Lavoro sporco,  Portineria

T’INNAMOREMIX

Non ti ho mai fatto vedere dove andavo a scuola.
O forse sì. Era vicino a casa mia.
Bastava tornare indietro e girare a sinistra.
Non ero un granchè in matematica.
Sono un po’ stanco di immaginarti. Mi arrivano messaggi vocali dall’altra parte del mondo. “Sto bene virgola che fai?”.
Ma il fuso orario non mi permette di essere in sintonia.
Remixo i miei pensieri.
Mi parli di sera, ti rispondo di giorno.
Mi chiami nei sogni e piango la mattina.
Non ho imparato il numero del tuo bancomat perchè si smagnetizzava al tramonto.
La mia banca è differente dalla tua, parlo per spot, sto zitto per il quieto vivere.
Vai più al cinema? Quale ristorante etnico hai cercato su Google?
Mi comprerai la statua che mi avevi promesso?
L’amore comprende. Da lontano riconosce, da vicino spaventa.
Il kimchi mi piace, tu di più.
Disegno sorrisi sui fogli, poi spirali e lettere maiuscole. Se inverto le vocali del tuo nome diventi una fobia. Ti eri mai accorta?
Hai detto “Speriamo che piova” e ho esagerato. Affogo nel weekend.
Mi condanni a scrivere esercizi di nausea.
Cerchi qualcosa di + come se io fossi meno.
Mi sento underscore nella tua vita.
Passa la fame, il corpo risponde e ride la volpe gialla che mi hai regalato. Non ha perso la coda, ne ho avuto cura.
Ho una camicia nuova. Le tue erano avvitate, per questo dimagrisco, perchè voglio abitarci, per non fartele buttare via.
Dormo dentro una piadina, fra due fette di prosciutto, ascolto la stessa canzone da mesi. Ho un orecchio assoluto, le spalle forti e un cuore di cervo.
Appendo la testa al frigo. Calamite al posto del midollo.

cerbiatto
I sentimenti si sbriciolano. Restauro e decoro. Poi li disperdo. Comprimo le ceneri e ne faccio diamanti. Li tengo in tasca. Uno rosso e l’altro è rosa.
Il nero è assenza di colore, non mi piace più. Il verde ci assomiglia.
Goloso di marshmallow, mi dimentichi per un Kinder Bueno.
Estinguo il brutto carattere. Parlo con il tuo gatto, partorisco parole difficili. I dizionari non mi danno spiegazioni.
Parastinchi sotto i pantaloni, polsini regalati e canottiere dimenticate.
Non sai fumare perchè non respiri bene. Piangevi in auto.
Non sono un poeta, cos’è la metrica? La quartina? Io voglio essere un duetto.
Ti sei amputata il pollice per non scrivermi. Tieni le luci accese per vedere bene gli ingredienti.
Canto “Ridi pagliaccio”.
Sanguina il naso fino al casello. Un euro e settanta, costa così tanto la strada della malinconia?
Dormi di spalle, mi chiedi un bacio.
Non senti quello che vorresti sentire, forse non hai ascoltato.
Aggiorniamo il profilo. Postiamo foto di Snoopy, ricordiamoci del nostro compleanno e perdoniamoci a Natale.
Nel galateo l’Iphone sta a destra del cucchiaio, nella tua testa sono dietro l’orecchio.
Faccio una biopsia all’anima. Torna nelle mie scarpe, comprami un cappotto o prestami il maglione nero.
Le mutande mi vanno larghe, prendiamoci un caffè, rientriamo nelle nostre vite in punta di piedi.
Ho vinto al Superenalotto, ma non ho ritirato il premio.
Mi vedo più bello.
Nessuno mi vuole perchè s’innamorano al primo istante. Mi disinfesto da solo. Sono una colonia di topi.


La mano suda e cancella le mie scritte a biro.
Non parcheggiare in divieto di sosta.
Torna nel mio marsupio demodè.
Tasche bucate, scarpe mai messe e piedi doloranti.
Il lavoro è salvezza, sostituti d’amore. Non parli con nessuno. Sgarbato è il mio modo.
L’amante di tutti è scorretto solo con il suo cuore.
Giustifico la tua assenza: è malata maestra!!
Mi metto una nota.
Sei a tre virgola tre chilometri da me. Ci troviamo a metà.
Vorrei ricopiare il tuo sguardo. Parlare del caso. Mettere in ordine le bustine del the.
Vorrei anche smettere di scrivere perchè.
Costruisco l’attesa, faccio carriera e ritorno da me!

Il Portinaio

“Camminavamo senza cercarci, pur sapendo che camminavamo per incontrarci.” (J.C.)

voglio dormire con te

Un commento

  • Marco

    “Voglio dormire con te”
    Come la penseresti, detta, questa frase?
    Che io ho sempre paura dalla mia bocca le parole cadano come da un dirupo.
    “Voglio dormire con te”
    Nell’incavo del tuo orecchio, accullato come un bambino.
    Oppure sotto le palpebre, a disegnarti i sogni. Ti regalerei qualcosa che nemmeno io so, perché nasce in quel momento, con me e te.
    “Voglio dormire con te”
    E forse è una piccola bugia: perché ti veglierei tutta la notte.
    Guarderei come sogni, come ti muovi, dove vai e chissà mai quali racconti parleresti.

    Vogliodormireconte. Tutto d’un fiato. Come fosse davvero una favola sussurrata.

    Sì. Voglio dormire con te.
    Perché quando aprirai gli occhi, mio bell’amore, sarò lì. Con te.

    Ciao. Mi chiamo Medusa.
    Ciao. Vuoi dormire con me?

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