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TUTTI SENZA QUALCHE ROTELLA: STORIE DI SESSO!

2825_pradaOggi è uno di quei giorni “evento”: siamo usciti a mangiare la pizza con con Vicky, Yasu e Mia san! Tutti e tre insieme sarà un delirio!
Ancora ho in testa la scena all’Onsen dove mi usciva un testicolo dallo Yukata e Mia san per non guardarmi girava la testa dall’altra parte. Ma dimmelo! “Palla esce”, così io avrei capito.
Comunque non so come faremo a dar retta a tutti, ma sicuramente ci sarà molta carne al fuoco.
P: “Ma non mangiamo la pizza?”
G: “È un modo dire, vai a giocare con Mimì a pallavolo giù in cortile, ma lavati i denti prima e non sudare!”
La pizzeria sta più o meno vicino a Yotsuya, il quartiere dove abita Vicky, è molto piccola e fa impressione vedere tutti quei prodotti italiani esposti come fossero orologi di Cartier!
Se volete capire dove siamo stati e chi abbiamo incontrato andate qui: www.carmine.jp, ma non fatevi impressionare dall’aria da Orsetto del Cuore, perché questo uomo puntava solo ed esclusivamente la Piera.
Ci siamo trovati fuori dalla stazione tutti e cinque verso l’una e poi, con la mia valigia piena di gadget da dare a Yasu, ci siamo diretti a piedi verso il ristorante.
G: “Yasu, manca tanto? La valigia pesa.”
Y: “Io non so, né.”
G: “Si mangia bene in questo posto?”
Y: “Io non so, né.”
G: “Grazie che mi porti la borsa in Italia.”
Y: “Io non so, né.”
G: “Cosa?”
Y: “Io scherza né… Com’è andata Onsen?”
G: “Bene, c’erano un po’ di anziani però bene.”
Y: “Tu vergognamente?’”
G: “No, svenutamente quasi.”
Davanti Vicky spremeva la Piera con i suoi problemi di coppia, ma Lady Disturbia fingeva di essere interessata, intanto dietro faceva il dito medio.
Yasu invece continuava a torturarmi!
Y: “Buono questo, tu mangiato okonomiyaki nè?”
G: “Sì, buono.”
Y: “Tu mangiato takoyaki né?”
G:”Sì, buono.”
Y: “Tu mangiato shabu shabu né?”
G: “Sì, buono.”
Y: “Tu mangiato okonomiyaki né?”
G: “Te l’ho appena detto! Tu non mi ascolti né!?”
Appena entrati abbiamo dovuto pagare subito, che non ho capito tanto perché. Poi abbiamo prenotato il menù fisso: pizza o pasta, coca cola e caffè.
Mazza, che cucina italiana raffinata!
Il signor Carmine non mi ha degnato neanche di uno sguardo, era concentrato solo ed esclusivamente sulle tette della Piera.
C: “Di dove siete?’”
G: “Milano”
P: “Del regno di Odolo, nello stato di Brescia.”
C: “Ah di Brescia, conosco quella zona.”
G: (Veramente ho detto che sono di Milano.)
C: “Ci sono andato quando ero giovane e per uno come me che viene dal Sud…”
P: “Di dov’è lei?”
C: “Calabrese”
G: (Ma scusa, non era toscano!?)
P: “Ah, non è italiano?” (terun)
C: “Sì, sono andato a Brescia quando avevo quindici anni e lì ho avuto le mie prime esperienze sessuali”
G: “????”
P: “????”
Io non so se ha capito dalla nostra faccia quanto eravamo a disagio, ma dopo un centesimo di secondo, quando ha visto che la Piera si abbottonava il decoltè, se n’é andato dal ristorante inventandosi una scusa.
Pensare che l’avrò contattato un sacco di volte durante questi anni e lui non mi ha mai risposto perché non ho un seno prosperoso!
M: “Ano… Simpatico Carmine, vero?”
G: “Sì, come un dito nel… Come dite voi? Ano”
M: “????”
Intanto Vicky parlava a raffica ma, siccome noi dovevamo stare dietro a tutti, continuavamo a muovere la testa come i gattini sopra le cappelliere delle macchine!
