Lavoro sporco,  Portineria

A DUE PASSI DA TE

Ti leggerò le mie favole prima di andare a letto.
Niente Cappuccetto rosso o Pollicino.
Ti leggerò le mie storie, ogni giorno arriverà la sera e per me sarà stata un’avventura. Quindi perchè non condividerla con te?
Anche quando sarai ammalata, io sarò coperta, libro e medicina.
Un gelato per il mal di gola, una spray nasale per il raffreddore e poi mille leggende da sfatare.
Te l’ho mai raccontata di quella volta che ho ucciso il cattivo che voleva rapire la bella principessa?
Mi assomigliava!
Ogni volta che lo colpivo sentivo dolore.
Però ce l’ho fatta, la principessa è stata salvata e io ho vinto un premio.
Mi ha regalato una medaglia al valore e uno scrigno dicendomi “Mettici quello che vuoi, però ricordati che sarà il segreto della tua vittoria, non condividerlo con nessuno”.
Potevo scappare dal castello e diventare cavaliere errante, un ronin o un terrorista.
Invece sono rimasto.
Per continuare a proteggerla.
Il giorno che ho seppellito il cadavere del cattivo mi sono ricordato delle sue parole.
Ho provato tanta malinconia.
Chissà se l’ho fatto agonizzare? Ho visto tanto sangue uscire dalla sua bocca. Non respirava più.
Per questo gli ho tagliato la testa, non potevo sopportare la sua vista. Sembrava un demone.
Perchè ha scelto me come boia?
Mentre io e gli altri cavalieri lo torturavamo diceva cose bellissime. Ma nessuno sembrava ascoltarlo.

Vuoi che continuo? Lo so che non è una favola della buonanotte. Però accade anche questo, di combattere ogni giorno, con le ombre, i desideri e l’ingiustizia.

Ti dicevo, urlava di picchiarlo più forte. Forse era un masochista.
Mi guardava.
E’ come se le sue parole mi entrassero dentro la testa, dalle meningi scavavano dietro l’orbita oculare.
Ho provato ad ascoltarlo:

Non ti offrire a lei con tutta la fragilità, non essere di cristallo, non darle questa responsabilità.
Diventa eroe, cerca di essere i suoi piedi, il suo braccio. Falla sentire desiderata ogni giorno, anche quando sarai ammaliato dal profumo di altri capelli. Evita questo oblio, perchè poi sarà come un antibiotico scaduto, non servirà più a niente e lascerà tracce sul tuo fegato.

Mostrale il tuo cavallo, non aver paura di parlare, non fare la faccia triste, sforza il sorriso, non diventare un panda piuttosto sii aquila. Domina il sacrificio, non essere mai patetico. Alla gente non piacciono le lacrime quando sono rivolte a loro.
Cerca i percorsi con i rovi. Raccogli i frutti più buoni e arriva da lei con le mani graffiate, guarda il colore dei suoi occhi cambiare al mattino, imbocccala di sicurezze non di miele. Il dolce fa vomitare alla lunga.

Gli altri cavalieri continuavano a frustarlo, la carne cadeva a brandelli. Povero Cristo mi dicevo.
Ma la legge era perentoria. Chiunque fosse stato trovato a tramare contro la principessa doveva morire dopo atroci torture.
Le sue grida echeggiavano per i corridoi freddi del castello.
I nobili erano fuori per la caccia, le donne al lago a raccogliere fiori. Solo noi dovevamo rimanere nella zona d’ombra.
Scoprire ogni volta nuova verità e tacerle, solo per paura che la vita potesse cambiare.
Non sapevo neanche il suo nome.
Aveva gli occhi scuri. Scuri come il pozzo fuori dalle mura.
Una volta in quel buco cadde un bambino, non riuscimmo a salvarlo. Lo trovammo con le mani che stringevano due giocattoli. Un pupazzo con gli occhi chiusi e un cavaliere con l’armatura.
Li ho nascosti nella mia saccoccia di pelle. Mi occuperò io dei tuoi giochi, non permetterò più che siano fonte di sofferenza, distrazione e morte.
Non so perchè ho ripensato a quel fanciullo, credo sia morto contento, perchè sorrideva mentre lo portavamo alla luce.
Aveva perso i suoi tesori, ma con il coraggio li aveva ritrovati in fondo al buio. Poi si sa ai nostri tempi i bambini morivano come mosche.
Il cattivo mi ha ricordato quell’episodio.
Dopo aver perso i sensi per dieci minuti ha riaperto gli occhi.
La pelle iniziava a perdere colore e il suo sguardo ero fisso su di me.
Ha incominciato a parlare di nuovo e giù altre frustate.

