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LEZIONE 13 (Donazione)

kyoko maison ikkokuAnche oggi sono andato a trovare Obachan.
Siamo diventati i suoi acari nel divano, le zecche del suo cane, la forfora sulla sua spalla.
Secondo me sta iniziando ad odiarci.
Al telefono le ho sentito dire “Rita chiamami più tardi che ho i giapponesi con la macchina fotografica in faccia”.
“Obachan chi è Rita?”
“E’ la mia vicina. E’ un po’ curiosa”
Tempo zero eravamo sul balcone a far conoscenza con la dirimpettaia.
Le abbiamo anche passato un barattolo di sugo con il bastone dell’armadio, quello che serve per prendere le giacche.
I nippo erano estasiati da questa cosa.
Rosa si è eccitata, pensava di essere nell’Italia del dopo guerra.
Che sia questo quello che percepiscono i giapponesi di noi italiani?
Devo alzare il livello!
Ma non ho il tempo di tirare fuori dal cappello nessun coniglio, perché in cucina lo stanno già cucinando.
Rosa guarda Obachan terrorizzata.
“Gabu – chan what is this?”
“Coniglio?”
“What?”
“Hello Kitty!”
E’ corsa a vomitare in bagno.
Per tutto il giorno ha guardato il coniglio alla cacciatora con sospetto.
“Rosa per contorno preferisci i piedini di Pikachu con le olive o la testa di Doraemon ripiena?”
Per deliziare la curiosità culinaria dei giapponesi, abbiamo fatto due chili e mezzo di pasta fresca, cucinato 4 chili di cime di rapa, infornato due focacce con il pomodoro e fritto le olive!
“Nannarella vi vedrò mangiare, vero?”kyoko e godai maison ikkoku
Rosa, per non venire meno alla sua curiosità morbosa sugli oggetti antichi, domandava l’origine di qualsiasi cosa.
“Nannarella puoi dire a Rosa di piantarla?”
“Perché?”
“Che cazzo le importa di sapere da dove vengono tutte le tazze della vetrina?”
Niente, come non detto.
“Allora questa tazze le ho comBrate quando ho cresimato la figlia della mia commara”
“Gabu – chan, what’s commaLa?”
“Non lo so Rosa…forse un’amica?”
“Tomodachi?”
“Che stanno dicenDo questi?”
“Scusa Obachan, chiedono il significato della parola commara”
“Significa che è io sono la madrina della figlia della cognata che aveva sposato il figlio di mio fratello”
“Ti è chiaro Rosa?”
La casa di Obachan è uno specchio! Questa donna dice non uscire quasi mai e passa tutto il tempo a cucinare, pulire e prendersi cura dei suoi figli e dei suoi ospiti stranieri.
“Con chi si trova meglio Obachan?”
“Vedi Gabriè io non parlo le lingue, quindi mi trovo meglio con gli spagnoli ”
“Ha mai avuto dei giapponesi in casa?”
“Non Buoi capire, quelli canDavano semBre”
“E poi?”
“Non si lamenDano mai e poi stanno semBre a lavarsi le mutande”
“Hanno fatto qualcosa che le ha dato fastidio?”
“Te lo dico in confidenza…mi hanno scassato il rubinetto buttandoci i loro capelli lunghi”kyoko e godai maison ikkoku
Rosa e Otaku iniziano a guardare le foto dei parenti.
E’ finita!
Incomincia l’elenco di tutto l’albero genealogico del tavoliere delle Puglie.
I giapponesi iniziano a perdere i colpi.
Bunbun parla da solo e sembra fuori sincro, Rosa si addormenta sul tavolo, Otaku riesce solo a dire la parola “Akihabara” e la povera Nannarella deve stare lucida, per pulire le bave che perdono i nostri amichetti.
Rosa è stesa! Sembra “Cicciobello cinese mi addormento a comando”
“Rosa genki desuka?” (come stai)
“Sumimasen Gabu –chan io sleep”
“Ma quanti anni hai?”
“????”
“How old are you?”
Ma Nannarella interviene a gamba tesa.
“Non puoi chiedere, è maleducazione!”
Obachan continua imperterrita a spettegolare sulle sue nuore e a idolatrare i prodotti pugliesi.
E’ una donna tutta di un pezzo, votata solo al benessere dei figli.
Li nutre, li osanna e li ama incondizionatamente, come una vera madre italiana.
“Obachan posso lavarle le tazze?”
“No, non sei capace”
“Mi chiamavano Mister Last al Limone quanto lavoravo all’Autogrill”
Obachan ha persino un fornello esterno sul balcone, che è stato trasformato in una serra ortofrutticola, ci sono i peperoncini che ti fulminano il gargarozzo, il basilico infestante e persino i limoni.
“Obachan mia madre è di origine pugliese”
“Allora se è meridionale sa cucinare!”
“Perché se fosse stata milanese?”
“A Milano si mangia male”
“Ma non è vero! Abbiamo il pesce più fresco d’Italia”
“E’ buono solo quello Taranto”
“Ma è la città più inquinata d’Italia!”
“Non perdiamo temBo Gabriè! Devo stendere”
“Posso darle una mano?”
“No, non sei capace”
“Posso aiutarla a fare un’altra lavatrice?”
“No, non sei capace!”
“Posso andare in bagno?”
“No, non sei capace”
Obachan non mi ascolta, è così! Pronta a fare di tutto piuttosto che mettere a disagio il suo ospite.
Non ha voglia di collaborare come i giapponesi.
Non accetta aiuti come i giapponesi e nemmeno consigli.
“Obachan quando lava i piatti consuma troppa acqua”
“Lo so, ma tanto a Milano piove semBre”kyoko e godai maison ikkoku
Sono stato bene qui.
Ho capito quanto mi manca una nonna che mi cucini i miei piatti preferiti e quanto sia importante la tradizione culinaria.
Ci dicevano sempre di mangiare da piccoli, ma perché quelli prima di noi avevano sofferto la fame.
Ci dicevano di essere sempre gentili da piccoli, perché porgere l’altra guancia è una raro gesto.
Nel salotto di Obachan c’è una lettera di un ospedale, che ringrazia sentitamente la sua famiglia, per aver donato gli organi di suo marito e aver salvato due persone.
Mi sono commosso e mentre guardavo ridere e scherzare tutti quanti, immaginavo che gli occhi del grande amore di Obachan potevano vedere qualcos’altro. Sicuramente avevano visto il calore di questa famiglia.

Il Portinaio

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