finalmente dato la bella notizia del ricovero!

calcio nelle palle
Nelle ore di attesa ho pensato che sarebbe giusto se le pene subìte dalla mia famiglia potessero essere redistribuite, visto che mi sono rotto le palle di sentire mia cugina e i parenti lamentarsi sul fatto che siamo sfigati, che è Dio che ci punisce per la vita dissoluta che abbiamo avuto e che siamo destinati a diventare dei martiri.
Eccovi una breve lista:
1 ) A Mario B. (in quota alla Lega) per tutte le cazzate che dice ogni volta, soprattutto per la battuta spiacevole sulle povere vittime di Utøya, un bel grappolo di emorroidi sanguinanti che lo facciano grugnire dal dolore
2 ) A Vittorio F., che se fosse più intelligente non farebbe titoli del cazzo sul suo giornale, delle unghie incarnite perenni (quelle delle mani) così da non poter più usare la tastiera
3 ) A Fabrizio C, che non gli è bastato il carcere per raddrizzarlo ma crede che fare lo stronzo in tv e in mezzo alla strada sia da veri duri, calli e occhi di pernice come se piovessero
4 ) A Daniela S, che ci tiene tanto a strappare i burka, cuperosi a strati e intolleranza al botox
5 ) A Daniele C, che porta la voce del suo presidente, un’alitosi allucinogena.
6 ) A Lele M.
“Portinaio ma è in carcere!”
“Allora mi sa che gli hanno già messo i punti!”
“Dove?”
“Nel foro di Arcore!”
7 ) A Umberto B, che è 25 anni che ripete le parole “secessione – terrone – Roma ladrona”, spero che ritorni la voce, così potrà ascoltare le puttanate che dice!
8 ) A Vittorio S, che la deve piantare di dire “capra” a tutti e urlare come un ossesso, l’acetone così da sentire sempre quel sapore di uovo marcio in bocca
9 ) A Piero M., che dopo essere stato beccato a trans non si è mai preoccupato di dire una sola parola in loro difesa, ragadi sanguinanti.
10 ) A Renato B., che si diverte a dare dei cretini a tutti i precari, una torsione testicolare cronica ogni 20 minuti.

“E a Silvio non doni un po’ del tuo dolore?”
“Potremmo regalargli una palla di mio zio, così gioca a biglie con le sue amichette!

Il Portinaio

“Mamma, se papà muore gli compriamo una bara di frassino?”
“Pezzo di merda!”
“Noce?”
“Piantala stronzo?”
“Ciliegio?”
“Una bara di minchia!”
“Conosco una che potrebbe aiutarci… ne ha il terrazzo pieno!

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