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SABATO ITALIANO

Siamo quello che mangiamo, vediamo e ahimè di cui ci circondiamo.
Stasera ci sarà un grande evento per la mia città: il saggio di danza di mia cugina.
Ma siccome ha litigato con il proprietario del teatro per una questione di soldi, ha deciso di farlo nella paese di fianco.

“Quello si voleva tenere i soldi che dovevo dare alla Siae e ai pompieri”
“Perchè si pagano i pompieri?”
“E’ ricco, ha la moglie tutta rifatta e viene a fare il morto di fame con me”
“Ho capito, ma non ti avevo domandato questo!”
“Allora sai che c’è me ne vado in un altro teatro”
“Non ho capito la storia dei soldi ai pompieri”
“Comunque l’altro teatro fa schifo, ha dei camerini di merda”
“Buon spettacolo allora!”
“Forse non hai capito! Tu devi venire…ho bisogno dell’occhio di bue”
“Non so cucinare le uova”
“Cretino! Devi illuminarmi dal fondo della sala”


“E per vedermi arrivano anche i nostri parenti dal Sud”

(presto devo nascondermi un una scatola)

Vedete che sono carino e gentile.
Ieri sera sono andato alle prove, perchè dovevo imparare tutto il saggio a memoria, ricordare da quale parte del palco uscivano le ballerine, scegliere i colori della luce, perchè:  “il giallo no che sbatte e non sono mica una cinese” “l’arancio nemmeno perchè sembra che abbia bevuto”.

“Bianco?”
“Ecco bravo! Così mi spiana le rughe!”

Tra i presenti alle prove c’erano:  la cameriera personale di mia zia, i suoi figli, i tecnici dello spettacolo, genitori in blue jeans e Hogan di minorate in via di sviluppo, un paio di precarie che mia cugina fa ballare per pena perchè crede che nella vita non avranno mai soddisfazioni e un’amica cornuta di mia madre.

Primo momento di razzismo

“Non ti avevo riconosciuto con quei baffi”
“Hai visto? Ti piacciono?”
“No sembri uno di quei terroristi che ci sono in giro adesso”
“In giro dove?”
“A Parigi”
“Siamo in provincia di Varese e i terroristi che hanno attentato a Charlie Hebdo avevano a malapena un po’ di barbetta sotto il mento”
“Comunque stai male”

Calmo! Devo stare molto calmo!
Sei qui a vedere uno spettacolino modesto di metà corso con quattro sgallettate neanche tanto brave, mica ti farai intimidire da una anziana signora che si è fatta togliere la pappagorgia da sotto il mento e che ora assomiglia a un quadro di Dalì.
Però potevo domandarle quanto avesse speso per far pedinare il marito, che questa è una cosa che mi incuriosisce da sempre.

Secondo momento di razzismo:

“Secondo te quello è un culo?”
“Fammi pensare zia…ha i polsi spezzati, parla al femminile, dice cose legate al mondo della moda, è egocentrico, pensa di stare alla Scala, ha un filo di sopracciglia, un anello grosso come un comodino…forse potrebbe essere gay…perchè si dice gay”
“No vabbè era per dire io non ho nulla contro i culi…poi è un bel ragazzo…peccato”
“Peccato per cosa?”
“Vuoi una gomma da masticare?”

Mia zia è bravissima a eludere gli argomenti quando si accorge di essere nel torto. Potevo domandarle come mai è andata in giro a dire che a Natale mi ha dato 100 Euro. Forse per farmi fare la figura dell’accattone. E io stupido che ogni anno le compro un regalo. Ma siccome siamo in regime da pettegolezzo non possiamo star qui a mendicare sentimenti. Lei pensa che io voglio i suoi soldi in cambio di un profumambiente, io penso che in cambio di un oggetto raffinato potrei ritrovare una parente perduta.
Ma non ho speranze. Mettiamocelo in testa, i vecchi non cambiano, anzi peggiorano.

Terzo momento di razzismo

“Ciao è un po’ che non ti vedo…”
“Abito in un’altra città”
“Io ho messo su famiglia…guarda quel bambino di fianco alla negra è mio figlio!”
“Quello biondo slavato che sembra uno appena uscito da un orfanotrofio dell’Ex Blocco Sovietico?”
“Cosa?”
“Niente, stavo cercando di entrare nella tua testa, ma ho fatto un triplo carpiato e sono scivolato sopra un burka islamico e ho sbattuto contro una roulotte di zingari”
“Io, mia moglie e mio figlio balliamo insieme stasera?”
“Che bello una famiglia di ballerini!”
“Avrei preferito farlo giocare a calcio però vuole ballare…non vorrei che lo prendessero per…”
“Frocio?”
“Già!”
“Parlane con mia zia, lei ha un’idea tutta sua!”


Stasera potrei presentarmi con una bomba legata in vita e farmi saltare nel bel mezzo di una canzone. Rivendicare su questo blog l’attentato e finire sui giornali come miglior giustiziere postumo della rete.
Mia cugina ha messo in piedi una specie di festa dell’oratorio piena di luoghi comuni, dove tutti maschi saranno ridicolizzati…

“Allora ricordati di inquadrare quei tre: la checca, il frocio e il bisex. Quest’anno non mi sono fatta mancare niente”

Le femmine grasse derise nei loro costumi strettissimi…

“Hai visto che rotoli?”

I bambini usati come cavie per intenerire il pubblico pagante…

“Alcuni sono dei rimbambiti, non sanno neanche fare le capriole”

Le anoressiche idolatrate come esempio da seguire…

“Hai visto che magra? Pensa è campionessa italiana di ginnastica artistica”

In questo spettacolo potete trovare:

– I balletti di Heather Parisi, prima che fuggisse all’estero dopo il crack finanziario del marito.
– I disinibiti stacchetti delle ragazze del Drive in, prodotto berlusconiano che ha lobotomizzato mezza Italia.
– Video di veline che sono rappresentate come portalettere di un tg satirico che di satirico non ha più niente.

In più ci sono le sigle della Cuccarini, che ormai è diventata una democristiana baciapile che si offende se non la chiamano in un trasmissione, e quelle della Carrà attaccata su tutti i fronti per il suo programma  “Forte forte forte”. (Voi l’avete visto? Dicono sia un insulto all’intelligenza media di un criceto).
Cosa devo fare stasera? Aspettare che si riempia la sala e urlare:
“Allora quelli che vogliono bruciare i campi rom si siedano a destra, gli estimatori della pena di morte nelle ultime file, i miei parenti che non si parlano per motivi di eredità nelle prime tre e quelli che indossano intimo di Tezenis vadano in platea e si vergognino!”

Cazzo! Dimenticavo che stanno arrivando i miei parenti meridionali!
Non li vedo e sento da 15 anni! Un motivo ci sarà?
E’ che sono straziato da questa situazione. Non sorrido alle battute da bar sport, non mi fanno pena i Corona che chiedono grazie e graziella, mi inquietano i tamarri tutti firmati con le sigarette elettroniche, fulminerei le ragazzine con problemi di cervicale dovute all’abuso del cellulare.
E’ siamo tutti sotto lo stesso tetto!
Dice il saggio: usa l’intelligenza per costruire qualcosa non per polemizzare.
Rispondo al saggio: E se la usassi per tutti e due?

Il Portinaio

“Scusa cugina come l’hai intitolato lo spettacolo?”
“80 voglia di Novanta”
“Ahahahahaahahhhahahhahahah”

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