Lavoro sporco,  Portineria

L’AMORE AI TEMPI DEL LEGO

Non è il caso di aspettare, mi dicevi. Ora, tutto e subito.
Perché non mi hai mostrato che scappare sarebbe stato bellissimo?
Dimmi, dove saremmo andati?

Gli ingressi non mi escono tanto bene, ho cercato di ricordare come fosse la casa dei nostri sogni. Una porta normale, con uno zerbino e ombrelli comprati a sottocosto, non si sa mai che il vicino ne rubi qualcuno.
Rovesciamo il bidone.
Ecco!
Ogni mattoncino si unirà all’altro, come due nobili amanti senza senso di colpa.
Non si staccheranno fino a quando non sarà qualcun altro a decidere.
Entreremo in una stanza che dividerà il giorno dalla notte. Potremmo fermarci qui e ballare fra enormi poster, scale per altri mondi e poltrone grigie. Butteremo i nostri vestiti per terra, perché nessuno ci vedrà. Abiteremo in alto, perché è meglio per spegnere le stelle, proprio quelle che ci hanno rotto con le loro storie di marinai e grandi carri pieni di niente.

Le istruzioni dicono di andare avanti.

Mi piace la cucina. Non servirà la televisione, perchè avremo così tante cose da dirci durante la cena… Imbratteremo i muri di farina, bruceremo torte, sbaglieremo ingredienti, ma nessuno potrà dirci che non ci abbiamo provato. Non siamo cuochi perfetti. Ci aiuteremo con una miriade di elettrodomestici, collezioneremo tazze da tutto il mondo e non avremo pace finché non sforneremo qualcosa che ricordi un’Apple Pie.
D’estate accenderemo condizionatori, raffredderemo caffè e di sera ci illumineremo con le candele. Anche da lontano potremo vederci.

“Vieni di là, sparecchieremo dopo!”
Il letto sceglilo tu. Anche il mobile. Non mettere libri intorno a me. Non voglio che la lettura mi distragga dal tuo volto. Aspetterò che tu chiuda gli occhi per fare altro. Non difenderti. Commuoviti. E lasciati andare. Ma stai tranquilla…a pagina 3 le istruzioni prevedono un pacchetto di fazzoletti sulla sponda.
Non mi faccio trovare impreparato.
Una finestra di fronte a noi ci farà da oblò. Ogni giorno l’alba entrerà scorretta ed invadente. Le tende non serviranno: la luce è più forte del buio.

Ti piace qui? Vuoi anche uno specchio? Una lampada? Magari di quelle semovibili, così da cambiare ogni volta le ombre sul muro. Farò tutte le forme che vuoi. Sono bravissimo a muovermi fra il chiaro e lo scuro. Nessun Peter Pan verrà a chiedere il riscatto per l’ombra. Lo lasceremo fuori.

Scegli pure i mattoncini che vuoi. Il blu, l’arancio ed il bianco. Dai sfogo alla creatività. Non avere budget. Ogni sogno è previsto in questo gioco.
Dammi una cabina armadio piena di niente. Abbandona le mie cravatte in un cassetto. Non innervosirti per le calze spaiate. Prepara le magliette da stirare e tira un sospiro di sollievo.

Siamo solo a metà. Ma basterebbe questo non credi? Non voglio perdermi in questa casa.

Vorrei che i miei occhi fossero sempre vigili su di te. Pareti invisibili nasconderanno i nostri giocattoli, i trucchi del mestiere e se vuoi anche un asse da stiro. Per il bagno, pensaci tu! Dammene due, perchè uno è poco… Anzi tre, esageriamo!

Ho tanti mattoncini quante ferite.

Ti disegnerò una vasca grandissima. Guarderemo le bolle montare a neve la schiuma e dimenticheremo di chiudere l’acqua. Uno specchio per guardarci nudi. Ci accarezzeremo le cicatrici ed i brividi faranno tutto il resto. Niente profumi. Mi basta il tuo odore.

Espandi il nostro mondo su due piani, ma non lasciarmi solo, non adesso!

Uno scalino per ogni promessa, un passamano per il fiato corto, luci sotto i piedi ed una spirale fino al salone.
Le istruzioni dicono di mettere una televisione grandissima. Mattoncini azzurri per le librerie, un mobile bar per le serate piene di pensieri e tante coperte per gli inverni rigidi.
Guarderemo sempre gli stessi dvd fino alla nausea e ci addormenteremo sul più bello. In mezzo a centinaia di cuscini ci terremo la mano. Comodi. Fortunati. Felici.

Felici.

L’edera sul terrazzo farà il suo corso. Aspetteremo la primavera per vederla appropiarsi di tutto il palazzo. Non stancarti subito… Cerca di conoscere la parte più ludica di me.
Scegli il personaggio che vuoi essere, ma non recitare a braccio: si vedrebbe che menti.
Di pure le bugie agli altri, ma tieni la testa al suo posto, svita il tuo corpo, aggiungi un sorriso di circostanza, butta gli occhiali, aggancia la wireless, connettiti al mondo e perditi subito.
Ancora due stanze prima che tutto finisca. Un altro bagno per lavare la vita. Un’asciugatrice per tenere al caldo mutande straziate dai tuoi incontri ed il solito specchio per ripetere “Tu non entri più”.
Ti darò un tetto come si deve, che suonerà con il rumore della pioggia. Avrai luce quanto quella di un deserto. E se avrai ancora fame

Eccoti l’ultima stanza.

Ho un sacchetto di mattoncini in edizione limitata. La chiameremo “La stanza degli ospiti”.
Magari li trasformerai in amanti per una notte. A loro dirai le stesse cose che dicevi a me, ma non credere che non riuscirò a stupirti. Dal passato farò arrivare colorati destrieri e mobili antichi, svuoterò i cassetti dai sogni per metterci lenzuola di emergenza. Un letto dimenticato attenderà il prossimo fortunato.
Sarà di passaggio? Sarà per sempre?
Nel secondo cassetto ti ho lasciato un messaggio.
Il giorno che vorrai aprirlo, scoprirai che questa casa è solo tua. Per sempre tua. Costruita per te.

Io mi terrò L’Amore. E le sue istruzioni.

Il Portinaio

“bello come se amarti per me diventasse normale..
bello come nell’attimo in cui l’ago punge la vena impaziente..
bello come quel giorno in cui tu mi scegliesti in mezzo alla gente” (M.-C.P.)

voglio dormire con te

3 commenti

  • Alice

    “Entreremo in una stanza che dividerà il giorno dalla notte. Potremmo fermarci qui e ballare fra enormi poster, scale per altri mondi e poltrone grigie. Butteremo i nostri vestiti per terra, perché nessuno ci vedrà. Abiteremo in alto, perché è meglio per spegnere le stelle, proprio quelle che ci hanno rotto con le loro storie di marinai e grandi carri pieni di niente.

    Le istruzioni dicono di andare avanti.”

    <3

  • Stefano

    Sono sconvolto. Senza parole.
    E’ talmente bello che si fa fatica ad arrivare fino in fondo.
    Cioè, non si può leggerlo tutto di un fiato.
    Perché lo toglie. Il fiato.
    Ecco. Toglie il fiato.

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