Lavoro sporco,  Portineria

21 MODI PER DIRE TI AMO

Non era la più bella della scuola.
Non mi piaceva neanche il suo nome.
Non ho nulla contro quelle che si chiamano Katia. Dicono che il suo significato sia “puro” o “che saetta”. Lei non aveva niente di tutto questo.
Le compravo le figurine e le gomme da cancellare a forma di stella, ma non mi concedeva neanche un bacio.
Poi un giorno me l’ha detto in faccia “Tu non mi piaci! Piantala con questi regali”.
Stavamo mangiando un gelato. E gliel’ho tirato in testa. Giuro! L’ho lasciata colante di fragola, limone e cioccolato e sono scappato via. Che gusti di merda che avevo! (1)
Mi ha detto che ero tenero e che la facevo ridere. Era leggera e la potevo benissimo portare sulla canna della bicicletta per ore.
Mi ha guardato e poi è andata in giro a sputtanarmi “Non sa baciare”.
Così ho allenato la lingua con il ghiacciolo e gonfiato le labbra fino a renderle un materasso.
Ma non è andata bene. Si è messa insieme ad uno che aveva la piscina in giardino. Brutto come la Nasalis larvatus Wurmb, nota come Scimmia dal naso lungo.
Mancava di tatto e di altezza, io solo di preparazione. (2)
Non è stato amore fra me e lei. Anche se l’ho seguita per quasi dodici anni. Aveva in testa il suo obiettivo. Sposare un uomo ricco, avere una casa con tre camere da letto e vivere per sempre dentro un luogo comune.
Ce l’ha fatta! Come invidio la sua determinazione. (3)
Ha lasciato il suo povero fidanzato per un conto corrente. Lui è impazzito e l’ha minacciata alla porta di casa con il cric dell’auto.
Io c’ero. Ho cercato di fermarlo e lui mi ha detto “Non ho un piano B”. Potevo lasciargli distruggere qualche vetro, ma poi non avrebbe avuto neanche un piano A.
Ora sta bene. E’ passato tanto tempo. Fa sport pericolosi.(4)
Ero un parafulmini, un manichino su un auto cabriolet.
Mi faceva delle grandi torte, ma sapevo che non erano opera sua. Aveva una pasticceria. Mai uno sforzo, mai la verità.
L’ho seguita di notte e ho scoperto che amava una donna. (5)
Nessun’ arma, nessun confronto. Ho tirato su la cappotta e ho corso a 140 km all’ora. Che per me era già trasgressione.
Avrei potuto sposarmi con la ragazza più bassa del mondo, ma non ero alla sua altezza. Peccato. Mi avrebbe viziato per sempre. (6)
Ho disegnato il suo nome sul muro. Le ho detto “o te o niente”.
Nulla. (7)
Ho provato con Raperenzolo, ho conquistato il suo regno prima di altri pretendenti. Poi il cavallo mi ha disarcionato e lei è rimasta nella torre. Ha provato a salvarmi, ma si è tagliata i capelli. E il drago mi ha mangiato.(8)
Mi chiedo se Laura piangeva quando distrusse la sua famiglia, ma era stanca di tenere le gonne sotto il ginocchio. Va bene così. Brava! Non ti vergognare. (9)
E’ stata 17 anni insieme a un  ammaestratore. Erano parcheggi vuoti e un biondo cenere. Hanno costruito incertezze. Poi è arrivato il bravo ragazzo. E ha scelto di cambiare. (10)
Ne ha prese tante, che una volta le parlai all’orecchio, ma non mi sentiva. Timpano bucato per una sberla di gelosia. L’ostinazione a volte ti costa lividi. Chissà perchè. (11)


Mi ha detto è finita. Rispondo ancora alle sue telefonate. Sono corso in aiuto. “Ci sarò sempre per te”. (12)
Dicono che lavori in una pizzeria. Io me la ricordo bianca platino e truccata da tigre. Mi ha steso in auto e quando sono tornato a casa avevo il suo rossetto sulle mutande. Mi ha divorato senza sapere il rischio che fa la lievitazione. Te l’avevo detto che saresti esplosa. (13)
Mi ha baciato per farmi stare zitto. Non ho nemmeno intuito un suo labiale. Diceva “Non puoi restare”. (14)
Ritorno quello che ero, anche dopo i tradimenti, la mia è sempre partenza, perdono e pazienza. All’arrivo vacci tu, preferisco un fuori pista, sbattere contro un albero e morire per averci provato.
La tua tosse non mi appartiene più.
Sono triste perchè non ho cucinato per te. Avevo scritto la ricetta e l’ho provata sulla mia pelle. Ho messo lo scalogno al posto della cipolla, ma siccome non sapevo cosa fosse ho perso tre ore al supermercato. (15)
Mi chiedo se Marianna ripensi al suo gesto. L’avevo fatto anch’io. Un diario con mille pensieri e delle rose. Solo che io sono stato più attento. Ho tolto le spine per non ferirti più.(16)
Il fiorista non mi ha nemmeno riconosciuto. Diceva “Hai gli occhi buoni, si vede che ci tieni”. Adesso mi ha dato solo lo scontrino e un grazie distratto.
Un sms: “Sarà il tempo a dirmi chi sei per me”. Va bene. Intanto paga la quota mensile per assomigliare a chi non ti somiglia mai.
Prendo il bucato, lo divido per colore.
Lei ci metteva il sapone in polvere, io quello liquido. Troppo diversi. La amo da lontano, senza risciacqui e prelevaggi. (17)


Si è confusa tra il tempo che passa e il benestare. Ha retto per anni, ma dormivano separati. Poi lui è morto e ha recitato la parte.
Si sveglia da sola, ma ha quattro carte di credito. Piange in limousine e si consola con tre cameriere.(18)

Come ci pensi fra vent’anni?

“Poveri sotto un ponte, ma sempre insieme”
“E tu?”
“Va bene così. Allora prendo due coperte in più”

In auto ho guardato dall’altra parte. Aspettavi un bacio da me e intanto mi dicevi che avevo una bella voce, che dovevo fare il doppiatore. Ma se balbetto quando mi agito, non so recitare. Perchè non riesci a leggermelo in faccia?
Mi dispiace che il tuo matrimonio sia stato un ripiego. Forse se avessi seguito un corso di dizione. (19)
Non ti mancava tua madre figuriamoci io.
Allora ho chiesto alla mia qualcosa che andava oltre il personale.
Dimmi cos’è l’amore per te, perchè è 30 anni che ti vedo cucinare e stirare.

“E’ volersi bene”(20)
“Tutto qui?”
“Ti sembra strano?”

Cosa manca allora? Conta fino a dieci, anzi vai avanti, fino a 21. Non voltarti più e vedrai che sarò sempre davanti a te. (21)
(Senza)Fine.

Il Portinaio

 

«La libertà che davvero conta richiede attenzione, e consapevolezza, e disciplina, e sforzo, e la capacità di interessarsi davvero alle altre persone e di sacrificarsi per loro, continuamente, ogni giorno, in una moltitudine di piccoli e poco attraenti modi.
Questa è la vera libertà. L’alternativa è l’inconsapevolezza, la configurazione standard, la “corsa di topi” – la costante e divorante sensazione di aver posseduto e perduto qualcosa di infinito» (D.F.W. – Questa è l’acqua)

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