RITORNO #Vogliodormireconte
“Ciao attore da strapazzo che non avrà neanche la pensione minima fra 35 anni!”
“Buongiorno a lei caro regista che invece prenderà quella di accompagnamento!”
“Lo sai che qui stai diventando una celebrità…ti chiamano – le garçon avec la moustache”
“Merda! Io ho fatto solo francese commerciale a scuola”
“Tranquillo sei famoso solo fra di noi”
“Quindi non incontrerò mai Alessandra Martines?”
“Facciamo così…se fai come dico io esaudirò un tuo desiderio”
“Ok! Ci sto! Rifacciamo il video di Jordy – Dur dur d’être bébé…poi giriamo il seguito di Fantaghirò”
“Chi è Jordy?”
“Comunque volevo tornare domani, ma visto il tuo stato psicologico credo che farò capodanno sulla Torre Eiffel!”
“Io intanto imparo il francese”
“Ti sei iscritto ad un corso del Comune?”
“No! Leggo le istruzioni sul retro delle creme di mia mamma”
Ho assunto una marea di ragazzini. Li tengo sospesi con uno stage, con la promessa di un contratto.
Dovranno soltanto piangere, soffrire e scrivere un sacco di lettere.
Che carini che sono.
Credono di essere alla moda con i pantaloni stretti e le Dr. Martens. Si abbandonano come le calze in fondo al letto e pensano che la loro vita non sarà più la stessa.
Si fanno chiamare su internet con pezzi di frasi fatte. I loro eroi sono rapper con la gola tatuata e puttanelle del pop senza culo.
E poi non guardano i cartoni animati!
C’è una che si taglia le braccia, perchè “così si ricorda di ricordare”.
Mi ha sporcato di RH negativo la scrivania bianca. Le ho dato una sberla, ma anche dell’acqua ossigenata.
Tirano in mezzo sempre il sole. Sempre.
Metereopatici del cazzo.
Una persona non è un raggio. Io non voglio al mio fianco una stella, che dopo otto ore deve tramontare per andare a scaldare qualcun’altro. Basta con queste storie di buio e luce.
Prendete due batterie e infilatele in una pila. Se avete bisogno di illuminarvi basta schiacciare un tasto.
Sembrano non riprendersi mai. Cadono in depressione davanti al computer, si spengono fra diari, compiti e sms.
Poi imprecano Dio. Danno la colpa a lui delle loro disgrazie amorose.
Andrebbero odiati perchè sostiuiscono il CH con la K, perchè abbreviano il NON, perchè riassumono uno stato d’animo in uno Smile.
Alla loro età forse ero più puro, con meno distrazioni, più concentrato e come alleato solo il telefono di casa.
Vogliono essere portati sulle nuvole, stare dall’altra parte dell’arcobaleno e scrivere il copione della loro vita. Poi esigono un lieto fine.
Caro regista tu l’hai già girato il finale del film?
Io vorrei che non finisse mai, fra me e te dico. Mi piace guardarti un occhio, mentre con l’altro mi metti a fuoco. Mi piace quello che mi fai digerire.
Poi il tuo ritorno ha mosso ancora le acque.
Io non voglio un finale, perchè non giriamo una serie televisiva? Non ci serve un epilogo, il bello di una storia è quello che c’è in mezzo. A me piace persino litigare, ma perchè poi mi parte il senso di colpa e corro subito a comprare un ovetto Kinder per fare la pace.
Questi ragazzini invece non si parlano per mesi e si vendicano limonando con altri. Usano ancora la parola limonare come dispregiativo.
Vogliono abbracci prima di addormentarsi. Ma lo sanno come si sta scomodi a dormire avvinghiati? Sentire l’alito dell’altra durante la notte come un phone. E’ come dormire con un cane…che poi diventa topo e alla fine muori per l’aria viziata.
Io invece risolvo con il classico bacio e la buonanotte, poi leggo tre pagine del libro e mi giro dall’altra parte.
Ovviamente nessuno sa che di notte l’abbraccio per qualche secondo e ascolto i suoi respiri.
Si vabbè sono un romantico, ma i miei stagisti non lo sanno. Devono temere i miei baffi, cagarsi sotto quando sentono i miei passi.
Loro buttano le parole al vento sperando arrivino a qualcuno. Io le uso per aereggiare casa e come richiamo per i piccioni.
“Il Conte di Val d’oca!!!”
“Cosa?”
“Era l’alter ego di Fantaghirò”
“Hai rotto il cazzo con sta cosa”
“E allora fammi incontrare Monica Bellucci…se recita lei posso farlo anche io!”
“Ora devo lasciarti che ho da fare…ci viediamo domani, ricordati di non tagliarti i baffi”
“Dove vai?”
“Dal parrucchiere?”
“Ma hai una tresca con qualche shampista?”
“No, mi piace farmi accarezzare la testa”
“Come si chiama il parrucchiere? Leroy Merlin?” 😛
Mentre gli stagisti si agiteranno durante il weekend, io mi travestirò da principe azzurro.
Tanto non mi possono vedere.
A seconda della domanda che riceverò, tirerò fuori dalla tasca risposte come “Bene e tu?”, “Hai sentito che freddo?” e “Sono un po’ stanco”.
Striglierò il mio cavallo bianco e cavalcherò durante l’ora dell’aperitivo.
Ho perso tutti i regni che avevo conquistato. Però magari stanotte potrò liberare qualche principessa dalla maledizione dell’abbandono.
I miei sudditi piangeranno in discoteca mentre io taglierò la testa a qualcuno.
Alla fine sono uno stagista anche io.
Mi basta un messaggio per tornare in apnea. Il mio personaggio si scioglie come una bambola sul fuoco e rimango vittima della retorica.
Divento una persona invisibile che pretende di cambiare la vita agli altri, butto via gli armadi per non tenere più gli scheletri e mi riparo sotto un balcone quando piove.
Urlo il suo nome, ma non per sublimarlo. Lo nomino per esorcizzarlo. Spero che appaia sotto la finestra ogni volta che pulisco i vetri, mi affanno con le parole perchè è l’unico ponte che ci unisce. Cambio anche corpo alle lettere, se le scrivo in MAIUSCOLO DICI CHE MI SENTIRA’ DI PIU’? O è solo una regola di internet?
Poi come uno scemo torno a casa. Domani è lunedì e si ritorna al lavoro. Dovrò dire ai miei stagisti un paio di verità.
Giusto due cose.
Quando una persona è lontana e si allontana è difficile raggiungerla. Costa sacrificio.
L’orgoglio è un sentimento che non va combattuto, ma solo abbracciato.
C’è la mia soluzione, c’è quella degli stagisti e poi c’è quella giusta!
Il Portinaio
Nel rapporto con gli altri chiediti sempre “se vale la pena” Se vale la pena aspettarli, comprenderli, capire i loro silenzi. Giustificare i loro comportamenti, i loro allontanamenti. Chiediti fino a che punto sei disposto ad accettare tutto ciò. E non c’entra il bene che vuoi loro E’ che tutto ha un limite. (G.P. De Felice)
Regista volevo farti vedere questa cosa. Loro hanno voluto dormire insieme per sempre.
E non hanno ancora un finale.