Lavoro sporco,  Portineria

L’AMORE AI TEMPI DELL’EGO

Ecco brava continua così!
Cosa credi che non abbia sangue a sufficienza?
Sono un donatore! Ma per ogni litro che regalavo ne rubavo cento!
Se ti piace collezionare cadaveri allora scaverò con te profonde buche, le copriremo con la calcina per farli marcire meglio. Ci sbarazzeremo di loro, diventeranno concime per la terra e trasformeranno i fiori in ortiche.
Tu sparisci e fregatene di questo vivaio di morti che camminano.
Perchè mi hai mostrato la tua bellezza? Perchè improvvisamente la curve della mia strada sono diventate più pericolose?
Non mi basta più un servosterzo.
Dimmi che lo rifaresti ancora! Disturba il mio sonno, fammi dimagrire di paura, slogami la mascella e non permettermi più di parlare.
Ho la corazza di un crostaceo, di una lumaca e di una tartaruga. Forza! Spaccala che ti regalo le mie viscere. Sono stanco di digerirti ogni giorno.
Fammi vivere con la consapevolezza che mi hai tolto tutto.
Perchè la tua rosa non si secca? Tutti i giorni devo darle da bere e mi disidrata.
Ho solchi sulle guance, acido negli occhi.
Dirigi la predica, riparati a casa tua, scegli la posizione che vuoi nel letto, poi al tuo risveglio chiama la mamma, perchè sarà l’unica che ti consolerà.
Dai il cognome sbagliato a tuo figlio, tieniti i tuoi due nomi e prenditi anche il mio. Io non ho bisogno di essere chiamato da nessuno, Dio mi perdonerà sempre, i miei amici mi terranno in gabbia e mi sfameranno con della carne cruda.
Ora prendi la mazza da baseball e prova a sferrare un colpo fatale, spaccami l’ippocampo, così almeno mi scorderò di te.
Toglimi i ricordi, non osare incrociare il mio sguardo.
Vai pure a messa la domenica mattina, vomita nell’acqua santa e poi spera che non ti chiedano di confessarti.
Piantala di far muovere gli oggetti di casa mia.
Disintegra ogni mio pensiero rivolto a te, perdona l’amore tanto lui non lo farà.
Prenderò a calci il mio cagnolino finchè non diventerà mannaro.
C’era sempre traffico per venire a casa tua è per questo che sei così inquinata.
Tirami per i capelli, rompimi il setto nasale. Io non voglio più sentire il tuo profumo.
Dev’essere così triste la tua vita in periferia, mi fai così tenerezza. Come panorama un canale di una fogna.
Dimmelo che vivo di sogni, che ti preoccupi solo del tuo culo. Fammi sentire impotente, illuso e fallito.
Abbagliami con la tua auto a noleggio, dimenticati i pannolini al supermercato, sbanda e schiantati contro un albero.
Chiedi i danni a me.
Brucia nella tua casa, riempila di cornici d’argento, calendari dell’avvento e salvadanai vuoti. Riempila di niente.
Fatti un’impressione sbagliata di me, sai che me ne faccio dei tuoi biglietti di auguri?
Continua a succhiare, perchè sai fare solo quello. Io invece prosciugherò l’intero mondo, per non farti trovare niente quando uscirai di casa.
Fumerò così tanto che il tuo nome verrà coperto dal catrame, camminerò nelle scarpe che mi hai regalato per immaginarti sotto i miei piedi, sostituirò la tua faccia con quella di un caprone.
Sei brava a non subire i danni. Pensi che ti basti una cintura di sicurezza?
Io apro le porte a testate, rovino le parole con il fango e asfalterò chiunque osi parlarmi di te.
Attacca le palle di Natale sul tuo albero da poco prezzo. Ci piscerò sopra fino a Capodanno.
Tieniti i tuoi regali, chiama il prossimo amante e cadi in depressione.
Mi sono mangiato tutti gli psicofarmaci per farti impazzire. Ho due vertebre in più perchè la mia testa pesa, la tua invece dev’essere un vuoto a rendere.
Stai pure al cellulare a scambiarti effusioni d’amore con il macellaio, chiedi scusa all’insegnante per aver fatto tardi a scuola e non cantare più la nostra canzone.
Caga il rancore che hai per me, scorticami come una strega prima di essere messa al rogo. Butta il sale grosso fuori dalla porta perchè richiamerò le sfortune di tutto il mondo. Ma l’unica disgrazia sono i tuoi baci, le tue lusinghe e la tua bellezza.
Mangerò i bruchi per far morire le farfalle con i succhi gastrici del mio stomaco, taglierò la testa ad ogni tuo amante per fartelo trovare sullo zerbino.
Brava continua così!
Sentiti fiera del tuo status. Vali quanto una pausa sigaretta, una ricreazione in una scuola privata.
Coniugami al passato. Stai tranquilla mi faccio già schifo da solo, puzzo ancora della tua presenza.
Le tue costole sono sbarre. Mi tocca sentire il battito del tuo cuore tutto il giorno, che mi fa uscire il sangue dai timpani.
Perchè non muori per errore, per una distrazione di un’ autista.
Così potrò venire a piangerti sulla tomba e urlarti perchè non sei rimasta con me!

Il Portinaio

“Ci sono storie che quando le racconti si consumano. Altre storie invece, consumano te” (C. Palahniuk)

voglio dormire con te

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