Dai un senso alle cose, non fare diventare tutto monotonia.
Non affondare la sera su un divano, scrivi, cucina e vai a fare una corsa per ricaricarti.
Non rimanere sul precipizio, perchè la vertigine è meschina, cambia percorso, immagina che lo stagno diventi un lago abitato da sirene, che il bosco sia un abbraccio protettivo.

Rischia per una volta, fidati dell’altro.
Fatti tradire per il gusto di sentirti il più forte e poi piangi di nascosto, ma non svendere la tua anima sennò farai la mia fine.
Non siamo dei cani che si ricordano dell’amore ogni sei mesi.
Considerati stella, perchè lei ha bisogno di guardare in alto quando si perderà nel mare. Tu devi essere lì, brillante, unico e splendido.
Niente fiori, solo chiavi per aprire porte.
Niente anelli che legano solo a bugie.

Fa che il viaggio sia senza turbolenze, trova l’equilibrio, aspettati ogni tanto una sberla, abbracciala dopo aver litigato, fa che il dubbio diventi una confessione e che una confessione sia un passaggio a livello che si apre.
Addestrati a parlare con lo sguardo, memorizza i suoi passi.
La felicità non sa di essere felice è per questo che non la riconosciamo mai.

Guarda oltre i tuoi sogni perchè è lì che si nasconde l’impossibile. Non è difficile sai. Non fare i miei errori, non sai quanto è devastante rimanere soli in prigione.
Lo sai chi sono? Sono il principe è lei mi vuole morto. Solo perchè ho lusingato una cortigiana. Ma la mia era solo una stupida sbandata, niente di più. Non volevo esultare sul trono per avergliela fatta, lei non mi ha creduto e mi ha condannato.
Cavaliere fammi un favore, sorvegliala se puoi, da lontano. Fa che il suo sonno sia profondo e sereno. Insegnale il perdono, combatti per lei. Prima di uccidermi però non permettere a Dio di giudicarmi, fa che il mio karma non sia negativo. Non voglio vergini in paradiso e nemmeno diventare un parafulmini per Zeus. Un colpo netto ti prego!

La principessa guardò la testa del suo amato infilata sulle mura all’ingresso del castello. Non uscì per molto dalla sua stanza, pentita di quello che aveva fatto.
Due bambini dicono di averla vista una notte aiutare partorire una cerbiatta.

La sveglia è puntata alle sette. E’ ora di andare a letto.
Domani ti racconto di quella volta che ho spento l’ira del Drago con un bicchiere d’acqua.
Ora dormi, avrai tempo per dirmi la tua verità

Prima di non essere sincera
Pensa che ti tradisci solo tu
Prima di pretendere qualcosa
Prova a pensare a quello che… dai tu (I.G.)


Il Portinaio

voglio dormire con te

2 commenti

  • Meg

    Desiderio.

