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L’AMORE QUALUNQUE

fabio cinti

Un passo ti porta lontano,
un altro ti sposta più in là
e dici che passa un momento,
non importa per quanto,
di aspettare mi va,
mi dice speranze e lamenti
e felice commenti sulle mie ovvietà.

Quando c’è brutto tempo ti penso di più, la mia schiena si ricurva sul coccige e la testa si apre. Divento ombrello.
Così ti proteggo, sopra di noi l’acqua, sopra di te i miei pensieri.
Poi le nubi non sopportano la mia metereopatia e vanno via.
Non ho molto da darti. Il mio tesoro sta in due mani, giusto due biglietti di sola andata in tasca.
Non torneremo più.
Ho moltiplicato la tua presenza con “sempre” lo divisa con un “come” e ti addizionata con del C02.
Gioco con le parole perchè mi diverto.
Controllo tutti i giorni i segnali che mi portano a te.
C’è un auto uguale alla tua parcheggiata sotto casa mia, ogni volta che la vedo corro giù per le scale, perchè so che mi aspetti per la pausa pranzo. Non hai tanto tempo. Non lo abbiamo più nessuno dei due.
Fumo per saziare la fame. Lo stomaco mi chiede carboidrati e io gli do solo proteine. Alcuni esperti di medicina alternativa dicono che lì risieda il secondo cervello.
Ecco perchè mi appoggiavo sulla tua pancia. Volevo sentire i tuoi brontolii, le tue richieste, ma non conoscendo lo “stomachese” ti chiedevo solo un bacio.

Avevi una posa gentile
e uno sguardo qualunque
e un amore per me.
Avevi un sorriso speciale
e un istinto animale
e un dolore latente.

Frequento i luoghi dove mi hai dato ricordi. T’immagino lì. Sbiadita in un centro commerciale, muta al cinema, perplessa al Colosseo. Parlo con il mio Ipod e ti consegno a un tombino. Portala sotto la città, falla arrivare fino al mio rubinetto così che possa usarla per lavare i piatti sporchi.
Ci sono cose che non abbiamo mai visto. Il mare per esempio. Non so la tua reazione alla parola bagnoasciuga. So che non ti piace, tranquilla neanche a me.
Io non sopporto la sabbia, ma non posso mentirle e allora m’impano come una bistecca e poi mi tuffo in acqua. Mi tolgo il costume e mi sciacquo pure le palle. Il dolore si toglie così. O almeno questa è la mia ricetta.
Ti ho trasformato in prototipo. Quando mi dicono “Esiste?”. Io rispondo “Sì”.
Stai diventando piccola. Meglio così, posso tenerti nel portafoglio.
Io intanto spreco il mio tempo con quello che so fare meglio.

Un passo ti porta lontano,
un altro ti sposta più in là
mi dici che passa un momento
non importa per quanto,
è l’eternità,
mi dici ‘l’amore non chiede’
poi fuggi nel vento su questa città.

Mi piacerebbe assumere la forma di un coniglio color magenta. Sai che i conigli quando li prendi in braccio accellerano il loro battito rischiando di morire? Si affidano, evitano il dispiacere per trovare la felicità, che nel caso loro è una semplice carezza.
Mi sono chinato per prenderti un fiore e mi ha tagliato la testa.
Colpo netto. Preciso.
Ne ho otto di riserva. Me l’ha insegnato il tuo gatto. Le mie vittime invece hanno chiesto vendetta e sono tornate per farmi pagare il conto.
Ho chiesto scusa.
Anche mamma e papà mi hanno detto “Va bene così”, d’altronde non sei una nostra estensione.
E’ un chiodo questa canzone.
Mi piace quando dice “Qualunque”.
In campo diventi  “qualsiasi” ai miei occhi però sei “superiore”.
Metto in fila i tuoi regali in ordine alfabetico, poi con le loro inziali gioco a Scarabeo. E’ uscita la parola “Caldo” e “Pascal”
Pascal è l’unità di misura della sollecitazione della pressione.
Ecco perchè quando ti scrivo mi scende il sangue da naso.
Le due vocali sono state le più semplici da trovare: “Accappatoio” e “Amore”.
A proposito ce l’hai ancora o l’hai venduto su Ebay?
Ho ancora qualche istante prima che questa canzone finisca. Te la regalo. Ho comprato il cd originale perchè è giusto che sia così. Non voglio più brutte copie o masterizzazioni gracchianti.

Avevi una mossa gentile
e uno sguardo pesante
sulle mie qualità.
Avevi un sorriso speciale,
e un istinto animale
e un dolore latente.

Scrivimi per errore oppure scivimi un errore. Non metterci le K ti prego non lo sopporto.
Dimmi se ti deludo. (eppure la mia dieta funziona).
Dimmi se ti manco (eppure le mie lettere non le leggi).
Gli altri fanno loro le canzone di tutti, io faccio tua la canzone di Fabio.
Poi schiaccio “Play” e di aspettare mi va.

Il Portinaio

Madame ugo

Madame Ugo di Fabio Cinti
Disponibile su

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voglio dormire con te

3 commenti

  • Meg

    Inno…
    … Sette note.

