Portineria,  We are Family

LASCIAMI ENTRARE

Ho fatto un patto con la mia memoria, di non dimenticare nessuno. Fin da piccolo le ho chiesto di farmi ricordare le date dei libri di storia, le facce dei miei compagni e di quelli che mi hanno accompagnato durante la vita.
E così tutti i giorni mi viene in mente qualcuno. Qualcuno che mi abbia lasciato un segreto, un’ombra o un ricordo.
Oggi piove e pare che Petunia stia per andare in calore. Il vento porta in giro il suo “amore” e tutti i cagnolini fanno la fila alla porta. Ma lei è protetta da Bandito, carlino maldestro che non sa ancora dove infilare il suo cosino.

“Pirla non devi metterglielo in bocca!”
“…”
“E’ inutile che mi guardi così…la fellatio non fa procreare”

15 anni fa c’era un cane, che durante il periodo fertile del mio, si appostava sotto casa per giorni. Neanche le intermperie lo schiodavano dal cancello e, come un novello Romeo, rimaneva anche a dormire vicino ai citofoni, aspettando che uscissi per la passeggiata e pedinarci come un maniaco.
Stavo per ore a guardarlo con il muso dentro le inferriate, nero e con il pelo un po’ malandato. I suoi occhi erano tristi e innamorati.
Kelly, il mio cane, ogni tanto lo degnava di uno sguardo, protetta dal balcone. Il loro era un’amore dettato dalla natura, ma per me era un’ emozione vera.
Così ogni tanto scendevo per portargli qualcosa da mangiare e una ciotola d’acqua. Scodinzolava per il contentino, ma voleva di più. E io a spiegargli che non poteva, perchè avrebbe distrutto una famiglia. Kelly era destinata a grandi campioni, usati senza sentimento, come amatori robot.
Mi dava la zampa, per farmi capire che l’avrebbe resa felice, che lui si sarebbe occupato di tutto, dei cuccioli e della sua felicità. Bastava solo aprire il cancello per esaudire quel desiderio.
Ma io avevo paura, non potevo cedere all’amore puro, dovevo essere forte delle mie convinzioni di famiglia perfetta e tradizionale. Come può un meticcio come te renderla una principessa? Non hai amici, frequenti cattive compagnie e magari non hai un collare antipulci.
Perchè lei dovrebbe mollare la sua vita per te? Cosa le dirai quando si sentirà sola lontana da casa? Come potrai mantenerla?
Dimostrami che sarai perfetto.
Ma lui non rispondeva e mi metteva la testa fra le gambe piangendo.


Il mio vuoto all’improvviso si colmava. Avevo tutto, una bella vita, auto di grosse cilindrata, abiti firmati, ma tutto quello che mi era stato dato non valeva quanto lui.
Fammi entrare” mi diceva, almeno fammi provare.
Di notte lo sentivo abbaiare in quel silenzio che per me era infinito. Spazzava via le mie ideologie e spezzava la maledizione che aveva colpito la mia famiglia, quella di non vedere con la mente aperta.
Kelly improvvisamente aveva capito che non era ogni 6 mesi che doveva amare. Con lui avrebbe cancellato quella malinconia, perchè il sacrificio di aspettarla era il più grande dono che potesse farle.
Ma la paura a volte è così forte che nessuno riesce ad aprirlo quel cancello. Mi bastava solo un gesto.
Aspettava, come facciamo con la Primavera. Aspettava, come si fa la notte di Natale, quasi senza far rumore.
Il suo cuore era più prezioso di qualsiasi medaglia da competizione. Dovevo rischiare, potevo averlo accanto e vedere quanto valeva il suo “molto” o magari perdere altrettanto.
Così un giorno, mentre tornavo da scuola gli ho aperto il cancello e l’ho fatto entrare.
Non mi ha neanche aspettato ed è corso per le scale sperando di vedere la sua principessa accoglierlo.
Calmo ragazzino dobbiamo ancora varcare la porta di casa e poi sarai felice. Ti prometto che difenderò il vostro amore.
Benvenuto cagnolino nero, non so il tuo nome, non ti conosco, ma benvenuto!
Kelly quella stessa mattina era stata portata via dall’allevatore. Per non farsi vedere dal suo amante erano scappati dal garage.
E’ tornata dopo una settimana, colma di campioncini pronti per essere sfornati. Il vento non era più innamorato e di quel cagnolino nero non c’era più traccia.
E io che speravo avrebbe avuto il coraggio di aspettarla ancora un po’.

Il Portinaio

L’amore non è quello che abbiamo ma quello che ci manca (M.V.)

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