    Da sempre ciò che distingue l’uomo dagli animali è il pensiero ossia, la capacità di pensare e non solo. Sono le ambizioni, gli istinti, le emozioni e i sentimenti, sono parti integranti e la matrice di una profonda realtà. Tutte queste cose appunto, sono legate tra di loro, regolamentate e alimentate da un unico denominatore: il desiderio. Se ci fermassimo per un attimo su di esso, potremmo vedere che la sua nascita è avvenuta con quella dell’uomo a tal punto da poter affermare, che la storia dell’uomo nel corso dei secoli, è la storia del desiderio stesso il quale, ha saputo dare vita alle ambizioni dell’uomo. Queste a loro volta, lo hanno indotto a compiere determinate scelte e azioni che gli hanno permesso di raggiungere i suoi obbiettivi che ancor oggi, fanno e muovono la storia stessa. Tu desiderio sei quel motore immobile in grado di far girare tutto l’universo attorno a te. A questo punto nasce spontanea una domanda: ma se il desiderio che domina il mondo, qualora l’uomo avrà appagato ogni suo desiderio, raggiunto ogni meta, conquistato l’infinito, sarà la fine del desiderio stesso ? Il desiderio di te, di me … del desiderio stesso, rimarrà e ci sarà per sempre sperando che non sia un miraggio, una dolorosa bugia, un inevitabile inganno … una squallida illusione. Il desiderio ti prende, ti cattura e ti scuote da sempre! E’ come un forte vento capace di farti cadere a terra, un’onda impetuosa che sbatte e corrode la scogliera della tua vita. Il desiderio è impetuoso come un forte temporale dal quale non trovi scampo ne riparo. E’ un’apoteosi di vibrazioni che come gelidi brividi, ti scorrono lungo la schiena in attesa che il desiderio stesso, ti conduca la dove deve essere vissuto, consumato … contemplato e condiviso. E’ come una forte passione di mille giorni e di mille notti, di incessanti attimi che scandiscono il tuo tempo. Più sei lontano e più allo stesso tempo sei vicino come il susseguirsi delle stagioni. Sei una pioggia battente che tutto bagna e che tutto lava via. Sei quel sole che ti brucia dentro come una irrefrenabile ambizione; il bagliore accecante di un lampo che illumina la meta da raggiungere. Sei quel tutto che da sempre accompagna ciascuno di noi, l’oggetto del desiderio stesso; quell’indecifrabile e indescrivibile istinto che non sa arrestare la sua smania. Desiderio contenuto e trattenuto da mille idealismi … prigioniero in una lampada di preconcetti antichi. Difficile non percepire la tua presenza e il desiderio del desiderio stesso. Se così non fosse, non ti chiameresti desiderio e come tale non verresti percepito assieme a tutto il suo mistero. Sin dai tempi antichi nel desiderio si vedeva la sede del dolore ma per questo, il desiderio, non va cacciato o annientato dalla nostra vita; ne è parte integrante. Bisogna però saper fare una giusta distinzione tra desiderio e necessità nonostante tra questi due concetti, ci sia una correlazione. Essi sono parenti ma anche rivali; amici ma anche nemici. Il desiderio da secoli domina le regole del mondo e gli esseri umani, da secoli, si contendono gli oggetti del desiderio, la smania e quel bisogno di sentirsi appagati; ma … e se fosse il desiderio a contendersi l’uomo? A quanto pare un viaggio in discesa, di sola andata senza fermate ne ritorno. Il desiderio assetato di potere ci rende sordi e ciechi e mi chiedo dove l’uomo è arrivato. A volte sembra ancora avvolto dalla nebbia delle sue origini quando inconsapevole di molte cose, era più vero, più genuino … vergine nel suo cuore. Nonostante tutto ciò, c’è un senso a tutto questo e al desiderio stesso, alle parole dette, a quello che ci circonda, a quello che osserviamo, a quello che udiamo, alle gesta legate alle stesse esperienze vissute e condivise: la fama, la conquista di qualcosa, l’amore, la nascita, la morte. Ogni cosa ha un senso e quando tutto questo sarà finito: chi ci negherà una lacrima? Non di certo il desiderio. Nel silenzio di noi stessi troveremo la risposta se pur ben consapevoli che tutto questo finirà, tra la polvere del tempo e dei secoli avvenire, una cosa rimarrà intatta e in vita …. si tu … desiderio!!!

  • Marco

    La verità è una puttana che si svende per pochi centesimi.
    Questa frase ha sei parole.
    Questa frase non ha sei parole.

    Ti Voglio Bene.
    PerSempre.

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