Amico è,  In viaggio con il Portinaio,  L'altro Mondo

VERSO OSAKA. IN VIAGGIO CON YASU!

L’appuntamento è alla stazione Minami Senju.
Allora, secondo le indicazioni di Mia-san, io dovrei cambiare a metà strada della linea verde prendere la grigia e farmi 13 fermate, ma se ci facciamo tutta la verde ne risparmiamo tre e poi basta tornare indietro di una e sei a destinazione.
Non vi dico quando l’ho sentita al telefono e ha scoperto questa cosa.
M: “No no tu sbagliato, noi aspettare!”
G: “Guarda che stiamo arrivando, ci manca una fermata e poi prendiamo la metro al contrario.”
M: “Ano…no torna indietro.”
G: “Guarda siamo al capolinea della verde e ora torniamo indietro sulla grigia e…”
M: “Ano…ano…tranquillo fai con comodo, torna indietro, noi aspettare”
G: “Mia-san, ho detto che non abbiamo sbagliato siamo al capolinea della verde…”
M: “No no tu sbagliato…”
Click!
P: “Ma le hai sbattuto giù il telefono?”
G: “Sì!”
Dopo un nano secondo siamo arrivati!
M: “Ma tu già arrivato?
G: “Sì sì, sumimasen gomennasai…”
I Giapponesi, se esci dai loro binari, vanno in tilt. Bisogna far nascere il Ministero delle Nuove Possibilità, così capiscono che c’è sempre un’altra scelta.
Però che fatica!
Ma eccoci all’incontro con Yasu.
Ci si presenta un uomo non tanto alto, sulla quarantina, che indossa la maschera per il raffreddore!
Ha una monovolume e ride in continuazione.
Il suo intercalare non è “ano” ma “né”, come i bresciani. Ride e dice “né”.
Mia-san è fantastica. Prima di partire fuma con noi di nascosto dietro l’auto di Yasu. Per lei questa è pura trasgressione e mi piace l’idea di vederla così gaurdinga dall’essere giudicata.
La prossima volta le dico di soffiarsi il naso in mezzo alla stazione, così l’arrestano!
M: “Yasu ha su macchina porta pesce.”
P: “????”
G: “C’è del tonno?”
P: “A me sembrano due acquari.”
Y: “Io anche portato vino da Italia.”
M: “No lui porta il porta pesce.”
G: “C’è del salmone?”
P: “????”
G: “????”
M: “????”
Y: “Meglio partire, strada lunga.”
Le tangenziali in Giappone passano attraverso i palazzi. Giriamo intorno a Tokyo e vediamo la baia illuminata, l’isola di Odaiba e la Tokyo Tower tutta piena di luci rosse e bianche come la bandiera giapponese. È tutto così irreale, sembra di stare in Blade Runner!
Entrando in autostrada, Yasu inizia a farci da Cicerone.
Sulla sua auto c’è un computer di bordo che parla in continuazione e, prima di farlo, suona la sigla di “Tira e Molla”, sempre! Non riesci neanche a dire due parole che questo inizia “eo eo nanna nao…konbanwa xxxxxxxx kudasai”
Poi ha un altro computerino che gli indica quando ci sono le telecamere che controllano la velocità e via con l’altro cicalino tipo la scena di Psyco nella doccia, con tanto di cartone animato a forma di macchina della polizia!
Durante il tragitto notiamo che ci sono tanti hotel dai nomi anglofoni: hotel Queen Elisabeth a forma di nave, hotel New York con tanto di Statua della Libertà, hotel Versailles a forma di reggia di Caserta!
Y: “Sono hotel dell’amore, conosci nè?”
G: “Ma quanti ce ne sono, che porcellini che siete!?”
Per tenerlo sveglio, io e la Piera ci alterniamo sul sedile anteriore del passeggero, che qui in Giappone è sulla sinistra.
Fa sempre impressione vedere tutto al contrario, ma dopo un po’ ci fai l’abitudine. Quindi se uno ti supera a sinistra o è un tamarro o è italiano!
La figata delle autostrade giapponesi sono ovviamente gli autogrill, che sono dei covi di dolcezze e gadget! Ci sono tutti i tipi di tortine, caramelle, brioches e il tè verde è gratis!
I bagni sembrano delle discoteche e chi la fa da padrona qui se non Hallo Kitty?
Questa gattaccia è ovunque. Io non so chi le studia il marketing ma è pazzesco: per ogni città che vai hai la tua Hallo Kitty personalizzata, che qui chiamano simpaticamente Kitty-chan.
Quindi, abbiamo trovato quella vestita da contadinella che raccoglie il tè verde, poi quella vestita da arancia, poi da fragola, d’anguilla, da figlia dell’anguilla e da cesta con dentro le anguille.
È come se facendo l’autostrada del sole trovi Hallo Kitty che fa l’erbazzone a Reggio Emilia, il ragù a Bologna, vestita da San Francesco ad Assisi e da trullo a Brindisi. Poi se ti fermi a Napoli c’è Hallo Kitty che ti frega la macchina!
G: “Dove hai abitato in Italia?”
Y: “A Perugia ma loro chiusi…nè”
G: “E poi?”
Y: “A Catanzaro…nè”
P: “????…nè”
G: “Catanzaro, come mai lì?”
Inizio a farmi i film di lui che gestisce traffici loschi di sushi con la ’ndrangheta!
