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THE FAME MONSTER (Piccoli Mostri)

hello kitty lady gagaPer il mio compleanno, (con qualche giorno di anticipo) i miei cari amichetti mi hanno fatto una sorpresa.
“Tieniti libero per domenica sera”
“Dove mi volete portare? In un vero ristorante giapponese?”
“No! Che palle che sei…”
“All’apertura del Museo del 900 a Milano?”
“No! Non fare il finto colto”
“E allora dove?”
Mi hanno fatto attraversare tutta Milano sotto la neve, rischiando di dover barattare la mia auto con un gatto delle nevi.
Orario dell’appuntamento sorpresa: 7:30 al Forum di Assago.
“Scusa ma c’è ancora il Festival Latino?”
“Perchè?'”
“E’ pieno di ecuadoregne”
“C’è la fiera del giocattolo?”
“No!”
“Strano siamo circondati da minorenni”
“Fanno la raccolta differenziata?”
“Non mi sembra il luogo”
“E allora perchè hanno tutte le lattine vuote in testa?
Appena entrati nel parterre del Forum siamo stati subito deliziati dalla voce straziante di un gruppo “neo punk trans trash” meglio noto come: Semi Precious Weapon. “Semi” sta perchè devi essere semi inconscente per ascoltarli.
I Dari in confronto sembrano i Regurgitator.
Il cantante assomiglia a una pannocchia! Biondo ossigenato con l’ascella rasata! Ma dico! Se ti dovesse vedere Malcolm McLaren dall’alto dei cieli ti fulminerebbe con un rutto al baileys.
Ste mezze scoregge che fanno i punk la devono smettere di tingersi e mettersi due calze a rete per sembrare trasgressivi. Sputate sul pubblico, fate i peti con le ascelle, vomitate sul palco ma non mettetevi le scarpe con le paillettes d’oro e il kajal sotto gli occhi, che sembrate solo delle drag queen.
Al povero Michael jackson è caduto in testa un faro, mentre a questi manichini non accade neanche un incidente domestico…tipo bruciarsi con la tinta.
“Scusate ma mi avete portato a vedere sti deficenti?”hello gaga the fame monster
“Gabry non l’hai ancora capito?”
“No! C’è di fianco a me una con gli occhiali da sole con le sigarette attaccate, mi devo preoccupare?”
Dopo l’esibizione imbarazzante del gruppo sponsorizzato da Sephora ci sono stati 40 minuti di silenzio.
“Beh? Abbiamo finito? Possiamo andare?”
“No adesso arriva il bello”
“George Clooney?”
“Ma no! Come sei impaziente!”
“C’è Ayumi Hamasaki?”
“No! Come sei pesante”
Si spengono le luci e tutte le bambine iniziano ad urlare come delle ossesse.
Le ragazzine in età pre puberale cadono in estesi e per l’emozione diventano “signorine”, tutti si accalcano sotto il palco, forse per il rancio gratis o per le figurine di Sailor Moon.
Si accende il mega schermo e in loop inizio a sentire questa parola “I’m free”

Appare una signorina sul palco, con delle spalline talmente grosse, che Joan Collins in Dinasty sembrava una dilettante dell’out-fit.
Canta una canzone che non conosco.
“Sei contento?”
“Io non conosco questa canzone, perchè dovrei?”
La ragazza sul palco inizia a urlare “Ciao Milano”.
Se dovessimo essere puntigliosi dovremmo ricordarle che siamo ad Assago e i cittadini magari potrebbero offendersi.
Ma siccome non sono uno precisino lascio perdere.
Non so dove abbia preso i vestiti la showgirl in questione, ma senz’altro non deve vederci bene, né lei né lo stilista.
Si passa da tutine tutto glitter per farsi riconoscere in tangenziale a bikini in assetto da guerra, per lunghe passeggiate sui bagni-asciuga libici, da tonache da suora porca a soprabiti sadomaso in latex.
Il mio preferito è quello da abat jour. Una specie di vestito da sposa meccanico, telecomandato a distanza, che si muove sperando di stupire il pubblico.
“Scusate ragazzi ma io questa cosa l’ho gia vista”
“E dove?”
“In Giappone!”
La cantante comunque se la cava, nonsotante urli come un’aquila. Ci tiene anche a farci sapere che canta dal vivo e non in playback. Tutti le tirano in testa la di ogni: sciarpe, barbie magia delle feste, mutande, guanti, bandiere. Si continua con panzerotti prosciutto e mozzarella, conserve di pomodoro pugliesi, barattoli vuoti della Mutti e minestroni “That’s Amore” Findus.
Parla tantissimo e inneggia all’uguaglianza, alla tolleranza e alla libertà di espressione. Continua a menarla sul fatto che canta dal vivo e poi ancora sull’ uguaglianza, tolleranza e libertà di espressione.
Siamo un pubblico pagante sano e di robusta costituzione, mica siamo “sordi felici” e poi se devi trovare una scusa per prendere fiato raccontaci chi è il tuo sarto.
Fa lunghe pause questa italo americana. Nei momenti “bui” dello spettacolo vengono proiettati video su lei che si fa vomitare succo di puffo, che mangia carne fresca e altri dove si spara le pose da figa di Bel Air.

Ogni tanto ulra “Piccoli mostri”.
Piccolo che? A me? Ma ti sei guardata brutta racchia brevilinea con la cellulite, come ti permetti? I miei amici hanno pagato fior di quattrini per vedere ( e farmi vedere) un grande spettacolo e invece tu ci dai dei rattusi.
Ecco, brava! Sparisci dietro al palco.
Neanche 5 minuti e torna tutta sporca di pomodoro. Vi sembra il momento di fare la salsa? Ok che hai origini meridionali ma stai lavorando figlia mia e poi non è periodo. Si fanno d’estate queste cose che il sugo si conserva meglio!
La cantante bionda giallo Titti non è schiava della moda e si vede. Aggiorna il suo look come un catalogo dell’Ikea. Una volta l’ho vista vestita da credenza dell’ospizio di Sant’Erasmo, poi da estintore e persino da baldracca della steppa russa.
Pare si acconci i capelli con le lattine e che abbia delle cipolle assurde sugli alluci, ecco il motivo di quelle scarpe correttive.
Non balla molto bene, anzi sembra quelle pazze che andavano alla Corrida di Corrado. Muove le braccia a caso ed è raffinata come la Mussolini quando incontra la Carfagna nei bagni di Montecitorio.
Parla tanto di “freedom” ma lei crede di essere libera veramente?
Ringrazio tanto i miei amici per avermi portato a vedere un evento così unico, mi domando quale sarà il prossimo abito di questa performer americana.
Peccato che per il finale abbiano usato la canzone della pubblicità della Tim, almeno potevano fare salire Belen e Cristian De Sica.

Il Portinaio

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