    Sette note per parlare di un sentimento nuovo ma allo stesso tempo antico.
    Sette note per poter ricordare e riscoprire ciò che non è mai stato dimenticato e che da sempre esiste: L’Amore!
    Unirò sette note e le userò per comporre un canto nuovo, sotto questo cielo astratto per poter chiamare Amore questo Amore che così, vuole essere chiamato mentre di Amore più non sa.
    Amore vicino, amore lontano, silenziosamente scivoli di mano ma a te, un canto ti voglio cantare, per tenerti con me anche se sofferto sei.
    Unirò sette note come delicati e fragili fili di canapa affinché si rafforzi e non si spezzi davanti al bivacco della vita; perché non diventi anemico e privo di speranza … di un nuovo giorno, di un domani … di un futuro.
    Sette note comporrò sul pentagramma di nuovi giorni per parlare di Amore.
    Parlami e raccontami le tue rughe, dispiega le pieghe del tuo essere tu, Amore vero e bello; sentimento tenuto prigioniero e nascosto sotto a un angolo di cielo come se fosse uno straniero.
    Sette diamanti donerò al tuo cielo mentre al davanzale della notte, parlerò di vita a una nuova stella ancor più luminosa e bella.
    Ombre di pensieri, come lupi assaliranno i confini di questa realtà ma tu spettatore, chiamami Amore se vorrai e io, correrò e con sette note, a me nuovamente ti canterò.
    Dona aria e respiro a questo presente. Donami giorni e speranza; cerca per me forza e ragioni oltre il tempo e ben vorrei sperare, che la dove finisce un tuo dolore, possa nascere l’incontro … tu strumento e io compositore.
    Storie di sconfitte e di coraggio, coloreranno i passi su questo sentiero, cosparso di nuove note e se pur tortuoso, sempre veritiero.
    Sette note comporrò e sette fili di canapa intreccerò, affinché nulla di te vada perduto, perché sei una persona speciale; un Amico vero e non artificiale.
    Forse non so chi sei, forse non conosco il tuo nome ma ti saprò rimanere accanto nella invisibilità di ogni istante e nel silenzio dell’essere mentre la paura, sarà una cosa lontana.

  • Meg

    Dedicato a un Amico

    Ecco, il treno si muove. Quando un treno parte, quando un addio annienta anche l’ultimo arrivederci, quando una porta si chiude e un no sovrasta anche l’ultimo si, ecco che abbiamo abbracciato il distacco, perdendo quello che credevamo nostro.
    La vita è così, è come un treno in corsa che a volte, salta la nostra fermata.
    Tutto dobbiamo rendere ma l’Amore, l’Affetto, l’Amicizia si possono cedere, cancellare, dimenticare e … a che prezzo?
    Se svendessimo anche questo, è come morire un po’ alla volta giorno dopo giorno e non ci rimarrebbe che sventolare bandiera bianca in segno di angosciosa resa, anche se i sentimenti seminati e in qualsiasi forma essi siano, sono per sempre.
    Non importa a chi e per chi sono provati … questo è il miracolo: il mio, il tuo che in me, sono stati seminati nei miei aridi campi arsi dalla paura dei giorni e dagli anni trascorsi con le loro battaglie.
    Tutto sembra così impalpabile e surreale e invece, è la verità. Ecco, il treno della vita parte e un qualcosa, un qualcuno fa già parte del passato. Tutto sembra lontano ma il pensiero a te rivolto, come lunghe e interminabili rotaie, ti raggiungono ovunque tu sia, ovunque tu andrai. Solo l’indifferenza è una vera partenza, una vera perdita … un vero distacco; una vera sconfitta su tutto!
    E’ la realtà con la quale mi confronto e mi alimento parlando al mondo di te, parlando al tuo stesso silenzio, del tuo distacco; inseguendo la tua lontananza, immaginando che una piccola parte di me sia sempre con te, nelle tue piccole e grandi cose di ogni giorno, mentre le nuvole versano lacrime.
    Il sapere che esisti, è una dolce e acerba consapevolezza. E’ quel sapore insolito della quotidianità. Sei quel privato che ha saputo rendersi pubblico al mio essere, toccando con sapiente e delicato tocco la mia anima. Amo in silenzio, all’ombra dell’attesa rispettando questa regola di Amicizia.
    Il non sentirti fa male ma è un piacevole dolore perché è un motivo in più per pensarti anche se non è la stessa cosa come vederti e stare nelle tue tasche anche per un breve tempo.
    Da sempre sono in conflitto con questo nemico: il tempo che inesorabilmente rimane muto, trascinando con se ciascuno di noi e gli eventi stessi dell’intero universo. A lui ho lanciato la mia sfida … quella che se un giorno ti ruberà da me, mai riuscirà a portarti via dalla mia anima. Ovunque io sarò, tu, sarai con me e solamente il nemico tempo, te ne darà la conferma.

  • ENNIO

    vorrei rispondere a questo scitto con una lettera da me scritta tanto tempo fa, salvato come file ma non comprendo come posso fare x allegarla in questo spazio . vorrei farne dono a chi amore non sa cosa sia…amore vicino amore lontano…amore trovato….amore perduto.

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