Y: “Io posso aprire valigia né?”
G: “Sì, apri pure.”
Y: “Ah ah ah, cos’è questo né?”
G: “Mazinger zetto” (dio, come parlo…)
Y: “E qui posso aprire né?’”
G: “Sì sì… Ma tranquillo, non c’è materiale porno.”
Y: “Ah ah ah tu hentai, bamboline sporche né?”
G: “Se vuoi aprire lì, c’è la droga!”
Y: “????”
Vicky intanto ha preso il sopravvento e ci ha raccontato che sta seguendo un caso di un inglese che è stato arrestato in un negozio.
Pare che il britannico si sia ubriacato e sia andato da Don Quijote (il negozio più urfido di Tokyo, una specie di mercatone a più piani) e, non avendo ricevuto lo sconto, ha rotto una vetrinetta.
G: “E l’hanno arrestato?”
V: “Sì, è dentro da dieci giorni.”
G: “Ma scusa non è troppo?’”
V: “Ma lui non ha chiesto scusa. Sì lo so, è strano.”
G: “Ma come funziona qui la legge?”
V: “Pare che il padrone del negozio vuole le scuse sennò non ritira la denuncia e non possono neanche buttarlo fuori dal Paese.”
G: “Ma buttacelo tu fuori dal Paese.”
Sotto questo aspetto è strano il Giappone, veramente. Sapete che esiste anche la pena di morte? Ma nessuno ne parla, perché si vergognano. Eppure emulano così tanto gli americani, perché vergognarsi?
V: “Sono uscita con un uomo vedovo con due figli.”
Y: “Tu droga?”
M: “Tu vergogna onsen?”
G: (Basta!!! Uno alla volta!)
Riassumo: Vicky è uscita con uomo che ha due figlie, è vedovo e ha la storia più triste dopo Remì! Lei ha cucinato per tutti e lui ha portato due bibite, poi non si sono cagati perché hanno giocato rispettivamente con la propria prole e infine, quando hanno preso il gelato, lui non si è degnato neanche di offrirglielo.
V: “A ‘sti giapponesi mancano gli ormoni.”
Y: “Cosa?”
V: “Niente niente”
Y: “Tu cerca uomo? Vuoi uscire con me? Tu buono stipendio mentre io povero.”
G: “Yasu, ti ricordi quando dicevo cos’è un marpione?”
Y: “Mascarpone?”
G: “Dopodomani è Pasqua” (Ecco che uso la tecnica “cambia discorso che ti risolvi un problema”.)
Cavolo è proprio vero, i giapponesi nell’amore guardano prima i soldi e poi che lavoro fai!
V: “Ho scopato.”
G: (Tu invece di ormoni ne hai troppi.)
V: “Vorrei altri due figli ma mi serve un padre.”
G: (Vai, che tra poco inizia a cantare “Muscolo Rosso” di Cicciolina.)
Ma ecco manifestarsi la Principessa di Odolo che gira per i tavoli a guardare i poster delle Ferrari.
P: “Questa ce l’avevamo, quella di Magnum P.I.”
G: “Il modellino?”
P: “No, quella vera.”
G: “E tu me lo dici solo ora?”
P: “Ma non l’abbiamo più.”
G: “Ma che importa, domani mi porti da Gucci e mi compri un vestito, che a giugno ho due matrimoni… Posso chiamarti Maestà?”
P: “Sua Maestà, prego!”
Finito di mangiare quella pizza gommosa e piccola come un toast, siamo andati a vedere l’ufficio di Yasu e il suo negozietto di prodotti italiani, tedeschi, francesi, croati, belgi…
G: “C’è mezza Europa.”
Y: “Io porto olio da Croazia.”
G: “Ma questa sottiletta cos’è?”
Y: “Parmigiano”
G: (ma ti sembra? È grosso come il formaggio “Baby Bell”)
Y: “Ho anche provoro.”
G: “Provola!” ( Ma è uguale al Parmigiano Reggiano…)
Y: “Vuoi pasta con crema fatta da noi né?”
G: “No grazie, troppo gentile.”
M: “Sì”
P: “Sì”
M: “Noi golose come matte.”
Y: “Vuoi aceto balsamico dolce di Modena né?”
