We are Family

LA POESIA SEI TU (The book is on the table)

Capita ogni tanto di parlare di sesso con i parenti. Ricordo mia zia come si vantava delle performance di suo figlio davanti a mia madre.

“Ha 16 anni è ovvio che si fa le prime scopatine”

Mia madre rimanveva basita, ma per non rimanere uno scalino più in basso rincarava la dose.

“Il mio si fa ancora le seghe! E che seghe!!!”

Io usavo sempre la tecninca del walkman, ovvero cercavo di apparire estraneo ai loro discorsi fingendo di ascoltare la musica.
Non sono cresciuto con dei traumi infantili, più i miei parenti cercavano di scioccarmi più la mia mente immagazzinava informazioni per capire che quella era la strada da non prendere! :-p
Nel mio albero genealogico non ci sono pornostar e questo è un vero peccato, ma ho un paio di porcelle che si sono divertite in gioventù. Il grado di parentela non posso rivelarlo, ma le loro performance sì.
Di lei hanno sempre raccontato che fosse una facilona, di quelle che la danno via come un frisbee, ma io che la conosco bene posso dirvi che le leggende urbane non esistono.
Negli anni mentre crescevo e maturavo sessualmente ho iniziato a scoprire come seduceva.
In effetti era un’arrizzacazzi. In discoteca si presentava mezza nuda, quasi andasse ad una lezione di Gag (glutei addome gambe) e mi ripeteva continuamente:

“Devi sempre accompagnarti a delle fighe solo così le donne s’incuriosiscono di te”
“In che senso?”
“Che se esci con me poi tutti vogliono uscire con te…”
“Stai dicendo che sono un cesso?”
“No! Però è ovvio che tutti guardano me”
“E quindi?”
“Per riflesso vorranno conoscerti perchè penseranno che nascondi qualcosa”

Praticamente mi aveva fatto capire che broccolavo solo delle cesse e che nessuno mi cagava perchè non appartenevo alla sue elite.
Una delle sue armi di seduzione di massa era la volgarità mischiata a battute da bar sport.
Le riteneva essenziali, perchè scioccare le persone disarma e seduce.
Come uno zerbino seguivo i suoi insegnamenti, ma con scarsi risultati.

“Gabry quando mi fai un nipote?”
“Quando smettono di ingoiare!”

Le serate alticce scioglievano i pregiudizi e lei mi raccontava le sua erotiche avventure, non sempre con un lieto fine.
Come quella volta che scappò tutta nuda da casa del suo partner, perchè fuggire alle sue violente scenate di gelosia.

“Ma le chiavi dell’auto dove le tenevi? Nella tasca naturale?”

Seguivo i suoi partner con lo sguardo, che sbavavano come cani assetati. Ma lei a parte concedersi non permetteva a nessuno di entrare nel suo mondo. E’ il desiderio che faceva crescere e io non la capivo.
Una volta aveva sedotto uno di colore solo perchè era curiosa di vedere com’era un pisello nero. Non vi dico il mio senso di inadeguatezza quando me lo descriveva.
Ho avuto la fortuna di stare con lei per anni, ero il suo segugio di fiducia, l’amico privato con cui si permetteva ogni tanto di spogliarsi delle sue paure.
Una volta mi confidò di essere stata a letto con un giocatore famoso, sempre per rimarcare la mia goffaggine di seduttore.

“Ti sei mai fatto una famosa?”
“Sì! Una satanista”

Con il passare degli anni la vedo meno. Noto che non si arrende al tempo che passa e che cerca di rimanere sopra le righe nonostante tutto.
Non mi racconta più niente. Ha cercato la sua normalità con un bravo ragazzo e forse la sua “vecchia vita” non le piace più. Il destino le ha fatto pagare il conto con una brutta malattia, che però non l’ha scalfita. Improvvisamente si è ricordata di essere umana, del valore che può dare un gesto. Non è vero che le persone non cambiano.
Ieri sono passato a casa sua e in lei ho ritrovato un po’ di poesia. Purtroppo ancora scritta male.

Il Portinaio

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