Y: “Io amica a Catanzaro che è spostata con un calabrese.”
Dobbiamo parlare con lui tutta la notte. Ogni tanto sbanda un po’, quindi io cerco di alzare anche un po’ il volume della voce, come se stessi parlando con mio nonno sordo di 93 anni!
G: “HAI IL R A F F R E D D O R E?”
Y: “No, allergia colpa dell’aria né.”
G: “POLLINE?
Y: “No anche inquinamento, poi colpa dei cinesi che da Shanghai arrivano qui tutti i fumi delle ditte”
E certo, diamo sempre la colpa agli altri. I Giapponesi hanno una forma di razzismo verso gli altri orientali, ne sono certo, l’ho constatato con Yasu, che in modo sottile mi rispondeva così:
G: “Corea del Nord?”
Y: “No pazzi, là ti sparano…nè”
G: “Corea del sud?”
Y: “Dipende da gente…né”
G: “Cina?”
Y: “Mangiano cani, gatti ma dipende da gente né!”
È molto gentile, comunque, ci porta fino ad Osaka e neanche ci conosce!
Y: “Tu viaggiato altri posti?”
G: “Sì, sono stato a Parigi, negli Stati Uniti, in Olanda…”
Y: “Africa?”
G: “Sono stato solo a Djerba, ma non è un granché.”
Y: “Djerba è Africa?”
G: “Sì, in Tunisia…”
Y: “Io no Africa.”
G: “Oh, che peccato!”
Alla terza sosta, dopo Shizuoka, scopriamo che qui è zona di Ninja.
Quindi c’è Hallo Kitty vestita da…?
No, è delirante. Lei e Doraemon sono i veri Imperatori del Giappone!
Non a caso il capo del governo l’ha presa come testimonial dell’ente del turismo giapponese. Ve lo vedete Berlusconi che pubblicizza i viaggi in Italia con Topo Gigio?
Questa volta tocca alla Piera stare davanti e, mentre io scandivo lentamente le parole come un bambino di tre anni, la Piera invece parlava come un’insegnante di sostegno, in modo educato e forbito.
Così io mi spinnolavo il naso dietro, stando bene attento a non farmi vedere, e quei due davanti sembravano un b-movie italiano degli anni 70!
Y: “Tu viaggiato?”
G: “Ancora con ‘sta storia?”
P: “Sì sì”
Y: “Africa?”
G: “Basta con questa Africa!”
P: “Certo, sono stata in Marocco, in Kenya, alle Mauritius…”
Y: “Madagascar Africa? Mauritius?”
G: “????”
P: “No, ascolta bene Pierino. Sono stata alle Mauritius. Prendi il libro a pagina 7 e vedi sulla cartina.”
Y: “Kenya?”
P: “Un amico di mio padre che è molto ricco ha costruito delle case sulla costa poi ha schiavizzato i neri e li ha messi a lavorare.”
Y: “Tu ricca, viaggi molto.”
Si manifesta così la principessa di Odolo che inizia a raccontare la favola del suo Regno delle Due Brescie: una parte era sua e l’altra ha dovuto cederla alla principessa Sissy alias Romy Schneider e al suo amato Klaus.
Io inizio ad appisolarmi, ma siccome guida come se stesse sugli autoscontri, devo tenere una mano attaccata alla cappelliera per non cadere!
Si sentono anche i rumori delle bottiglie di vino che sbattono.
G: “Che vino c’è?
Y: “Lambrusco. Buono.”
G: “Io preferisco Negramaro.”
Ha iniziato ad elencarmi tutti i prodotti che importa in Giappone e io, nonostante stessi morendo di sonno, mi bucavo le mani con uno stuzzicadenti per tenermi sveglio.
Y: “Io porto olio.”
G: “Sì…”
Y: “Io porto olio anche da Croazia.”
G: “Sì…Croazia? bleah…”
Y: “Io porto vestiti da Francia.”
G: “Sì…”
P: “Che vestiti?”
Y: “Io non porto vestiti.”
G: “Lo hai appena detto!?”
Y: “Eheheheheheh né”
P: “????”
G: “????”
Y: “Io porto Parmigiano.”
G: “Sì…”
Y: “Come dite voi quando uomo tocca donna?”
G: “Porco!”
Y: “No, qui si dice Chikan.”
I chikan sono quegli uomini che sulla metro palpano le donne. Ecco spiegato perché nelle ore di punta su alcuni vagoni possono entrare solo donne.
Y: “Come dite voi Chikan?”
P: “Maiale!”
G: “Marpione”
Y: “Qui tante pecorine?”
P: “????”
G: “Ahahahhaahhahaha… Cosa?”
Y: “In questa zona tante come dite voi beeeeeee, come fa verso animale beeeee, pecori!”
G: “Pecora!!!”
Per un attimo ho pensato che ci fosse il portachiavi di Hallo Kitty a  pecorina!
G: “Che città è questa con il porto lungo 7 km?”
Y: “Nagoya.”
Dopo un’ora…
G: “Che città è questa?”
Y: “Nagoya.”
G: “Piera, vieni davanti!!!!”
A volte, quando non riusciamo a comunicare, Yasu-san inizia a parlare in Giapponese. Non sa cosa dire e inizia farfugliare varie cose. Poi la Piera da dietro cambia le pile e lo collega al suo computer di bordo, così lui si riprende e incomincia a riparlare italiano!
Piano piano arriva l’alba e io mi addormento per 10 minuti, per scoprire poi di essere arrivato ad Osaka.
Ora mi faccio un pisolino ci vediamo fra qualche ora!

Il Portinaio

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.