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RICORDO D’INFANZIA – Primo Volume

alienHo in mente la mia vita come se fosse un film, da bambino ero talmente creativo che fuori dalla porta dei miei nonni c’era la fila per giocare con me.
Piacere sono Gabriele e sono stato un bambino felice.
Cresciuto fra boschetti, villette e cartoni animati.
La casa di mia nonna era in un tranquillo quartiere residenziale. Negli anni Ottanta qualche riccone o chi per esso, ci aveva costruito un residence super figo, dove stazionavano giocatori di calcio, tennisti con il riporto e attori più o meno famosi.
Noi bambini della compagnia “Baby Gang” stazionavamo fuori dai cancelli per farci fare l’autografo.
Non ho mai visto però nessuno, tranne due calciatori che all’epoca militavano nel Milan: tali Raymond Wilkins e Mark Hateley.
Il primo sembrava uno spacciatore rumeno e l’altro era sopranominato da noi “ferro da stiro” per il mento pronunciato.mark hateley
Oltre ad essere una banda di ciclisti maniaci che tormentavano le bambine, eravamo anche interisti!
E secondo voi perchè  ci facevamo fare l’autografo da due minchioni del Milan?
Ma per unsultarli ovviamente!
Ci nascondavamo dietro le siepi del parco dove loro prendevano il sole e incominciavamo a chiamarli a gran voce.
Dopo il fallimento di tutti i tentativi fatti dai vicini per zittire la nostra cagnara e farci abbattere da dei cecchini, apparivano loro:  gentili e già pronti con la penna in mano.
“Volete firma?”ray wilkins
“Certo certo!”
Come due allocchi,  i poveri atleti ci autografavano fazzoletti sporchi di muccio del naso e fogli trovati per terra.
E lo scherno partiva solo dopo che salivamo sulle nostre bici.
“Milan merda…Wilkins scarpone…Hateley via col mento!”
“Gabriele cosa vuol dire via col mento?”
“Non lo so, ma lo dice sempre mia zia alla sua amica che ha due menti”
I due rimanevano interdetti come pali della luce e ci mandavano a fanculo nella loro lingua, che a tutt’oggi non so quale fosse.
Sfrecciavamo per le vie desolate, dove i cani a volte erano liberi e ci mordevano le caviglie, andavamo nei boschi a nasocndere i porno e sfidavamo i più grandi alle corse in bici. Piccoli e spietati.
La “Baby Gang” era anche specializzata in raccolta di gatti randagi e cani abbandonati.
Neanche fossimo l’Enpa, costruivamo piccoli rifugi di cartone, rubavamo il latte per sfamare i micetti e ogni tanto dovevamo anche seppellire quelli che non ce la facevano.
Il pastore meticcio Billy me lo ricordo benissimo. E’ stato il primo ad essere tumulato sulle collinette vicino a casa della nonna, il primo a inaugurare il “Pet Cemetary” e il primo a ritornare dalla terra.
Pioveva il giorno in cui è venuto a mancare Billy. Un camion l’aveva falciato in mezzo alla strada e noi, più che disperarci, ripetavamo le lezioni di scienze.
“Quello è l’intestino”
“Ti sbagli Gabry è lo stomaco”
“Barbara guarda che strano il fegato…è scuro”
Andrea e Massimo avevano pensato alla buca, io con la cariola facevo testa al corteo funebre e dieci bambini pregavano dietro di me.
Sonia aveva costruito una croce di legno con delle scope vecchie e Fabio aveva pianto tutto il tempo, manco gli avessero pestato un’ unghia incarnita.
Billy era il cane di tutti, dormiva in una scatola sulle collinette e tutti noi gli portavamo avanzi di cibo. Billy era obeso!
Due giorni dopo il funerale i miei amici sono corsi a casa mia spaventati.
“Devi correre alle collinette abbiamo un problema”
in effetti eravamo una “Baby Gang” non un impresa funebre e lo spettacolo che si vedeva era dei più raccapriccianti.
“Scusate ragazzi ma quella è la croce?”
“No Gabry è la zampa!”
La terra aveva ceduto sotto gli acquazzoni e aveva riportato Billy alla luce.
Sembrava uno zombie e noi affascinati dalle cose putrefatte, stavamo lì ancora a guardarlo.
Billy era uno di noi, ma qualche adulto lo fece sparire il giorno dopo.
La collina del Pet Cemetary non esiste più, al suo posto sono state costruite altre villette. Dicono che di notte lì vaghino spiriti di animaletti curiosi in cerca di una degna sepoltura.

Il Portinaio

7 commenti

  • stefanorfeo

    Trash e splatter ma anche commovente… Bello lasciarsi frullare dalle emozioni così contrastanti dei tuoi racconti e farsi trasportare dai ricordi d’infanzia…

  • Nazgul

    Billy l’ avete ucciso voi, obeso è stato facile preda sulla strada, dall’ altra parte non dovevate chiamarlo però…
    Nel praticello, non giardino, di casa ho seppellito diversi gatti e due cani…
    Proprio al funerale d’ un gatto scavando saltò fuori il cranio di Billy, il cane di Fiore un mio vicinato che invece è seppelito nel cimitero del paese…
    Puzzava tanto quell’ osso, così dopo averlo fatto vedere al proprietario concordammo per la riseppellitura…
    Straziante ancora mi ricordo un cagnolino che avevo accucciato fuori dal palazzo, un giorno una vecchia megera lo portò via, io piangevo mentre s’ allontanava tstrascinato al guinzaglio…
    Ho imparato ad odiare le baldracche, ma non le seppellirò mai in giardino…

  • alebino

    Noi da piccoli avevamo un posto segreto, una tana (che poi tanto segreta non era) andavamo in giro per i cassonetti a raccattare quello che le famiglie dei dintorni non volevano più vedere in casa. Portavamo tutto in quel mucchio di alberi e sterpaglie e cominciavamo a costruire cose… sedie sui rami degli alberi come postazioni di vedetta, divani fatti con vecchie reti da letto… meraviglia!
    Ah ecco avevamo anche parecchi gatti, tutti pulciosi ma fantastici!

  • putredine

    sei l’arma vincente contro l’immigrazione clandestina.
    se ti facessero leggere nelle scuole dei paesi “sensibili” l’italia non se la filerebbe più nessuno.
    :)))
    grande portinaio!

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