M: “Sì, su pasticcino.”
Che schifo, come fai a mettere l’aceto su un bignè alla crema?
M: “Tu non vuoi andare più Onsen?”
G: “No grazie.” (E basta chiedermelo, giuro che ti faccio vedere l’altro testicolo se non la pianti.)
M: “Io capito che tu volevi fare Onsen privato.”
G: (No, tu avevi paura che avremmo fatto l’orgia!)
M: “Tu non vuoi più andare Onsen?”
G: “Dopodomani è Pasqua.”
Y: “Auguri”
Poi c’è stata questa scenetta bizzarra: Yasu ci spiegava le cose in Giapponese e Mia san traduceva, ad un certo punto l’abbiamo guardato e in coro abbiamo detto “Oh, ma sei fuori?!”
Y: “Scusa, io dimenticato per un attimo italiano.”
G: “????”
P: (Voglio andare a prendere le tabi)
Infine, dopo aver visto l’ufficio al nono piano con vista sull’Ambasciata Inglese, siamo riusciti a scappare!
Finalmente abbiamo trovato ‘ste maledette tabi, create da un designer giapponese che ha fatto pure la joint-ventures con “Le Coque Sportife”.2
Ovviamente ho dovuto portare fuori Lady Disturbia di peso, minacciandola di aver inserito un micro bomba nella testa dei suoi amati gatti!
Ci siamo fermati anche da Yohji Yamamoto, ma i prezzi di una sua maglietta sono come 15 stipendi di un operaio medio.
G: “Andiamo da Prada a salutare Mauro?”
P: “Dici che ci regalano portachiavi?”
G: “Sumimasen, there is Mauro san?”
La commessa ci guardava come se fossimo l’Ufficio d’Igiene. Hanno fatto sparire i Panda (che Miuccia usa per fare gli inserti delle sue scarpe), poi con un sorriso ci ha detto:
“No… But there is Aya, do you know?”
G: “No sorry, arigatou.” (Ma che ne so chi è Aya che lavora da Prada a Omotesando, mica sono il direttore del personale. Come se vai alla Standa a cercare la tua amica che lavora lì e ti dicono: guarda c’è la Rosy alla cassa 5, se vuoi.)
Bizzarre le commesse, vogliono sempre metterti tanto a tuo agio che a volte non si rendono conto neanche di quello che dicono!
Piera, guarda che non si possono fotografare i vestiti.
P: “Sumimasen”
Ormai potrebbe fare spionaggio per Dolce e Gabbana!
Dopo una zuppa ad Harajuku (credo si chiamasse kiushu jangra) di brodo di maiale, spaghetti e tante cose che non si capiva cosa fossero, siamo tornati a casa belli stonati.
Ad attenderci c’era la nostra coinquilina in stato di grazia!
D: “Do you want a glass of wine?”
G: “Yes, thank you.”
E via tutta la sera a tracannare e a fumarmi le mie sigarette!
“Dina la coinquilina” quando alza un po’ il gomito diventa la donna più simpatica del pianeta. Mezza ubriaca, ci ha raccontato che il suo ex fidanzato aveva comprato i preservativi giapponesi ma che gli strozzavano il pisello!
D: “Japanese Dick little litte…”
G: “Like a rabbit.”
D: “No, like a bird!”
G: “Ahahahahahahahah”
P: “Ahahahahahahahah”
Poi, dopo il quinto bicchiere, ci ha svelato che una sua amica ha avuto un rapporto sessuale con un giapponese e che pare che con il cunilingus ci sappiamo fare!
Traduco in italiano:
D: “Visto che non sanno usare quello, almeno che facciano andare bene la lingua!”
G: “Ma non sentiva niente?”
D: “Niente, sbuffava, è corto come un mignolo.”
P: “Ci diceva una nostra amica che non ci provano molto con le donne.”
D: “Non hanno le balle, gliele tagliano da piccoli.”
G: “Quindi non si comprano i preservativi in Giappone?”
D: “Chiedi la taglia XXL, il mio fidanzato ha iniziato a respirare con quelli.”
Ovviamente ora Dina è mia amica su facebook, nonchè amica per la vita!
Buonanotte.

Il Portinaio

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