Lavoro sporco,  Portineria

NON E’ MAI UN ERRORE

Equilibrio:
Nel linguaggio scientifico stato fisico di un sistema nel quale non intervengono cambiamenti se non per cause esterne.
Stabilità di un corpo sia fermo che in moto,  controllo della posizione e del movimento del corpo nello spazio.
Eq. figurativo: Situazione in cui nessun elemento prevale sugli altri.
Senso della misura, capacità di valutare obiettivamente.

Ecco.
Ho sperato di essere perfetto, collezionato amanti, ridotto in stracci relazioni amorose. La speranza è una sorta di fallimento, come il disprezzo. Bisogna comprendere per essere sereni, perchè la felicità è una parola grossa, una parola che non respira.
Ho abitato in forme d’amore. Come un tossico che non può farne a meno.
Poi la paura ti prende una sera, ti alzi e chiedi alla mamma di portarti all’ospedale perchè ti manca l’aria. Hai esagerato.
Mi sono meritato una sberla. E mi ha bagnato persino la maglietta di lacrime. L’ho spinta via.
Ma il boomerang fa il suo giro e al mio ritorno chi mi aspettava non mi aspettava più.
Ho bilanciato il mio sentimento credendo che 100 fosse il peso giusto.
Ecco.

L’amore non è di due. L’amore è individuale.
Perchè è quello che provi, dai e fai che avvicina qualcuno. Ti bussa sul petto e domanda “Mi lasci entrare?”.
Certo! Perchè devi restare fuori?
Va bene una notte o due settimane?
Scambiamoci il sudore, baci appassionati e qualche promessa. Ma solo poche.
Diventiamo calamita e calamità.
Poi, se siete radical chic, basta prendere una Moleskine e leggere gli appunti: “Così non va perchè ho sbagliato, la cipolla toglila perchè non le piace, ricordati che ingelosire le persone è da stupidi, se non provi niente uccidila subito”.
Non farti venire un ictus per iniziare a pendere da una parte, solo perchè sai che c’è qualcuno che ti raddrizza.
Non ripetere gli stessi errori.
Errore. Un’altra parola che non respira.
Ci attacchiamo ad una canzone, ossessionati dalle sue rime. Improvvisamente ce ne impossessiamo, pensiamo che sia stata scritta per noi. Perchè l’abbiamo capita.
Non sono bastati centinaia di anni di poesia, figuriamoci un ritornello.
Allora proviamo a ballare con lei. Abbraciamola. Chiediamo se i suoi sogni sono capaci di accendere una centrale idroelettrica. Perchè ti senti una lampadina.
Poi le chiuse del canale non vengono aperte e l’energia salta.
Che peccato!
Eppure non volevo niente, solo un po’ di compagnia, scrivere sul tuo libro rosso, vivere in quel monolocale vicino a casa dei miei genitori, portare il cane a pisciare e riscaldare cibo nel forno.
Smettiamo di danzare e cambiamo. Almeno tre passi li abbiamo imparati.
Se è rimasta, vorrà dire che un po’ di ritmo c’è stato.
Apriamo il frigorifero e diventiamo bulimici. Mangiamo più corpi possibili, perchè è status, perchè ce lo dicono i potenti, magari mettiamoci in mezzo fra coppie in crisi. Vomitiamo le ossa e laviamoci i denti.
L’amore non è giudizio.
Perchè non si sa niente dell’amore.
Se tu lo sai, allora dimmelo! Eva sta ancora aspettando una risposta.
Se gli individui stanno in equilibrio da soli, possono benissimo tenere sulle spalle altre due persone più o meno dello steso peso. Quindi l’amore è tre? No! Resta sempre uno.
Quando si accorgerà che la protusione di scale tende all’ernia li lascerà cadere.
Poi stanco chiederà scusa a qualcuno che gli fascerà la schiena.
Se ci dividiamo, non fa niente. Basta con questa disperazione dell’abitudine, con la paura di rimanere soli e con la vergogna del fallimento.
Non siamo soli.
Cerchiamo di essere amici con gli amici, perchè è da lì che nasce il primo germe del sentimento. Proviamo ad ascoltare, giocare e uscire di casa una volta in più. Perchè se non facciamo fatica con loro, figuriamoci quando saremo innamorati.
Non rinunciamo a noi stessi, però ogni tanto non dimentichiamo di lavare i piatti, pagare le multe, pulire la lettiera, svegliarci prima per fare il caffè, strapparle un bacio e ricordarle perchè siamo arrivati.
Ecco.
L’amore è individuale. L’amore è esperienza, anche se non riesco ancora dargli un nome.
Se potrai perdonare le mie parole messe a caso, ti ringrazio.
Ti prego, non raccontare di me agli altri, detesto le competizioni. Mi sento ancora un principiante e responsabile di non aver finito la mia vita con te.
Conserva i miei ricordi, perchè ogni giorno un cane mi riporta da te, le magliette che mi hai regalato mi stringono ancora, la scritta sul muro non è stata ancora cancellata. Guarda i miei giochi tutte le mattine e fai finta di salutarmi.
La mia gelosia appartiene al passato, l’emisfero destro continua ad amarti mentre quello sinistro non respira più.
Mi piace che ogni tanto passi di qui.
Mi piace che tu sappia i miei movimenti, i pensieri e gli arrangiamenti della mia vita.
Di te e di quello che fai, lo immagino.
Prima di andare letto però un pensiero te lo dedico, appiccico la tua faccia sul comodino e dico una bugia prima di spegnere la luce.
La metafora della strada è la mia preferita, prometto di non distrarmi fra vetrine e morti di fama, di fare meno male e di togliermi il vizio di accellerare.
Io sono un riassunto di te.
Diceva una canzone: Ci sono “21 modi per dire ti amo”. Io mi sono fermato a 15. Un giorno ci diremo il sedicesimo.
Non mi hai perso, ma se non la pensiamo allo stesso modo è perchè abbiamo sbagliato ragione tutti e due!
Amore è una parola che respira (e io a volte sono un po’ evasivo).

Il Portinaio

“Non è vero che le cose passano. Non passano mai. Sei tu che, ad un certo punto, gli passi davanti sorridendo.” (S.)

voglio dormire con te

i love you

4 commenti

  • minimamoralia

    scusa,fammi capire: quello che scrive queste melensaggini adolescenziali è lo stesso che crea quei fenomenali e surreali dialoghi con sua madre o racconta in modo geniale una serata in corso como?
    ora, veramente,non voglio ferire i tuoi sentimenti, ma quanti anni hai? ste cose si scrivono a 20-22 anni,poi anche basta.
    so di essere stato stronzo e spietato,ma dovevo scriverlo prima o poi.
    complimenti per i tuoi post che fanno stracciare dalle risate e sono scritti in modo intelligente. ma questi no,dai,non si possono leggere.

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