voglio dormire con te mattia colombo
Il cinema costa troppo,  Lavoro sporco,  Portineria

SAPEVI DI ME? (#vogliodormireconte)

“Amico mio attore nato ai bordi di periferia indovina un po’ chi sono?”
“Enza Sampò!”
“Cretino che non sei altro! Sto presentando il film a un festival molto importante”
“Quale? Il Nightmare film festival di Ravenna?”
“Ingrato…dovevo farti morire alla seconda scena!”

E’ sempre la stessa cosa. Se ne sono accorti tutti.
Io sto zitto. In silenzio. In un angolo. Mi prendo la nota sul registro e poi vado al banco a testa bassa.
Tu ritorni ogni mese, come il ciclo delle donne. Però il mal di pancia lo becco io.
Stasera ero sul balcone e, banale come una canzone dei Modà, pensavo “Vedrai che adesso mi scrive”.
E’ successo veramente.
Devo avere dei poteri paranormali, mia nonna me lo diceva sempre da piccolo: “Tu farai il Papa”.
Ma che c’entra? Quello istiga le masse non legge nei pensieri.
Come facciamo a spiegare ai lettori di noi? Se poi non s’identificano? Lasciano il post a metà e cliccano sui video dei gattini.
Dobbiamo fidelizzarli. Stiamo parlando d’amore mica del governo Renzi o della crisi in medioriente.
E poi si sa, chi guarda i video su Youtube muore dopo sette giorni! 😛
Glielo confessiamo che abbiamo due gatti anche noi?
Non è che mi mandi una loro foto così la pubblico? A proposito come stanno?
Erano mesi che non ti sentivo. Ho passato giorni a imparare nuove ricette, nuove parole e a impacchettare i tuoi regali.
“Questo glielo do…questo no…questo sì…questo lo tengo…questo lo butto in autostrada”
Ci pensiamo e ci evitiamo. Come se fosse la soluzione migliore. E’ un luogo comune.
Chi si ama e si desidera diventa immancabilmente il candidato perfetto da detestare. Se tutto finisce.
Mi sono opposto a questa regola. Cerco solo i momenti migliori che abbiamo vissuto. I ricordi si offuscano però la mia testa si sforza. Li ho scritti qui, recitati nel film, raccontati a chi mi sta vicino.
E nonostante la frustrazione di non averti accanto vado avanti. Tu hai l’autonomia di un satellite io di un telecomando.
Il film è  finito!
Improvvisamente sono diventato un post-it sul muro. I montatori mi appiccano e mi tolgono a loro piacimento. Si divertono ascoltando i miei monologhi, si commuovono per le pause e s’incazzano perchè a volte non ho fatto quello che volevano.
Se il film prendesse forma avrebbe sicuramente il tuo volto, la sceneggiatura s’ispirerebbe alla tua storia e il finale potresti deciderlo tu.
Ho ascoltato durante una riunione il trattamento che hanno fatto. Pare ci siano sei versioni di “Voglio dormire con te”.
Ma non c’è pace, tregua e nemmeno un attimo di respiro.
Il regista ogni sera si spacca l’anima davanti a storie che vorrebbe come sue. Conosce ogni battuta a memoria.
Ci tiene tanto. Come se fosse un figlio, come se io fossi suo figlio.
La gente non ci crede che io abbia girato un film. Pensano che i registi siano dei marziani arrivati da un altro pianeta. Non conoscono la fatica, la rabbia e la paura che provano dietro una telecamera.
Io l’ho vista e mi sono fidato.
Questo documentario è un testamento, qualcosa che renda tangibile il sentimento che ho per te.
Accetto il tuo silenzio che tu camuffi come rispetto.
Possibile che valga così poco davanti ai tuoi occhi? Che la tua mente sia schiava di un modello convenzionale?
Mi hai scritto che ti manco. Il solito copione.
Ti ho dato tutto il mio cosmo. Il colpo di scena.
Sarei capace di distruggere un intero quartiere con una sola parola.
Vienimi a prendere, non rendere i miei tentativi invani.

voglio dormire con te mattia colombo
Resettiamo il passato e facciamo finta di essere due perfetti sconosciuti.
Come ti chiami?
Quanti anni hai?
Cosa fai nella vita? Posso chiedertelo o sono troppo invadente?
Cosa faccio io?
Il custode.
Tengo nascoste storie d’amore difficili, aiuto la gente per bene e vengo pagato con un sorriso.
Certo ho anche un lavoro che mi fa arrivare a fine mese, ma è tutta una copertura.
Sei la mia debolezza, il mio remare contro. L’ostinato scoglio dove continuo a sbattere.
Non mi leverò dai coglioni finchè questo film non sarà completato. Se diventerai un esercizio di scrittura allora cancellerò le parole per ridarti un nuovo aspetto.
Lo so che sono quello che ti faceva stare bene, ma vorrei andare oltre. Non sono un divano. Non mi accontento.
Sono fuori dalla tua porta. In basso a sinistra.
Sono dietro alle tue spalle.
Dimenticato in un porta spazzolino.
La tua mente ti fa credere che me ne sia andato
La mia che tu mi abbia cacciato.
Il cervello ci mette dieci anni a dimenticare il desiderio della nicotina. Dio! Siamo fottuti!
Ma il regista ci ha concesso tempo fino a Maggio. Dicono che il film lo presenteranno al Festival di Cannes.
Incrocio le dita. Per te e per lui.

Il Portinaio

“Caro regista quando posso vedere questo film?”
“Settimana prossima”
“Martedì?”
“No! Devo andare dal barbiere delle star”
“Giovedì?”
“Ho il corso di francese avanzato per giovani talenti”
“Sabato?”
“Nemmeno! Ho l’intervista su radio Popolare”
“Praticamente diventerai un pelato parigino comunista!”
“0_o”

voglio dormire con te mattia colombo

Dimmi solo che cosa ti manca
appena prima di dormire,
se davvero ci siamo battuti
per qualcosa che poteva durare.
Dimmi solo se la tua vita
segue la rotta dei venti più caldi,
Se ti resta almeno il rumore…
il rumore dei miei silenzi. (I.C.)

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